Luc Walpoth è il regista del film “Peripheric Love”, produzione italo-svizzera girata a Torino nell’autunno 2021 e in sala in Italia dall’11 gennaio 2024. Nel cast Fabio Troiano, Iazua Larios, Alessio Lapice, Bruno Todeschini e Christina Andrea Rosamilia.
«Ho vissuto qui a Torino 5 anni», spiega il regista svizzero, passato anche dal TorinoFilmLab. «Mi sono innamorato qui e amo anche la città, si può dire che il film sia nato dal mio incontro con Torino. E’ il mio primo film a uscire nelle sale, ma ho girato molti corti in cui ho spesso parlato dei cliché sull’Italia, corti che sono piaciuti in tutto il mondo tranne che qui! Stavolta ho voluto evitare i cliché e devo ringraziare anche i miei attori che mi hanno aiutato a perfezionare la sceneggiatura».
«Nello scrivere sono partito da una situazione molto semplice, quella di una coppia in cui lui lavora di notte e lei di giorno, e dalla difficoltà di tenere in piedi una relazione così, incrociandosi soltanto poco tempo durante il giorno. Poi ho messo degli ostacoli, come la sterilità di lui e la gravidanza di lei. Sono stato ispirato dalla storia operaia di Torino e dalle sue classi sociali: il film ha quattro punti cardinali (la loro casa, la casa borghese in cui lei lavora, la fabbrica e la chiesa) che costruiscono la geografia non solo fisica ma anche sociale del film».
«Quali sono le mie ispirazioni? Sicuramente Michelangelo Antonioni, che amo molto. Poi “Il capitale umano” di Paolo Virzì e uscendo dall’Italia anche “Biutiful” di Alejandro Gonzalez Inarritu. Ma l’ispirazione principale, mi ripeto, è stata Torino, questa curiosa abitudine di nascondere le proprie bellezze dietro a un portone, in un garage…».
«Lascio sempre il pubblico libero di interpretare come crede quello che succede. La gravidanza di Maria è “immacolata” o no? Questa idea non è nata subito, ma lei è molto religiosa e a un certo punto ho capito che poteva essere la cosa giusta. Del resto lei si chiama Maria… e ammetto che il personaggio di Giuseppe mi ha sempre incuriosito: come si sentiva lui? Magari gli dedico il mio prossimo film! Il dubbio è una parte importante della fede cristiana, mi interessava anche mettere il nostro prete in questa situazione».
«Sono contentissimo del lavoro fatto con gli attori, sono loro a rendere vivo quanto scritto e a dare credibilità al film. Io ci ho lavorato 7 anni, cinque dei quali solo sul copione, ma gli attori sono incredibili, in pochi minuti inevitabilmente conoscevano i loro personaggi meglio di me! Sono stati di grande aiuto».