Cinemambiente, il programma di mercoledì 7 giugno

La giornata di proiezioni al Festival Cinemambiente si apre, nel pomeriggio, con una coppia di titoli della sezione non competitiva Made in Italy, dedicati ai corsi d’acqua che attraversano due città. Il fiume per noi. La vita che scorre (ore 17.00, Cinema Massimo – Sala Soldati) mette in luce le peculiarità e le criticità che il tratto urbano del Po presenta attraversando la città di Torino. Il cortometraggio, che racconta il fiume sia “da dentro”, sia dalle sue sponde, raccogliendo le testimonianze di quanti lo frequentano per lavoro o fruiscono delle sue acque, è realizzato da Elena Comino, professore associato in Ecologia applicata del Politecnico di Torino, che da molti anni si occupa di ecologia degli ecosistemi fluviali, e da Laura Dominici, ricercatrice presso il Politecnico di Torino. Al termine della proiezione incontro con le autrici. Il documentario Io, Tevere – Le radici del mare (ore 17.00, Cinema Massimo – Sala Soldati) è un viaggio alla riscoperta della bellezza dimenticata del Tevere e, nello stesso tempo, una denuncia degli interventi scellerati che lo hanno portato all’attuale stato di inaccettabile degrado. Le voci narranti sono quelle di Marco Spinelli, fotografo, documentarista e regista del film, e di Roberto D’Amico, campione italiano di surf e attivista, che, con la sua associazione Roby Clean-up, è protagonista di numerose iniziative e progetti per la conservazione dell’ambiente marino e la salvaguardia delle spiagge. Al termine della proiezione incontro con il regista e Roberto D’Amico.

Nel secondo pomeriggio, per la sezione non competitiva Panorama, viene presentato un film in arrivo dalla Danimarca – dopo il Bangladesh, il secondo Paese più coltivato del mondo – che ha perso in venti anni l’80% delle specie autoctone: è ora di ripristinare la biodiversità. In Organized Wilderness (ore 18.00, Cinema Massimo – Sala Cabiria) la danese Phie Ambo segue, in tutte le sue fasi, l’ambizioso progetto di “rewilding” di un’area dello Jutland settentrionale, mostrando la confusione e le contraddizioni che emergono quando gli umani tentano di ristabilire la loro connessione con la natura. La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista.

Sempre nel secondo pomeriggio, il Festival dedica uno spazio speciale al suo Premio letterario Le Ghiande, giunto alla settima edizione, che si presenta quest’anno in una versione rinnovata, dotandosi di un comitato selezionatore e coltivando l’aspirazione a diventare un punto di riferimento nella sempre più vasta produzione editoriale a tema ambientale. Il riconoscimento quest’anno è attribuito a Claudio Morandini, che sarà ospite del Festival per un incontro (ore 18, Il Circolo dei lettori) a cui interverranno i componenti del comitato selezionatore: Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente, Serenella Iovino, saggista e docente di Italian Studies and Environmental Humanities presso la University of North Carolina, lo scrittore Matteo Righetto e il giornalista Marco Fratoddi. Il dialogo a più voci sarà occasione per un excursus sull’opera dell’appartato scrittore valdostano: dalle sue insolite storie di montagna (Neve, cane, piede del 2016, Le pietre del 2017, Gli oscillanti del 2019), dove, come rileva la motivazione del Premio, l’ambiente “non è uno sfondo, ma un personaggio a tutto tondo”, una “presenza perturbante con una volontà tutta sua che si mescola e intralcia e scompagina le intenzioni degli umani”, ai libri con cui Claudio Morandini esplora i confini tra reale e fantastico e sperimenta il connubio tra forme e generi differenti, come A gran giornate (2012) e il recente Catalogo dei silenzi e delle attese (2022). L’incontro, con letture a cura di Roberto Accornero, sarà seguito da un aperitivo con l’autore.

Ancora nel secondo pomeriggio, la sezione Made in Italy presenta un’altra coppia di titoli. Linea 7000 (ore 18.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Giacomo Piumatti, è il racconto di un viaggio alla scoperta di parchi nazionali, naturali e regionali con i loro ambienti unici e suggestivi. Il film segue il giornalista e alpinista Gian Luca Gasca – dal quale è nata l’idea del documentario – lungo la linea del Sentiero Italia CAI, che, con i suoi 7850 km, abbraccia l’intero Paese, attraversando le Alpi, gli Appennini e le due isole maggiori, Sicilia e Sardegna. Per rendere il suo trekking ancora più ecosostenibile, il protagonista affianca i percorsi a piedi all’uso dei mezzi pubblici, previsti dal progetto del Club Alpino Italiano, che collegano le città ai sentieri. Al termine della proiezione incontro con il regista. Il documentario Dove l’uomo non è più sovrano (ore 18.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Paolo Rossi e Nicola Rebora, è un breve film sui boschi e gli animali selvatici dell’Appennino delle Quattro Province (a cavallo tra Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza), dove, da quando l’uomo ha abbandonato le montagne, la natura si è ripresa i suoi spazi: i faggi riconquistano i pascoli, i carpini e le querce ricoprono le zone più impervie. All’ombra di quei grandi alberi, una nuova generazione di tassi, volpi e lupi impara dai genitori le sofisticate regole per sopravvivere il più a lungo possibile in natura. Al termine della proiezione incontro con Paolo Rossi, regista.

In serata, il cartellone presenta due titoli del Concorso Documentari. Il film Paradise (ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Alexander Abaturov, ci porta in un epicentro del cambiamento climatico, in una Siberia diventata negli ultimi anni sempre più calda, la cui regione nord-orientale è stata, nell’estate del 2021, devastata da un gigantesco incendio alimentato dalla siccità e dal vento. Qui, nel cuore della taiga, nel villaggio di Šologon, ai margini di una delle zone remote dove il governo di Mosca non reputa conveniente intervenire a domare gli incendi, gli abitanti, abbandonati a se stessi, combattono come possono contro lo spaventoso Dragone, l’avanzata implacabile del fuoco. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista. ll tedesco Nuclear Nomads (ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Kilian Armando Friedrich e Tizian Stromp Zargari, indaga invece la realtà di quanti, in Francia, lavorano per le ditte che hanno in subappalto le pulizie degli impianti nucleari. Ben pagati, mossi dall’obiettivo di guadagnare il più possibile nel minor tempo possibile, i “nomadi del nucleare” vivono accampati nelle roulotte con cui si spostano di impianto in impianto, accumulando a ogni tappa un’altra dose di radiazioni… La proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi.

Sempre in serata, si succedono ancora quattro titoli della sezione Made in Italy. Il lungometraggio Alle radici del cielo (ore 20.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di
Raffaella Tolicetti, è una storia d’amore per la montagna e di un rifugio alpino unico, che sorge a 2600 metri di altezza, ai piedi del Monte Rosa, serve cibo vegano, usa energia prodotta in modo pulito, ha il minor impatto possibile sulla natura circostante. Aperto anche d’inverno, l’Orestes Hütte è gestito dalla famiglia Squinobal, che ha scelto di vivere la montagna in modo diverso. Nel ripercorrere la storia del rifugio, il film incrocia le figure di due grandi montanari, Oreste Squinobal – a cui la Hütte è intitolata – e suo fratello Arturo, che, dalle Alpi all’Himalaya, hanno scritto pagine uniche di un alpinismo fatto di passione, onestà e umiltà. Al termine della proiezione incontro con la regista.

A seguire (dalle ore 22), tre cortometraggi. Confine liquido, lavoro di diploma al CSC di Palermo di Andrea Scimone, vede protagonista il mare, vissuto sulla riva siciliana dello Stretto di Messina, confine naturale che separa gli abitanti della costa dal resto del mondo. Con Donde los niños no sueñan di Stefano Sbrulli, regista, fotografo e artista visivo, ci spostiamo poi a Cerro De Pasco, città peruviana costruita ai margini di un’enorme miniera a cielo aperto dove si estraggono piombo, zinco e altri metalli pesanti. In uno dei luoghi più inquinati del Pianeta, il film si sofferma sulle tragiche vite degli abitanti, consapevoli dell’intossicazione alla quale sono esposti e che colpisce gravemente soprattutto i bambini, ma senza via di fuga a causa della loro condizione economica. Girato in Senegal e realizzato dal ricercatore delle culture del Mediterraneo e dell’Africa subsahariana Angelo Urgo e dal filmmaker Luca Walter Mariani, Seed Boom: Eco Guerrilla to Climate Change raccoglie le testimonianze dei giovani attivisti, agricoltori, pescatori che ogni giorno si battono per rendere i cambiamenti climatici un’occasione di riflessione sul nostro modo di essere umani. Il titolo del film nasce da una proposta di documentazione del progetto Mindchangers di NutriAid International, con il supporto di Regione Piemonte e dell’Unione Europea. Le proiezioni saranno seguite dagli incontri con i registi.