E lo chiamano lavoro…, una rassegna all’Unione Culturale

Anche due appuntamenti con il cinema all’interno del ciclo di incontri E lo chiamano lavoro… organizzato a gennaio dall’Unione Culturale Antonicelli (via Cesare Battisti 4b).

Aaron Swartz, un eroe 2.0? è il titolo della serata di venerdì 16 gennaio dalle 21 (ingresso libero e gratuito).
Aaron Swarz era un nativo digitale di Chicago, un enfant prodige informatico, un programmatore che alla strapagata carriera nella Silicon Valley aveva preferito la via della coerenza facendosi hacker, blogger e disobbediente. Ha messo a disposizione di chiunque tutti i materiali che considerava beni comuni, come gli articoli di Jstor. Ha scritto e pubblicato il Guerilla Open Access Manifesto. Perseguitato dal governo americano, è morto suicida a soli 26 anni. Anche il suo volto sorridente faceva di lui l’archetipo dell’eroe. Ma la sua Sierra era la rete, la sua meta l’open access, i suoi companeros si incontravano e si arruolavano tramite internet, i tiranni erano coloro che tentano di privatizzare e monetizzare la conoscenza. Le risorse di cui impadronirsi, e da democratizzare, sono immateriali; gli orizzonti politici si dispiegano su Internet. “L’informazione”, diceva Aaron, “è potere. E come con tutti i poteri, alcuni se ne vogliono impadronire”.
Per conoscerlo e ricordarlo a due anni dalla sua scomparsa Juan Carlos De Martin (docente di Rivoluzione digitale al Politecnico di Torino) e Francesco Forlani (scrittore e agitatore culturale) introducono la prima proiezione italiana del film The Internet’s Own Boy di Brian Knappenberger, il regista di We are Legion dedicato ad Anonymous.

Uno spettacolo unico attende il pubblico giovedì 29 gennaio alle 21.30 (ingresso libero e gratuito).
L’Unione Culturale propone “Superschock vs Golem”, una sfida tra musica rock e cinema muto. Gli accordi di Paolo Cipriano, in arte Supershock, internazionalmente riconosciuto per i suoi CINECONCERTI, accompagnano dal vivo la proiezione di un capolavoro del cinema muto, il Golem di Paul Wegener e Carl Boese del 1920. Il film è tratto da una legenda ebraica medievale e narra la storia del rabbino Loew, che nella Praga del XVI secolo ricorre a formule della Cabbala per infondere vita a una statua d’argilla dalle fattezze umane e proteggere gli ebrei minacciati dall’imperatore Rodolfo II. Il mostro si ribellerà al suo creatore, come la futura creatura di Frankenstein. Ispirato alla tradizione mistico-esoterica dell’ebraismo, Il Golem mette in scena l’aspirazione prometeica dell’uomo a gareggiare con la sapienza divina creando un essere a propria immagine e somiglianza.
Un film stratificato, complesso, che, avvalendosi di una suggestiva scenografia elaborata dal grande architetto espressionista Hans Poelzig, traccia una mappa dell’interiorità umana, illustrando la tragedia dell’apprendista stregone che valica le frontiere inesplorate della scienza.  La colonna sonora di Superschock non concede il lusso di conclusioni affrettate, “umanizzando” il gigante di argilla. Il pubblico dell’Unione Culturale potrà provare, in chiave contemporanea, le sensazioni degli spettatori degli anni ’20, quando le proiezioni cinematografiche erano accompagnate dall’orchestra che in sala suonava dal vivo.  Uno spettacolo antico ma riproposto secondo canoni moderni, grazie a una colonna sonora rock che regala al film una nuova voce capace di evidenziare nervature inusitate, mettere in luce interpretazioni nuove e dare risalto a particolari nascosti. E lo fa attraverso registri musicali differenti, sempre intensi, a tratti struggenti. Uno spettacolo unico, dove le musiche di Supershock scandiscono le scene di un film che ha fatto la storia del cinema.