La giornata si apre con un appuntamento dedicato alla formazione, specificamente nel campo della comunicazione scientifica, la cui reale efficacia è stata oggetto di dibattito durante la pandemia e a cui il Festival Cinemambiente dedica anche quest’anno particolare attenzione. Rientra in quest’ambito FI(na)LMENTE, progetto nato da una proposta del Dottorato in Neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino e dell’Associazione InTo Brain, in collaborazione con la Scuola di Dottorato dell’Università degli Studi di Torino, il Festival CinemAmbiente e la Science Filmmaking Marathon dell’Università di Zurigo, con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo. L’iniziativa ha offerto a quindici dottorandi e dottorande dell’Università di Torino l’opportunità fuori dagli schemi di seguire un corso intensivo per sviluppare competenze creative e tecniche necessarie ad una divulgazione scientifica efficace attraverso il mezzo audiovisivo. Lavorando in gruppi sotto la supervisione di registi professionisti, i dottorandi hanno realizzato tre cortometraggi sui loro temi di ricerca che saranno presentati nel corso dell’incontro “Comunicare la scienza. Pillole di storytelling & filmmaking” (ore 10.00, Il Circolo dei lettori). La proiezione sarà seguita da una tavola rotonda in cui si discuteranno vantaggi e limiti del mezzo video per una divulgazione scientifica dei risultati della ricerca. Al panel, che sarà introdotto da Giulia Carluccio, prorettrice dell’Università di Torino, interverranno Eleonora Bonifacio, direttrice della Scuola di Dottorato dell’Università di Torino, Andrea Calvo, coordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze
dell’Università di Torino, Silvia De Marchis, neurobiologa, docente in Anatomia Comparata e Citologia presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, Ilaria Gabbatore, presidente dell’associazione culturale InTo Brain, Francesco Ferrini, docente in Anatomia Veterinaria presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, Silvia De Francia, docente in Farmacologia presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino e Andrea De Bortoli, Area Valorizzazione e Impatto della Ricerca e Public Engagement dell’Università di Torino.
Anche nel pomeriggio viene dedicato uno spazio a una nuova iniziativa formativa. Quest’anno, per la prima volta, è stato avviato un percorso didattico in collaborazione tra CinemAmbiente ed ENAIP Piemonte (Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale), la più grande agenzia formativa della Regione Piemonte. L’iniziativa ha portato alla realizzazione, da parte degli studenti, di tre prodotti audiovisivi, che saranno proiettati al Festival (ore 16, Cinema Massimo – Sala Soldati): un cortometraggio di finzione, un cortometraggio documentario e uno spot, tutti con un focus comune, l’acqua. Il documentario Il privilegio racconta l’impatto dell’accelerazione della crisi climatica sugli ecosistemi montani attraverso le testimonianze di una coltivatrice, un antropologo e un guardiaparco; nello spot Relazione tossica, una coppia in crisi, impegnata in una seduta terapeutica animata da una vivace discussione, rivela una particolarità: lei, Marina, rappresenta l’acqua, lui, Raimondo, l’umanità; la piccola fiction Sete è, infine, ambientata in una Torino distopica, dove l’acqua potabile è diventata un bene di lusso e dove una madre, per salvare la figlia dalla disidratazione, è costretta a chiedere aiuto al fratello, invischiato in affari loschi.
Sempre nel pomeriggio, il cartellone propone il secondo appuntamento con il Concorso Documentari (dalle ore 16.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), nel quale vengono presentati quattro titoli. Ava Mocoi, the Twins, di Luiza Calagian e Vinicius Toro, è ambientato in un villaggio al turbolento confine tra Brasile e Paraguay, dove una popolazione di indigeni Guaraní, circondata da piantagioni di soia e mais transgenici e da minacciose guardie armate al servizio dei grandi proprietari terrieri, lotta per mantenere le proprie tradizioni e le proprie colture: la nascita di due gemelli e la profezia che li accompagna risollevano lo spirito della comunità. TsutsuE, di Amartei Armar, è ambientato in una piccola città del Ghana, ai margini di una grande discarica che sfocia direttamente nell’oceano, dove Okai, figlio di un pescatore, non si rassegna alla perdita del fratello maggiore, morto in un incidente in mare. Zug Island, del canadese Nicolas Lachapelle Plamondon, vede protagonista l’omonimo complesso industriale privato ai confini tra Windsor e Detroit: nella zona, da anni e anni, gli abitanti si lamentano del “Windsor hum”, una sorta di persistente e insopportabile ronzio, su cui il regista indaga imbattendosi nelle storie di chi vive all’ombra della misteriosa isola-fabbrica. Nothing Holier than a Dolphin, della greca Isabella Margara, mescola due antiche leggende del mare nella storia allegorica di un gruppo di pescatori che salvano un delfino, accidentalmente intrappolato nelle loro reti, e del delfino che poi, a sua volta, salva un pescatore caduto in acqua.
Ancora nel pomeriggio, si discute di una possibile, nuova città del futuro nel corso dell’incontro “Verso Torino Città 30 – In ricordo di Gabriele Del Carlo” (ore 17.30,
Cinema Massimo – Sala Soldati), organizzato dal Festival in collaborazione con Fiab Torino Bike Pride. L’iniziativa, che si pone idealmente nel solco dell’impegno dell’attivista ambientale – scomparso a soli 39 anni, da sempre promotore della mobilità attiva e tra i fondatori dell’Associazione Fiab Torino Bike Pride – è dedicata all’inclusione di Torino nel progetto Città 30 e alle prospettive di un’estensione a livello nazionale della tendenza a ridurre la velocità dei veicoli a motore in ambito urbano. All’incontro interverranno Elisa Gallo, presidente di Fiab Torino Bike Pride, Andrea Colombo, esperto strategico di mobilità sostenibile, spazio pubblico e ambiente della Fondazione Innovazione Urbana di Bologna, Chiara Foglietta, assessora alla Transizione ecologica, alle Politiche per l’ambiente, alla Viabilità del Comune di Torino, Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente; modera Giuseppe Piras, attivista ambientale e coordinatore alla Mobilità nella Circoscrizione 7.
Nel secondo pomeriggio viene presentato un titolo della sezione non competitiva Panorama, la produzione belga The Illusion of Abundance (ore 18.00, Cinema Massimo
– Sala Cabiria; in replica domenica 11 giugno, ore 21.00, Cinema Elios, Carmagnola – TO), diretta da Erika Gonzalez Ramirez e Matthieu Lietaert, che si focalizza su tre donne di altrettanti diversi Paesi dell’America Latina – Honduras, Brasile e Perù – accomunate dalla battaglia, condotta spesso a rischio della vita, in difesa delle loro comunità, delle loro terre, delle loro acque minacciate dal neocolonialismo delle multinazionali petrolifere e minerarie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista (online), Cristina Timponi Cambiaghi, di International Land Coalition, e Paola Ramello, del Coordinamento America Latina – Amnesty International Italia.
Verso sera si avviano anche le proiezioni della sezione non competitiva Made in Italy, con il documentario Franco Sartori – La città possibile (ore 19.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Ugo Roffi e Ludovica Schiaroli, che ci riporta alla Genova degli anni 80- 90. Attraverso la figura del sindacalista Franco Sartori, ci racconta una città segnata dalla crisi delle grandi fabbriche e del porto, dall’inquinamento, dall’assenza di politiche industriali. È in questo contesto che emergono nuovi soggetti politici, come il comitato Salute e Ambiente delle donne di Cornigliano, e personalità come Sartori, che vede nel Ponente il laboratorio da cui ripartire per costruire una nuova stagione di sviluppo urbano e un’altra città possibile: quella che non consuma il territorio, ma mette al centro lo sviluppo sostenibile, investe sui nuovi lavori e sui nuovi saperi. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
La parte competitiva del Festival riprende, in serata, con due titoli che gareggiano nel Concorso Documentari. Film di stringente attualità, Le Système Total. Anatomie d’une multinationale de l’énergie (ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Jean-Robert Viallet, affronta il problema della transizione ecologica nell’industria petrolifera analizzando il caso del colosso francese, che nel 2021 ha annunciato con una grande campagna mediatica il suo cambio di logo e di nome (diventato TotalEnergie) e il suo passaggio dalle forniture provenienti da fonti fossili a quelle ricavate da rinnovabili. La compagnia ha assicurato di non aver fatto un mero greenwashing, che il suo sviluppo è ormai indissolubilmente legato al futuro del Pianeta: ma il viaggio del documentario dal Texas all’Uganda, passando per il Golfo del Messico, racconta un’altra storia su quello che resta il vero core business della multinazionale. Al termine della proiezione gli studenti di EACT – Laboratorio di Comunicazione Ambientale del Corso di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, Università di Torino, dialogano con il regista. Sospeso tra documentario e fiaba, Lynx Man (ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Juha Suonpää, è girato invece nel folto della foresta, la cui vita selvaggia è ripresa anche attraverso fototrappole. Equivalente finlandese del Grizzly Man di Herzog, Hannu è un bizzarro eremita che si sente a tal punto connesso con una rara specie di linci da sostenere di parlare il loro linguaggio, anche se non può nascondersi di appartenere, a sua volta, alla specie più pericolosa per la sopravvivenza di questi sfuggenti e affascinanti felini. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista.
Sempre in serata, vengono proposti altri due titoli della sezione Made In Italy. L’ombra del fuoco (ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Enrico Pau, ci riporta al luglio del 2021, in Sardegna, al paesaggio lunare del Montiferru dopo il terribile incendio: un intero ecosistema distrutto, uliveti secolari ridotti in cenere, l’olivastro millenario di “Sa tanca manna” che pare ferito a morte. Dopo il disastro, l’economia dei luoghi è sconvolta, le persone vagano come fantasmi per strade e boschi sfigurati, alla ricerca di una memoria di cui non riescono più a trovare traccia. Eppure in mezzo a quella desolazione si sente inaspettato il canto delle cicale. Con una piccola troupe, il regista ha seguito per un anno le stagioni del fuoco, raccontando la resilienza degli uomini e della natura. Con Giardinieri d’assalto (ore 22.00, Cinema Massimo – Sala Soldati) si spazia, invece, in lungo e in largo per l’Italia – da Taranto a Milano, da Napoli a Bologna – dove semplici cittadini decidono di non restare fermi ad aspettare che le cose cambino, ma si trasformano in guerriglieri per il verde. Scendono in strada per ripulire e riqualificare – non autorizzati – intere aree urbane lasciate all’incuria o dimenticate dalle amministrazioni locali. Nato a New York negli anni 70, il movimento non-violento Guerrilla Gardening sta crescendo sempre di più anche in Italia. Uniti in una rete nazionale, questi nuovi eroi urbani si raccontano nel film di Angelo Camba, che ci ricorda quanto oggi piantare un seme sia un atto rivoluzionario. Entrambe le proiezioni saranno seguite da incontri con i registi.