Al 39. TORINO FILM FESTIVAL come evento speciale è in programma “Giovanna, storie di una voce“, un film documentario di Chiara Ronchini.
Arriva in prima mondiale al 39. Torino Film Festival Giovanna, storie di una voce, il film documentario di Chiara Ronchini che racconta il percorso di una delle personalità più originali e ricche di tutta la musica italiana, Giovanna Marini. La grande artista e ‘pasionaria’ della nostra tradizione musicale, una vita di canti, racconti, incontri per tutto il Paese, a fianco di compagni di strada come Pasolini, Calvino, Dario Fo, Roberto Leydi, De Gregori, Gianni Bosio, raccontando lotte, passaggi storici e personali, con quella che lei chiama ‘musica, ma dall’altra parte del Potere’. Prodotto e distribuito da Luce-Cinecittà in associazione con A_LAB srl
un viaggio visivo e sonoro che ripercorre vita voce e pensiero di questa Instancabile musicista, cantante, compositrice, ricercatrice, insegnante, interprete battagliera e riflessiva delle lotte sociali e umanitarie.
Giovanna Marini racconta Storia e storie per musica da tutta una vita. Dal 1958 compone, raccoglie e interpreta canti di tradizione orale, tessendo una Storia “altra” del nostro Paese, fatta di voci, persone, percorsi che non appartengono alla Storia dei grandi e dei famosi. Voce sorprendente, donna incredibile, fuori da ogni schema e scuola, Giovanna Marini attraversa inarrestabile da 60 anni luoghi, lotte e movimenti di tutta Italia con una chitarra tra le braccia. A partire dal suo percorso artistico, il film tesse una Storia antropologica e sociale del Paese, tra immaginario d’archivio e contemporaneo, ricostruendo una memoria che lontana da logiche nostalgiche vede nelle pieghe del passato un mondo sommerso di possibilità per il futuro.
Un film paesaggio sonoro, un viaggio per l’Italia in cui le immagini d’archivio sono colonna sonora, e le musiche, attraverso la voce di un’artista unica, sono la nostra storia.
Spiega la regista: “Giovanna Marini è una figura complessa, che sfugge alle semplificazioni. Musicista, interprete, compositrice, didatta, è voce unica nel panorama sonoro. In quel particolare utilizzo della voce, nella postura, nel timbro, nella struttura ritmica c’è qualcosa che rompe fortemente con il sistema precostituito, con la chiesa, lo stato, l’economia… proponendo a chi l’ascolta una visione altra, meno sicura, meno semplice, ineffabile, per usare una sua parola. Lavorando con l’Archivio storico mi appassiona il processo di ri-significazione, ri-utilizzo oltre la fonte storica. Materiale come custode di qualcosa di profondamente vivo, culturalmente e sociologicamente, strumento per una rilettura circolare del passato, delle rovine, delle culture subalterne del nostro paese. Che lontane dall’essere morte o passate, conservano possibilità di riscatto per il nostro tempo, presente e futuro”.