Long Form / Forma Lunga: Kelly Fremon Craig

Kelly Fremon Craig

Mai giudicare solo dalle apparenze: è uso dire, nell’evocativo gergo hollywoodiano, che avvicinarsi ai produttori cinematografici sia un po’ come “nuotare con gli squali”, e che solo chi ha la scorza più dura può sopravvivere nell’ambiente. Data questa premessa, un’esile, biondissima e beneducata ragazza-bene di Orange County, California, non parrebbe avere le qualità per farsi strada, oltre tutto in un campo affollatissimo come quello delle “commedie rosa”. E invece… Anche se, alle soglie dei 40 anni e dopo circa 15 di carriera, Kelly Fremon Craig è riuscita a portare sul grande schermo solo due suoi copioni, si può affermare con certezza che senza la sua determinazione e la convinzione nei propri mezzi non ne avrebbe realizzato neanche uno. E per fortuna ha insistito, perché con “17 anni (e come uscirne vivi)” questa ‘biondissima e beneducata ragazza-bene’ è riuscita a costruire uno dei migliori film generazionali degli anni ’10 del nuovo millennio.

Anche da spettatrice, Kelly ama da sempre più di ogni altro genere la commedia, in particolare quelle incentrate su personaggi forti e ben definiti. “Sono ciò che amo di più; sono i tipi di film che mi commuovono e quindi sarò felice di scriverli. Adoro le cose divertenti1”, rivelò in una delle sue prime interviste importanti. Non stupisce – quindi – l’elenco delle sue influenze dichiarate: John Hughes, Christopher Guest, Alexander Payne, Nick Hornby e David Sedaris.

Fin dai tempi della scuola, intorno ai vent’anni, con qualche sketch per le sue compagne e un po’ di slam poetry letta nei caffè della zona, la ragazza – nata a Whittier in California nel 1981 – ha dimostrato passione per la scrittura. Grazie a uno stage presso una società cinematografica, la Immortal Entertainment, entrò per la prima volta in contatto con il mondo delle sceneggiature2, innamorandosene: “Ho letto una sceneggiatura e ho capito subito che era quello che volevo fare”.3

Il 2007

Quello che avrebbe potuto essere l’anno della svolta per lei fu il 2007, senza dubbio un anno ricco di contatti, di progetti e nuove idee (ma per farcela davvero Kelly dovrà aspettare ancora una decina d’anni).

Per cominciare, tra la fine dell’anno precedente e la metà del 2007 Fremon Craig sarà chiamata a riscrivere (e riscrivere, e riscrivere: il totale delle versioni pare superi quota 15) la sceneggiatura di un nuovo lungometraggio, intitolato “Ticket to Ride”, che era riuscita a far arrivare sulla scrivania di Ivan Reitman, noto per la regia dei primi “Ghostbusters” ma anche produttore di progetti altrui fin dai tardi anni ’60 con la sua compagnia Montecito. “Oltre a dimostrarsi totalmente disponibile a fare tutto il necessario per migliorare il copione – spiegò lo stesso Reitman – Kelly ha anche lavorato molto duramente per mantenere la propria identità in quelle pagine e l’integrità dei suoi personaggi. Il testo ha davvero la sua voce, e questa è la sua più grande forza. Ha creato una meravigliosa famiglia di persone e ha trovato un percorso individuale per ognuna di loro”4.

Nei mesi in cui questo film fu in lavorazione, le cose per lei non smisero di accelerare: a marzo le viene commissionato – l’idea è della Paramount – il remake del film francese “Confidenze troppo intime” di Patrice Leconte (Sandrine Bonnaire si reca in visita da un nuovo psicanalista ma per errore si confida a un fiscalista, interpretato da Fabrice Luchini). Nel ruolo di Bonnaire era prevista la due volte premio Oscar Hilary Swank: il suo script venne acquistato, ma dopo qualche tempo5 il progetto si arenò definitivamente.

A fronte di tutto ciò, il 21 giugno la più influente rivista di Hollywood, Variety, la inserisce in una lista dei “dieci sceneggiatori da tenere d’occhio”6, e il 10 dicembre iniziano le riprese di quello che è ormai per tutti “Post Grad”, diretto dalla Vicky Jenson di “Shrek” (le riprese si concluderanno il 14 febbraio 2008).

L’anno più intenso della sua vita lavorativa non è però ancora concluso. A cavallo tra 2007 e 2008, infatti, il suo talento viene notato da Demi Moore, che stava cercando la storia giusta per esordire nella regia con un cortometraggio. L’idea di “Streak” era intrigante: una ragazza bloccata in una vita che non le piace per colpa dei troppi condizionamenti della società7. Moore era intenzionata a mettersi per la prima volta dietro la macchina da presa, e grazie a questo copione riuscì anche dirigere la figlia maggiore, Rumer (nel cast insieme alle più note Brittany Snow, Madeline Zima e Sarah Wright). Pronto a ottobre del 20088, il cortometraggio venne mostrato al pubblico la prima volta al Los Angeles International Short Film Festival del luglio 2009, prima che se ne perdessero – sostanzialmente – le tracce. Così come della carriera da regista di Demi Moore.

Laureata… e adesso?

“Ticket to ride” nel frattempo aveva preso il titolo definitivo “Post Grad” (in Italia arriverà come “Laureata… e adesso?”) e la sua première si tiene a Los Angeles, nella sua California, il 13 agosto di quello stesso 2009.

Ryden Malby è una giovane appena laureata con voti alti e grandi speranze, per non dire certezze, sulla sua vita lavorativa: l’attende un impiego in una prestigiosa casa editrice e un futuro brillante. Ma il colloquio non andrà come previsto e lei si troverà bloccata in casa dei genitori in attesa di un lavoro “degno” che tarderà ad arrivare… dovrà lavorare molto su se stessa prima di riuscire a capire che strada intraprendere.

Il personaggio di Ryden (la protagonista è interpretata da Alexis Bledel9) è un po’ troppo rigido – nella prima parte funziona, poi però le manca il “guizzo” quando necessario – ed è circondato da una eccentrica famiglia (cast di qualità, con Michael Keaton e Jane Lynch su tutti) che sembra un po’ troppo “ispirata” a quella del di poco precedente “Little Miss Sunshine”.

Un film dominato dalle donne (regista, autrice, protagonista) e molto legato alla vita privata della sua giovane sceneggiatrice. “Dopo il diploma di laurea sono tornata dai miei genitori, per decidere cosa fare e trovare un lavoro. Otto mesi dopo, non l’avevo ancora trovato”, ha raccontato lei stessa10. “È stato un momento di grande crisi. Ero molto depressa, ero proprio a terra. Tanto che pensavo: non valgo niente. Ero laureata da 7 mesi e credevo che la mia vita fosse un fallimento, nessuno mi avrebbe mai dato un lavoro. Fin dall’infanzia ci fanno credere che siamo unici al mondo, se facciamo le scelte giuste e quindi frequentiamo il liceo, poi un buon college, prendiamo buoni voti e ci impegniamo in attività extrascolastiche, dopo la laurea ci cadrà dal cielo uno splendido lavoro e avremo una vita strabiliante. Poi invece ti laurei e scopri che le cose non funzionano proprio così. Ci sono molti ostacoli sul percorso”.

L’ispirazione per il film era nata all’improvviso. “Stavo scrivendo una sceneggiatura, poi ho cambiato idea e ho iniziato a scrivere di una ragazza bloccata con la famiglia perché non trova lavoro. L’ho scritta di notte, perché di giorno facevo la receptionist. Appena l’ho finita, il mio adorabile agente l’ha spedita in città. Ali Bell, una delle produttrici, è stata la prima a leggerla. Ha chiamato e ha detto: ‘Voglio fare il film’. Abbiamo la stessa età e anche lei aveva vissuto la stessa cosa. Quando Ali è stata assunta alla Montecito ha portato con sé la sceneggiatura e l’ha data a Ivan Reitman. Tutto si è svolto nell’arco di una settimana. A lui è piaciuta molto e ci siamo immersi nel progetto”.

Flop al botteghino (6,4 milioni di dollari d’incasso in tutto il mondo) e anche di critica, che riconosce dei pregi nello spunto iniziale ma rileva – giustamente – una certa stanchezza della narrazione e poco brio nelle scelte registiche (oltre alla limitata capacità espressiva dell’attrice protagonista, ai tempi fresca dei fasti della serie tv “Una mamma per amica (Gilmore Girls)” ma poi rapidamente uscita dai radar delle produzioni più importanti). A conti fatti, un film gradevole di buoni sentimenti come tanti11, comunque fondamentale per la crescita artistica della sua autrice.

Il 2011

Se il 2007 fu il primo anno di grande impegno lavorativo per Fremon Craig, l’altro anno significativo per lei fu certamente il 2011. Dopo tanti progetti impostati ma mai andati in produzione (lo script di “The Good Life” per la società Searchlight, quello di “The Best Mistakes” per Level1, nonché almeno un paio di piloti televisivi12), Kelly completa un nuovo copione per un film dal titolo provvisorio “Besties13. La scelta giusta per il futuro del progetto fu mandarlo a James L. Brooks, storico produttore e regista (da “Voglia di tenerezza” a “Qualcosa è cambiato”, senza dimenticare i Simpsons e il ruolo di “mentore” per autori come Wes Anderson e Cameron Crowe) che lo acquista e annuncia che sarà lei stessa a dirigerlo. “La sua voce reale e originale mi ha convinto”, ha dichiarato lui stesso14.

Da allora, sulla produzione cala il silenzio. Fino al 2015, quando viene rivelato che Hailee Steinfeld, giovane e promettente attrice scoperta dai Coen nel loro “Il Grinta”, ne sarebbe stata la protagonista. Fino all’ottobre di quell’anno si lavorò al casting e il 21 di quello stesso mese partirono le riprese: l’ultimo ciak venne dato il 15 dicembre, e dopo le vacanze natalizie si capì che il 2016 sarebbe stato l’anno della sua uscita in sala.

L’anteprima assoluta di “17 anni (e come uscirne vivi)” (titolo italiano dell’originale “The Edge of Seventeen”, che nel frattempo era diventato quello ufficiale) avvenne al Toronto International Film Festival, il 16 settembre 2016. Da subito l’attenzione dei critici si concentrò su questo lavoro, così “solito” nei suoi temi (un racconto di formazione al femminile ambientato a scuola) ma così originale e intelligente nella sua trattazione. “Ho iniziato questo progetto nel tentativo di catturare questa particolare età e generazione nel modo più sincero possibile e nel rispetto della complessità e del disordine di tutto ciò. Passare dalla giovinezza all’età adulta è un momento intenso, terrificante ma anche bello, è per molti versi l’esperienza di chiunque, a qualsiasi età, che perde il suo vecchio io e diventa nuovo. Volevo esplorarlo”15.

Il copione subì molte revisioni del testo e diversi cambiamenti (tra gli altri, meno commedia e più personaggi rispetto alla prima versione), non solo nel titolo. Sul set tutto andò per il meglio, nonostante i timori che l’aspetto mite di Kelly Fremon Craig ha da sempre generato nei produttori, e che ne hanno probabilmente frenato la carriera: “Kelly è una ragazza di Orange County, è un delizioso essere umano e c’è stato un momento in cui ci eravamo preoccupati se non fosse troppo ‘carina’ per questo lavoro”, ha rivelato Brooks. “Ma lei si è dimostrata una forza della natura. Non credo che sapesse di poterlo essere, di poter mettere nel lavoro tutta questa passione ed energia. Due giorni dopo l’inizio della produzione sapevamo che era nata per questo lavoro, ed è stato bello vederlo succedere!”16.

La diciassettenne Nadine affronta la vita con un senso di inadeguatezza congenito: non si sente apprezzata da nessuno (tranne il padre, scomparso troppo presto, e la sua migliore amica), non stima sé stessa e chi le sta intorno, detesta il fratello “perfetto” e si trova fuori contesto ovunque. Le cose, con questo atteggiamento, non possono che peggiorare… e così inevitabilmente accade, quando si è totalmente ciechi rispetto a ciò che si ha intorno. Divertente ma capace di interessanti riflessioni, il copione è in grado di accontentare sia chi cerca un po’ di svago sia chi vuole qualcosa di più.

“17 anni (e come uscirne vivi)” viene acclamato dalla critica, che lo definisce un “tributo moderno all’amato John Hughes”17, forse la lode più apprezzata in assoluto dalla regista visto il suo dichiarato amore per quell’autore. Grazie alla sua protagonista egoista – e ancor più egocentrica, un personaggio non positivo ma di cui capiamo le debolezze: per questo ci si affeziona ai suoi errori e si “tifa” per lei, nonostante tutto.

Dove risiedono i meriti di un lavoro così riuscito e apprezzato? Sicuramente nella perfetta interpretazione di Steinfeld, capace di aderire alle intenzioni dell’autrice e – parole della stessa Fremon Craig18 – “di trovare i toni giusti tra le righe della sceneggiatura”. E poi nella credibilità del testo (“Ho trascorso circa sei mesi solo parlando con ogni adolescente su cui potevo mettere le mani”19), che è stata difesa fino all’ultimo, anche a costo – come poi avvenuto – di essere etichettati come “Rated R”, vietati cioè ai minori di 17 anni non accompagnati. “Il film doveva avere la cadenza, il cuore e il ritmo di come le persone si parlano davvero”, ha dichiarato la coproduttrice Amy Brooks20. Parolacce comprese.

Infine, l’accurata scelta del cast: in particolare da segnalare il giovane Hayden Szeto nel ruolo dell’impacciato Erwin e Woody Harrelson, straordinario interlocutore e insolito “maestro di vita” per la ragazza. “Spero che la gente guardi questo film – ha confessato la sua autrice21 – e pensi ‘conosco quella persona, sono quella persona, là ci sono stato, questo è ciò che ho provato…’. Spero che si ritrovino in questo film, ci ho messo tutte le mie esperienze personali”.

“17 anni (e come uscirni vivi)”, ha perfettamente sintetizzato la sua attrice protagonista22, è “la storia di una ragazza che cerca di trovare una connessione e un contatto con chiunque e con qualsiasi cosa. La cosa più soddisfacente nella visione è vederla scoprire che quella connessione è sempre stata lì, davanti a lei”.

I riscontri tutti positivi del suo esordio da regista (capace di un discreto andamento anche al botteghino, con 20 milioni di incasso nel mondo e un budget dichiarato di 923) e i tanti premi ricevuti (tra cui le vittorie come miglior sorpresa per la Detroit Film Critics Society e come miglior esordio per il New York Film Critics Circle24) avrebbero dovuto creare per Kelly Fremon Craig le condizioni migliori per proseguire il suo lavoro con maggiore agevolezza e continuità. E invece dopo l’ottimo biennio 2016-2017 le cose si arenarono nuovamente.

Non che le siano mancati i lavori25 e qualche soddisfazione, ma nulla – fino alla metà del 2020 in cui scriviamo – che sia lontanamente all’altezza delle premesse. L’intesa tra le parole di Fremon Craig e l’interpretazione di Steinfield convinsero i produttori della saga-kolossal dei Transformers a chiederle in extremis un intervento per migliorare la sceneggiatura dello spin off “Bumblebee”, ambientato nel 1987 e diretto da Travis Knight, di cui l’attrice era protagonista nel ruolo di Charlie.

Non è chiaro quale e quanto sia stato il suo apporto al film (il suo nome non è inserito nei titoli di testa e di coda, ma solo in calce a qualche poster26 e non risulta neanche nella scheda su IMDb.com27), ma non stupirebbe scoprire che ci sia stato il suo zampino nella scelta di inserire alcuni secondi dal classico di John Hughes, “Breakfast Club”. Sono le parole della stessa Steinfeld a dire qualcosa in più sullo sviluppo della collaborazione: “Christina Hodson ha scritto una sceneggiatura straordinaria, che mi ha attirato in questo mondo. Poi Kelly Fremon Craig, che mi ha diretto in ‘The Edge of Seventeen’, ha effettuato una riscrittura e insieme abbiamo avuto conversazioni meravigliose sullo sviluppo della voce di Charlie come l’avete poi vista sullo schermo”28.

Da un franchise di successo tra i giovani a un altro, più amato forse dai giovanissimi (e dai loro nostalgici genitori): nel 2018 le viene affidata la scrittura di un nuovo film della serie di Scooby-Doo29, diretto da Tony Cervone e in cui sarebbe stata raccontata la prima avventura della “Scooby Gang”. Il film ha subito qualche ritardo ed è stato mostrato al pubblico statunitense solo il 15 maggio 2020, col titolo “Scoob!”, con critiche decisamente negative: nessuna colpa, però, per la sceneggiatrice californiana il cui apporto (non è lecito sapere il perché) è stato completamente cancellato dai credits (come sceneggiatori sono citati “solo” Adam Sztykiel, Jack Donaldson, Derek Elliott e Matt Lieberman). Poco male per lei, è davvero raro trovare parole positive su questo film…

Sempre nel 2018, la sceneggiatrice era stata coinvolta da YouTube nel progetto di trasformare quello che è finora il suo unico film da regista in una serie televisiva. Ma “The Edge of Seventeen” non diventerà una serie: l’annuncio è stato dato, senza grandi spiegazioni, nel maggio del 202030. Nonostante le buone premesse: avrebbe dovuto essere uno spinoff del film, scritto da Craig insieme ad Annabel Oakes, con un nuovo cast e nuovi personaggi (ma nello stesso “ambiente”)31.

Un altro progetto annunciato da tempo e che – si spera – potrà ancora vedere la luce è un nuovo lavoro scritto (e diretto) da Kelly Fremon Craig e prodotto da James L. Brooks, “Are you there God? It’s me, Margaret32, dall’omonimo romanzo d’esordio di Judy Blume, mai tradotto finora in italiano ma di culto nei paesi anglosassoni. Il libro racconta le storie di personaggi femminili alle prese con le questioni che ogni adolescente si trova ad affrontare nella sua crescita, fisica e psicologica33.

Anche di questo progetto se ne è iniziato a parlare nel 2018, e allora l’entusiasmo era al massimo nelle parole della stessa Kelly Fremon Craig: “È raro per me imbattermi in una donna o ragazza che non ha letto quel libro, e a tutte ogni volta si stringe il cuore emettendo un sussulto gioioso. Quel testo per me è stato come una zattera di salvataggio nei momenti in cui mi sentivo persa: questo libro arriva e ti dice che non sei sola. Tutte le donne ricordano dove erano quando l’hanno letto. Non riesco a pensare a un altro libro di cui puoi dire queste cose. Le emozioni che mi ha fatto provare vivono in me per sempre. Judy mi ha detto che se qualcuno dovesse girare un film da uno dei suoi libri, spera che abbia lo stesso tono e le stesse sensazioni di ‘The Edge of Seventeen’! È forse il più grande complimento che abbia mai ricevuto, è sempre stata una stella polare per me come scrittrice”. Non resta che attendere.

NOTE

1https://variety.com/2007/film/features/kelly-fremon-1117967389/
2https://en.wikipedia.org/wiki/Kelly_Fremon_Craig
3https://variety.com/2007/film/features/kelly-fremon-1117967389/
4https://variety.com/2007/film/features/kelly-fremon-1117967389/
5https://variety.com/2007/scene/markets-festivals/swank-developing-intimate-2-1117962139/
6https://variety.com/2007/film/features/kelly-fremon-1117967389/
7https://www.behance.net/gallery/4107783/Streak
8https://www.imdb.com/title/tt1280549/releaseinfo?ref_=tt_ov_inf
9Per il ruolo era stata scelta Amanda Bynes, sostituita poco prima delle riprese (https://www.smh.com.au/entertainment/movies/actress-announces-retirement-on-twitter-20100621-ypq4.html?autostart=1 ).
10Intervista contenuta negli extra della versione home video.
11https://www.rogerebert.com/reviews/post-grad-2009
12https://deadline.com/2011/03/gracie-films-buys-spec-besties-118818/
13https://deadline.com/2011/03/gracie-films-buys-spec-besties-118818/
14https://creativescreenwriting.com/edge-of-seventeen/
15https://writingstudio.co.za/the-edge-of-seventeen-a-coming-of-age-comedy-with-a-refreshingly-authentic-voice/
16https://writingstudio.co.za/the-edge-of-seventeen-a-coming-of-age-comedy-with-a-refreshingly-authentic-voice/
17http://weliveentertainment.com/welivefilm/tiff-2016-edge-seventeen-review-tribute-john-hughes/
18https://www.youtube.com/watch?v=4cmYSbCZB4Y
19https://creativescreenwriting.com/edge-of-seventeen/
20https://writingstudio.co.za/the-edge-of-seventeen-a-coming-of-age-comedy-with-a-refreshingly-authentic-voice/
21Idem
22Idem
23https://www.boxofficemojo.com/title/tt1878870/?ref_=bo_se_r_1
24https://en.wikipedia.org/wiki/Kelly_Fremon_Craig#Accolades
25https://www.hollywoodreporter.com/news/edge-seventeen-filmmaker-chernin-entertainment-team-wild-game-1078355
26https://www.tfw2005.com/boards/attachments/credit-png.28062283/
27https://www.imdb.com/title/tt4701182/?ref_=nm_flmg_act_12
28https://www.hollywoodreporter.com/heat-vision/bumblebee-hailee-steinfeld-got-a-surprise-birthday-party-at-premiere-1168147
29https://www.tomshw.it/culturapop/primo-trailer-per-scooby-il-nuovo-film-danimazione-in-cgi-di-scooby-doo/
30https://www.slashfilm.com/edge-of-seventeen-series-canceled/
31https://www.hollywoodreporter.com/live-feed/edge-seventeen-tv-spinoff-set-at-youtube-1109937
32https://deadline.com/2018/10/judy-blume-movie-are-you-there-god-its-me-margaret-james-l-brooks-kelly-fremon-craig-the-edge-of-seventeen-1202482634/
33https://www.illibraio.it/news/dautore/judy-blume-intervista-389285/