Il film di aprile del Goethe Film Forum, l’appuntamento mensile con il cinema tedesco presso il Goethe Institut di Torino, è Curveball – Noi creiamo la verità, inedito in Italia, primo film di finzione dedicato al caso “Curveball”, nome in codice dato dalla CIA all’iracheno Rafid Alwan, richiedente asilo in Germania, che fornì ai servizi segreti tedeschi le false prove sull’esistenza di armi biologiche irachene che vennero utilizzate dal governo degli Stati Uniti nel 2003 per giustificare l’invasione dell’Iraq di fronte all’ONU e all’opinione pubblica mondiale. Un crescendo di colpi di scena tragicomici, a volte grotteschi, una storia d’amore e sospetti tra due agenti segreti, i contraddittori rapporti tra Germania e Stati Uniti, ma soprattutto “una storia vera, purtroppo” come si avverte all’inizio del film. Il film è in programma giovedì 27 aprile, ore 18:30, e venerdì 28 aprile, ore 10:30, al Goethe-Institut di piazza San Carlo 206. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Johannes Naber è il regista dei pluripremiati Der Albaner (L’albanese) e Zeit der Kannibalen (Il tempo dei cannibali), entrambi presentati negli scorsi anni al Goethe Film Forum.
Il film inizia nel 1997 in Iraq, dove Wolf (interpretato da Sebastian Blomberg), esperto di armi biologiche dei servizi segreti tedeschi (il BND) e l’agente della CIA Leslie (interpretata dall’attrice statunitense Virginia Kull), stanno cercando invano le inesistenti armi di distruzione di massa. Nel 1998 viene interrotta la missione degli ispettori dell’ONU in Iraq e Wolf e Leslie, che oltre che colleghi sono diventati amanti, tornano nei rispettivi paesi. L’azione si sposta in Germania, dove Rafid Alwan (interpretato dall’attore di origini irachene Dar Salim), arrivato in Germania nel 1999 e residente nel centro di soggiorno per richiedenti asilo di Zindorf, inizia a fornire al BND dichiarazioni sull’esistenza di laboratori segreti per la produzione dell’antrace. In un crescendo di colpi di scena tragicomici, a volte grotteschi, si mostra come Alwan impari a raccontare al BND quello che esso vuole sentirsi dire, l’entusiasmo iniziale del BND per essere riuscito a ottenere la prova di ciò che gli Stati Uniti stavano cercando, poi la delusione e i problemi man mano che emergono le prove che Alwan ha inventato tutto per ottenere l’agognato passaporto tedesco. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 e i fallimentari tentativi di collegare Saddam Hussein ad Al Qaida, la pressione dei governi sui servizi segreti per trovare prove che giustifichino l’invasione dell’Iraq diventa frenetica. Leslie e Wolf si ritrovano di nuovo assieme in Germania, in una relazione che diventa sempre più conflittuale e in situazioni rocambolesche, così come stanno diventando problematici i rapporti tra Stati Uniti e Germania, il cui governo manifesta una crescente contrarietà a un intervento militare in Iraq.
Si arriva infine alla celebre riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU del febbraio 2003, presieduta dal ministro degli esteri tedesco Joshka Fischer, dove Colin Powell, segretario di stato degli Stati Uniti, mostra al mondo una fialetta di antrace e immagini dei laboratori segreti mobili per la sua produzione, immagini elaborate al computer a partire da un disegno fornito da Alwan, nonostante fosse ormai noto ai servizi segreti di diversi paesi, compresi quelli statunitensi, che si trattasse di un falso. Pochi giorni dopo, nonostante l’opposizione di Francia e Germania, che impediranno l’approvazione dell’intervento militare da parte dell’ONU e non parteciperanno poi alla coalizione guidata degli Stati Uniti, e le numerose manifestazioni di protesta che si svolgeranno in tutto il mondo, hanno inizio i bombardamenti e l’Operazione Iraqi Freedom.