Il pomeriggio dell’Immacolata s’inizia al Festival con i festeggiamenti per i 50 anni della Pantera Rosa. L’ineffabile personaggio di cartoon debuttò, infatti, sul grande schermo nel 1964, quando a Blake Edwards, impegnato nella postproduzione di La Pantera Rosa, che si sarebbe poi rivelata una delle sue commedie di maggior successo, venne in mente di accompagnare i titoli di testa con una sequenza animata. Il regista chiese così a Friz Freleng, uno dei più noti cartoonist di Hollywood (il “papà” di tante creature targate Warner Bros, tra cui Bugs Bunny, Silvestro, Titti e Speedy Gonzales), e al suo braccio destro, David DePatie, di creare un’animazione ad hoc sul tema musicale di apertura di Henry Mancini. Il successo del personaggio elegante, muto e impertinente creato dai due animatori fu tale da dare immediatamente vita a una serie animata, destinata a durare fino agli anni 80, di cui Sottodiciotto presenta cinque episodi degli esordi (alle 16, al Massimo 1), appena restaurati in digitale dalla casa di distribuzione Park Circus: The Pink Phink del 1964, vincitore dell’Oscar come miglior cortometraggio animato, We Give Pink Stamps e Dial “P” For Pink del 1965, Pink, Plunk, Plink del 1966 e The Hand is Pinker than the Eye del 1967.
A seguire, Sottodiciotto presenta O menino e o mundo del brasiliano Alê Abreu (alle 17, Massimo 1), il lungometraggio di animazione vincitore dell’ultimo Festival di Annecy. Nell’ambito degli appuntamenti che anticipano le grandi manifestazioni di Torino 2015 Capitale Europea dello Sport, la proiezione sarà accompagnata da un’esibizione del Gruppo di Capoeira Senzala del Contramestre Boneco che opera a Torino insegnando (anche ai bambini) la spettacolare arte marziale brasiliana, da pochi giorni entrata nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale dell’Umanità dell’UNESCO. Caleidoscopica combinazione di stili diversi – animazione tradizionale e computer grafica, paper motion e documentario – il nuovo film di Abreu (già regista del fortunato Cosmic Boy) mostra, secondo una prospettiva infantile, la marcia inesorabile della globalizzazione e i suoi effetti sulle comunità rurali e le culture tradizionali attraverso la storia del piccolo Cuca, che, dopo la partenza del padre, lascia il suo villaggio nell’entroterra brasiliano e va alla scoperta del mondo. Il suo viaggio attraversa la povertà delle favelas e lo squallore delle fabbriche lo porterà a scoprire la durezza e la crudeltà del mondo degli adulti.
Nel pomeriggio, il Concorso Sottodiciotto OFF, riservato ai cortometraggi realizzati autonomamente dai giovanissimi under 18, si concluderà, dopo la proiezione dell’ultima parte di titoli in gara (dalle 14.30, Massimo 1), con la proclamazione dei vincitori e la cerimonia di premiazione, in svolgimento alle 17.30 alla Sala Conferenze della Mole Antonelliana. Nell’occasione, il Festival rende omaggio a Laura Halilovic – presente con il pittore e videoartista Stefano Giorgi e il regista Paolo Ceretto nella giuria della sezione competitiva – il cui debutto nel mondo del cinema fa capo proprio al Festival, dove, nel 2007, ha vinto la sezione Sottodiciotto Extra Scuola con il corto Illusione. In serata, alle 21 al Massimo 1, la giovane regista torinese sarà, infatti, ospite di Sottodiciotto per dialogare in un incontro con il pubblico condotto da Davide Bracco, direttore di Film Commission Torino Piemonte, in concomitanza con le proiezioni del suo cortometraggio d’esordio e del suo primo lungometraggio, Io rom romantica. Uscito di recente, il film ripercorre in parte la vicenda autobiografica dell’autrice attraverso la storia di Gioia, diciottenne rom che vive a Torino con la famiglia e che pur essendo nata in Italia non riesce a ottenere, come vorrebbe, la cittadinanza. Con grande disperazione del padre Armando, inoltre, la ragazza – a differenza delle cugine che si sono sposate e sono diventate madri a quattordici anni – non solo non pensa affatto al matrimonio, ma si comporta come una gagè, ossia una non rom. Per gli italiani, tuttavia, lei è soltanto una zingara e si ritrova ad essere emarginata da entrambe le comunità. Un giorno, però, spinta da un’amica, Gioia partecipa al casting per una pubblicità e scopre il mondo del set…
In proiezione preserale (ore 19, Massimo 1), Sunshine on Leith, un altro dei molti film presenti nell’edizione di quest’anno in cui la musica riveste un ruolo rilevante e, in specifico, è protagonista assoluta. Secondo lungometraggio da regista dell’attore Dexter Fletcher (al suo debutto dietro la macchina da presa con Wild Bill nel 2011), il film è un musical adattato dall’omonimo spettacolo teatrale messo in scena con grande successo nel 2007 e costruito sulle note delle canzoni della band scozzese The Proclaimers, il cui secondo album era intitolato proprio “Sunshine on Leith”. Scelti per il loro potenziale emozionante e travolgente anche sul grande schermo, i brani dei due gemelli Charlie e Craig Reid non hanno connessioni dirette con la storia narrata (su modello di un altro musical di successo, Mamma Mia!, non biograficamente legato agli ABBA), che si incentra invece sulle vicende di Davy (George Mackay) e Ally (Kevin Guthrie), due giovani amici, militari in servizio nell’esercito britannico in missione in Afghanistan. Dopo essere tornati a casa, a Leith, un borgo a nord di Edimburgo, i due cercano di riprendere la loro vita precedente. Ally si ricongiunge alla fidanzata Liz, che è la sorella di Davy, mentre quest’ultimo inizia a frequentare Yvonne. Per i due giovani reduci, però, non sarà facile ricominciare a confrontarsi con i problemi del lavoro, delle rispettive famiglie e degli affetti. Nella parte del padre di Davy, figura Peter Mullan, il poliedrico attore, regista (Magdalene) e sceneggiatore che si esibisce qui in veste di cantante con risultati sorprendenti e una performance di “Oh Jean”, una delle canzoni più famose dei Proclaimers, dedicata nel film alla moglie (interpretata da Jane Horrocks) e diventata subito clip virale sul Web.