Cinemambiente 21: il Concorso Internazionale One Hour

“Enough tea cups”

Dedicato ai mediometraggi, formato ideale per film di denuncia e d’informazione, il Concorso internazionale One Hour di Cinemambiente comprende 10 titoli che si focalizzano su alcune tra le più urgenti e recenti istanze ambientali internazionali. Smoke & Fumes (lunedì 4 giugno, ore 18.15, Cinema Massimo 3), del tedesco Johan von Mirbach, è un reportage su quello che è stato definito “il più grande scandalo della storia umana”, emerso dopo decenni di silenzio. Sulla base di recenti inchieste in Usa, il film ricostruisce il ruolo delle grandi compagnie petrolifere nell’occultamento dei dati sul cambiamento climatico provocato dalle loro stesse attività, noti fin dagli anni Cinquanta ai giganti dell’oro nero, che hanno concordemente insabbiato fondamentali ricerche scientifiche sul fenomeno di maggior impatto ambientale della nostra epoca. La proiezione sarà seguita da un incontro con Silvia Dalmazzone, docente di Economia dell’Ambiente e delle Risorse naturali presso l’Università di Torino. L’Empire de l’or rouge (venerdì 1 giugno, ore 20.30, Cinema Massimo 3), dei francesi Xavier Deleu e Jean-Baptiste Malet, è un’inchiesta che ripercorre la storia del pomodoro e della sua industrializzazione, modello produttivo capace già alla fine dell’800 di anticipare l’idea di un’economia globalizzata. Prodotto internazionale di consumo che viaggia da un continente all’altro, al centro di un business alimentare tra i più redditizi al mondo, l’ortaggio più amato nasconde dietro la sua filiera un capitalismo brutale e trionfante in cui sfruttamento, criminalità organizzata e minaccia ambientale sono strettamente legati. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Jean-Baptiste Malet, autore anche del libro omonimo da cui è tratto il film, e il giornalista Massimiliano Borgia.

Diversi film vedono protagoniste persone comuni impegnate strenuamente in difesa dell’ambiente. Everest Green (sabato 2 giugno, ore 20, Cinema Massimo 3), di Jean-Michel Jorda, prende il titolo dalla missione omonima con cui, nel 2017, dieci sherpa eliminarono, a rischio della vita, tonnellate di rifiuti dalla vetta più alta del mondo. Seguita da una troupe cinematografica, la spedizione ha dato il via a una campagna per la diffusione di un alpinismo responsabile e alla battaglia contro comportamenti incompatibili con i valori della montagna che hanno fatto dell’Everest una discarica a cielo aperto e di Kathmandu la città più inquinata del Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con l’alpinista e scrittore Enrico Camanni. In Ranger and Leopard (sabato 2 giugno, ore 18.30, Cinema Massimo 3), di Fathollah Amiri e Nima Asgari, ambientato nella provincia di Isfahan, nell’Iran centrale, Halvani, un giovane guardiaparco, sente parlare della presenza di un leopardo persiano nell’area naturale sotto la sua protezione. Emozionato, Halvani si mette sulle tracce del raro felino, invisibile da più di 40 anni, impegnandosi in una lunga ricerca, tenace e paziente, testimonianza del suo grande amore per la natura che lo circonda. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Fathollah Amiri e con il biologo Sandro Lovari. In Activist (lunedì 4 giugno, ore 22.30, Cinema Massimo 1), documentario di Petteri Saario ambientato in una piccola città della Lapponia, la quindicenne Riikka Karppinen, la più giovane consigliera comunale di tutta la Finlandia, si batte per la difesa di un parco nazionale minacciato da una delle più grandi compagnie minerarie internazionali. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e la protagonista del film condotto dalla giornalista Giorgia Marino. Empatía (venerdì 1 giugno, ore 17.30, Cinema Massimo 3) vede protagonista lo stesso regista, lo spagnolo Ed Antoja, che, invitato a realizzare un documentario per promuovere comportamenti rispettosi dei diritti degli animali, durante la preparazione del film, si rende conto con sorpresa di essere il primo a dover essere sensibilizzato: una scoperta che lo porterà a cambiare alimentazione, modo di vestire, stile di vita. Al termine della proiezione, incontro con Adonella Marena e Enrico Moriconi, attivisti per i diritti degli animali.

Enough White Tea Cups (domenica 3 giugno, ore 20, Cinema Massimo 3), della statunitense Michelle Bauer Carpenter, nasce dall’esperienza del gruppo danese no-profit “INDEX: Design to Improve Life” e offre esempi concreti del modo in cui il design creativo può intervenire in svariati campi e ambiti critici favorendo una maggior sostenibilità sociale, economica ed ecologica: dalla costruzione di alloggi a buon mercato, alla riduzione dell’inquinamento degli oceani, alla prevenzione della mortalità infantile e persino all’eliminazione delle mine antiuomo. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista e con Laura Milani, presidente del Museo Nazionale del Cinema.

Diretto dai russi Irina Žuravleva e Vladislav Grišin, Kamchatka Bears. Life Begins (sabato 2 giugno, ore 17, Cinema Massimo 3), girato nell’area protetta del South Kamchatka Federal Sanctuary, conosciuto come il “paradiso degli orsi”, è un documentario che si distingue per la totale assenza di voci e interferenze umane, permettendo allo spettatore un’esperienza immersiva nella bellezza di una natura selvaggia e incontaminata. Il film è frutto di un lavoro di équipe con ambientalisti ed ecologisti dei due registi, che hanno osservato e filmato per sette mesi la vita quotidiana dei cuccioli di orso appena nati. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista Irina Žuravleva, con Isabella Pratesi, direttrice del programma di conservazione del WWF, e con il biologo faunista Mauro Belardi. Filma un’impresa quasi impossibile lo statunitense Ben Knight, regista di The Last Honey Hunter (venerdì 1 giugno, ore 18.15, Cinema Massimo 1), ambientato in un remoto angolo del Nepal, dove, presso la comunità dei Kulung, sopravvive un’antica forma di animismo che prevede un pericoloso rito della raccolta di un miele dai poteri allucinogeni. Mauli Dhan Rai è il prescelto che da più di 40 anni, senza nessuna misura di sicurezza, si arrampica su esili scalette di corda lungo pareti di roccia a strapiombo, fino a un’altezza vertiginosa, per raggiungere il prezioso nettare. Zhalanash – Empty Shore (venerdì 1 giugno, ore 18.15, Cinema Massimo 1), del polacco Marcin Sauter, è un viaggio verso il Mar d’Aral, vittima di uno dei maggiori disastri ambientali provocati dall’uomo, una volta annoverato tra i quattro maggiori laghi salati al mondo e oggi quasi scomparso. Il film fa tappa a Zhalanash, una volta fiorente villaggio di pescatori, ora diventato un deserto lontano dall’acqua, un paesaggio vuoto e desolato in cui si riflettono la solitudine e le speranze perdute degli abitanti rimasti.