Millenovecento66, il cinema italiano del 1966

Prosegue al cinema Massimo l’appuntamento con il cinema italiano anno per anno: dal 2 al 6 dicembre è in programma il 1966.
Il 1966 è  un anno interlocutorio  con
pochi eventi di rilievo. In Italia con il III governo Moro, che durerà
fino al giugno 1968,  si mantiene una prudente apertura a sinistra. E’
l’anno delle  prime timide manifestazioni studentesche  e soprattutto
della grande alluvione di Firenze. In Vietnam sotto la presidenza
Johnson prosegue l’escalation e in Cina  Mao dà inizio alla rivoluzione
culturale.
Il cinema italiano continua a mietere successi economici ma  sembra aver
perso una direzione tematica precisa e questo ben si vede nella
variegata multidirezionalità dei film della rassegna.

Troviamo quindi  la satira feroce  di  Signori e Signore di Germi (Grand Prix al 19° Festival di Cannes), accostato al primo lungometraggio(per la TV) di Liliana Cavani   Francesco d’Assisi,  non privo di accenti presessantottini nel tratteggiare la figura del Santo.
Pasolini approda con Uccellacci e Uccellini a una dimensione favolistica ma surreale e con esplicite metafore  sulla crisi del marxismo e dei valori della Resistenza. Ben diverso il registro picaresco dello sgangherato viaggio  de L’Armata Brancaleone, il capolavoro di Monicelli, che con questo film inventa un genere e anche uno straordinario pastiche linguistico.
Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia  la Battaglia d’Algeri
di Gillo Pontecorvo riesce a raccontare la fine del colonialismo
francese (la guerra d’Algeria conclusa nel 1962) con accenti epici pur
nella sua forma documentaria.
Completano il quadro della rassegna oltre a  Quien Sabe di Damiano Damiani,  che si cimenta nel genere spaghetti western, Un uomo a metà di Vittorio De Seta, un film che con rigore introduce nel cinema la psicanalisi  e Incompreso di Comencini che  con grazia e misura  traduce la storia strappalacrime del romanzo.
La rassegna si conclude, nel segno di un omaggio al 70° della Resistenza, con Andremo in città di Nelo Risi e Le stagioni del nostro amore di Vancini, completati da Achtung Banditi!
di Carlo Lizzani, certamente fuori data (1951) ma che ci aiuta a
ricordare un grande regista del nostro cinema recentemente scomparso.