Gli appuntamenti al Festival Cinemambiente iniziano in mattinata con la tavola rotonda “La comunicazione scientifica nella società multimediale” (ore 10.30, Circolo dei lettori) – organizzata dal Festival con il Premio per la comunicazione in neuroscienze “Aldo Fasolo” – che affronta un tema di stringente attualità. A partire dall’assunto che, in un mondo stravolto da cambiamenti ed eventi anche drammatici, una comunicazione efficace è fondamentale per veicolare correttamente il senso della ricerca scientifica e per contrastare il dilagare delle fake news, l’incontro approfondisce le possibilità di utilizzo del video e di un approccio multimediale per trasmettere un’informazione rigorosa alle diverse componenti della nostra società. Alla tavola rotonda partecipano Andrea Calvo, docente di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” – Università di Torino, Silvia De Marchis, neurobiologa e presidente del comitato scientifico del Premio “Aldo Fasolo”, Giuseppe Tipaldo, docente di Sociologia della Pseudoscienza e Metodi digitali presso il Dipartimento di Culture, Politiche e Società – Università di Torino, Beatrice Mautino, comunicatrice e divulgatrice scientifica, Samer Angelone, ricercatore presso il Department of Evolutionary Biology and Environmental Studies – Università di Zurigo e presidente della Swiss Science Film Academy.
Nel pomeriggio prende il via la sezione del Concorso cortometraggi, che, con 19 titoli selezionati in una sempre più prolifica produzione internazionale, conferma la grande vitalità del formato breve nel cinema ambientale. I film in gara sono suddivisi in tre giornate di proiezione. Nella prima (dalle ore 17, Cinema Massimo – Sala Cabiria) vengono proposti sei titoli. Il canadese Belle River, di Guillaume Fournier, Samuel Matteau e Yannick Nolin, è girato in Louisiana, dove, nel 2019, le inondazioni primaverili del Mississippi hanno raggiunto livelli altissimi. Mentre gli abitanti di Pierre-Part si preparano al peggio e le autorità locali temono di dover aprire lo sfioratore di Morganza per proteggere New-Orleans e Bâton-Rouge, non resta che armarsi di fede e resilienza. L’indiano Khushboo, di Vikrant Sidhu, è uno sguardo sul Punjab rurale visto con gli occhi di un anziano contadino, testimone silenzioso di una terra, sempre percorsa da conflitti, che nei secoli si è modellata su un’economia agricola e ora sta perdendo le sue tradizioni e la sua cultura. Il duo di registe franco-tedesche Camille Tricaud e Franziska Unger, già autrici del surreale Apocalypse Airlines presentato al Festival due anni fa, firmano un’altra satira pop sulla fine del mondo trasformata in business. In Apocalypse Baby. We Advertise the End of the World, la più cinica delle televendite smercia prodotti assortiti che garantiscono piena soddisfazione a consumatori alle prese con problemi di inquinamento dell’aria, innalzamento dei mari, riscaldamento globale. In Nuisance Bear i canadesi Jack Weisman e Gabriela Osio Vanden documentano quanto accade ogni anno a Churchill, cittadina costiera nel nord del Paese situata lungo il percorso migratorio degli orsi polari, i quali, frastornati e spaesati, per raggiungere la loro meta sono costretti ad arrancare tra folle di turisti accorsi a immortalarli con cellulari e macchine fotografiche. View della norvegese Odveig Klyve offre un’altra prospettiva sul turismo da crociera, sempre più invasivo, documentando che cosa accade quando navi troppo grandi entrano in città portuali troppo piccole. Cortometraggio sperimentale, Black Summer. Australia 2019-2020, del tedesco Felix Dierich, utilizza le immagini catturate dal satellite meteorologico Himawari-8 per documentare l’estate tragica in cui il continente australiano ha subito alcuni dei peggiori incendi della sua storia, con perdite pesantissime di aree forestali, fauna selvatica e vite umane. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Ancora nel pomeriggio, due film di stretta attualità si occupano, in maniera diversa, della salute umana in parallelo a quella della Terra. Presentato nella sezione Made in Italy, One Earth – Tutto è connesso (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Francesco De Augustinis, mostra quanto e come il sistema alimentare mondiale sta compromettendo in modo irreversibile il fragile equilibrio del Pianeta. Dalla Cina, nuovo gigante della produzione di cibo, ai laboratori della “Food Silicon Valley” in Olanda, alle terre contese alle popolazioni indigene in Brasile, alle minacce globali per la salute dell’uomo, alle questioni etiche sottese al nostro rapporto con la natura, il documentario affronta temi apparentemente lontani tra loro, rivelando come tutto sia connesso e tutto concorra alla crisi ambientale globale. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Nella sezione non competitiva Panorama, invece, il film di produzione francese Allergy Alert: Paranoia in Our Immune System (ore 18.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Cosima Dannoritzer, approfondisce il fenomeno delle reazioni avverse a molteplici sostanze – dalle arachidi al polline, dal pelo dei gatti agli acari della polvere – ormai dilaganti in tutto il mondo. A fronte delle previsioni degli esperti, secondo cui entro il 2050 una persona su due soffrirà di allergie, il film illustra le interazioni tra genetica, fattori ambientali e il nostro moderno stile di vita, oggetto di nuovi e rivoluzionari studi per la prevenzione e il trattamento. La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista. 3
Molti anche gli appuntamenti in serata. Per la sezione competitiva del Concorso documentari viene presentato il film firmato a quattro mani dal canadese Niobe Thompson e dall’australiana Daniella Ortega Carbon: The Unauthorised Biography (ore 20, Cinema Massimo – Sala Cabiria), che elegge a protagonista il più incompreso tra gli elementi naturali. Il film ricostruisce la storia paradossale del carbonio, all’origine della vita sul nostro Pianeta ma oggi in grado di annientarla, e il suo ruolo nell’evoluzione della Terra fino ad arrivare alle rivoluzioni dei combustibili fossili e ai terribili conflitti che ne sono derivati e ne derivano.
In parallelo vengono proposti dalle ore 20 (Cinema Massimo – Sala Soldati), in successione, altri titoli della sezione Made in Italy, tre dei quali ambientati nelle nostre montagne. Alpinestate, di Michele Trentini, attraverso una serie di “inquadrature-visioni”, evoca la meraviglia e la complessità di alcuni paesaggi alpini, pensati con nostalgia durante il lockdown e riscoperti nel periodo estivo. Diretto sempre da Michele Trentini, Paesaggio fragile ci porta poi in Val Visdende, la valle alpina situata nel Comelico rimasta profondamente segnata dalla tempesta “Vaia”. Oggi, la presenza discreta di alcuni abitanti e visitatori segnala la graduale rinascita di queste straordinarie aree boschive, rivelando la fragilità di un territorio affascinante che resiste nonostante le difficoltà. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con il regista. Tra le montagne più alte delle Alpi, il Cervino, vetta di confine, domina due delle mete più note degli appassionati di sport invernali. Two Headed Mountain, di Jacopo Marzi, ci mostra, in un confronto diretto, quanto accaduto durante la pandemia da Covid 19 a Breuil-Cervinia, sul versante italiano, dove vigevano rigide restrizioni, e a Zermatt, sul versante svizzero, dove i flussi turistici sono stati regolati in modo molto diverso. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Si cambia totalmente scenario, poi, con altri due titoli (dalle ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) della sezione. Tardo Agosto, di Federico Cammarata e Filippo Foscarini, ci porta nella sperduta campagna siciliana, tra i paesaggi di un’isola ferita, dove il suono intermittente delle cicale, i fumi degli incendi, il rumore del vento e della pioggia si mescolano in una dimensione sospesa e in un repentino cambio del tempo che segna la fine di un’estate soffocante. Nel Sud è ambientato anche Isole, di Desirée Alagna, che esplora la relazione irrisolta con la perdita e l’utopia insita nell’idea stessa di isola. Realizzato con materiale d’archivio, il cortometraggio ricostruisce infatti la storia dell’Isola Ferdinandea, nata da un’improvvisa eruzione nel 1830 al largo di Sciacca e scomparsa dopo soli sei mesi. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista. 4
Chiude la giornata un altro film in gara nel Concorso documentari, Ressources (ore 22, Cinema Massimo – Sala Cabiria), dei canadesi Hubert Caron-Guay e Serge-Olivier Rondeau, girato in Québec, dove l’industria della carne è in piena espansione e dove nei grandi allevamenti intensivi e negli impianti di macellazione viene assunta mano d’opera a basso costo, principalmente richiedenti asilo provenienti dall’America Latina: in una terra inaridita e impoverita dalla monocoltura del mais, i destini di uomini e animali si intrecciano nel nome della massimizzazione del profitto. La proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi.