“Per alcuni il Duke è sinonimo di reazione, maschilismo, suprematismo bianco. E allora perché dedicargli un omaggio? La risposta è molto semplice, e ce la fornisce Jean-Luc Godard nella stupenda frase che campeggia sul manifesto del TFF 2023. Perché il fascino segreto del cinema americano trova in John Wayne la sua visualizzazione più bella, forte, chiara. Io amo John Wayne perché in un film solleva Natalie Wood verso il cielo, perché in un altro film va a parlare con la moglie morta innaffiando la tomba, perché in un altro ancora parla di un giovane affermando che è talmente bravo con la pistola che non ha bisogno di dimostrarlo.
Se non fosse un mito, non avrebbe saputo mettere in scena la propria imminente morte in un film che parla esattamente di questo. E se non fosse John Wayne non avrebbe fatto un film che parla di scazzottate e ubriacature nei mari del sud solo perché voleva farsi una vacanza con i suoi migliori amici a base di bevute e, appunto, di scazzottate. Consideriamo questo omaggio, che propone ottime copie di film in gran parte restaurati, come un deferente omaggio all’attore che più di chiunque altro ha saputo impersonare il mito americano.
Era soprannominato il Duca per il suo modo elegante di camminare, non certo per la durezza delle nocche che faceva assaggiare ai nemici ma anche agli amici. Se il western è stata l’ultima grande forma di epica collettiva e se sta all’America come l’Iliade stava all’antica Grecia, Wayne è sicuramente Achille. Solo vederlo salire a cavallo dispensa grandi emozioni, e poco importa cosa pensasse del Vietnam. Avreste mai chiesto ad Achille cosa avrebbe votato alle elezioni?”. (Dalla cartella stampa ufficiale del TFF41)
THE BIG TRAIL / Tit.it.: IL GRANDE SENTIERO di Raoul Walsh, Louis R. Loeffler (USA, 1930, DCP, 125′)
3000 comparse e un grande attore (Wayne) per raccontare una carovana che dal Mississippi si dirige a Ovest. Primo grande western sonoro, un gioiello.
RED RIVER / Tit.it.: IL FIUME ROSSO di Howard Hawks, Arthur Rosson (USA, 1948, DCP, 133′)
Il mito del West, il difficile rapporto padre-figlio, l’amicizia virile che diventa quasi omosessualità, le grandi praterie del nuovo mondo, un bel po’ di umorismo: tutto in un film.
SHE WORE A YELLOW RIBBON / Tit.it.: I CAVALIERI DEL NORD OVEST di John Ford (USA, 1949, 35mm, 104′)
L’ufficiale sta per andare in pensione ma riesce a impedire una guerra indiana e a commuovere parlando con la moglie morta. E il sergente Quincannon…
HONDO di John Farrow (USA, 1953, DCP, 83′)
Gli indiani in questo film hanno uno spessore che dimostra che i tempi stanno cambiando, Hondo non risparmia pugni e consigli, John Ford mette lo zampino nella battaglia finale.
NORTH TO ALASKA / Tit.it.: PUGNI, PUPE E PEPITE di Henry Hathaway (USA, 1960, DCP, 122′)
John Wayne sa interpretare anche le commedie, come prova la sua lotta senza quartiere con Stewart Granger per la bella Capucine, mentre intorno stanno cercando l’oro.
DONOVAN’S REEF / Tit.it.: I TRE DELLA CROCE DEL SUD di John Ford (USA, 1963, DCP, 109′)
Gioiello misconosciuto di Ford&Wayne. Vogliono farsi una vacanza e propongono di fare un film ai tropici. Botte da orbi, ma i razzisti fanno una brutta fine.
THE SHOOTIST / Tit.it.: IL PISTOLERO di Don Siegel (USA, 1976, 35mm, 100′)
Solo un grande uomo poteva mettere in scena la sua morte riflettendo su tutto quello che aveva fatto in vita. Western crepuscolare straordinario, anche Laureen Bacall si innamora di lui.d