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“Cartel Land” |
Tutto pronto per il nuovo appuntamento di CINETICA – la rete delle sale indipendenti della città che riprende il ciclo di Mondovisioni, i documentari proposti dalla rivista «Internazionale», con la proiezione in anteprima regionale di Cartel Land diretto da Matthew Heineman (2015, 98′), film che pone il suo sguardo sul confine tra il Messico e gli Stati Uniti, uno dei territori più simbolici del nostro presente. La prima proiezione è in programma, lunedì 11 Aprile alle ore 21,00 presso la sala del CineTeatro Baretti. Il film verrà replicato, sempre alle ore 21,00, mercoledì 13 Aprile al Cecchi Point – Hub Multiculturale e venerdì 15 Aprile al Centro Studi Sereno Regis. Le proiezioni saranno introdotte da Silvia Giletti e Alberto Guaraldo dell’Università degli Studi di Torino. L’ingresso intero è di 3,50 Euro, ridotto 2,50 Euro (under 25, over 65, Aiace).
Il film è una vera e propria immersione nella violenza del narcotraffico in Messico attraverso le vicende di due moderni gruppi di vigilantes alle prese con un nemico comune: i sanguinari cartelli della droga. Nello stato di Michoacán il dottor Jose Mireles guida gli Autodefensas, una milizia di cittadini che si sono ribellati ai Cavalieri Templari, il cartello di trafficanti che da anni semina il terrore nella regione. Nel frattempo in Arizona, in un lungo e stretto tratto di deserto noto come “Cocaine Alley”, il veterano Tim “Nailer” Foley guida il gruppo paramilitare Arizona Border Recon, il cui obiettivo è impedire al conflitto di espandersi oltre confine. Il film, che ha ricevuto la nomination agli Oscar come migliore film documentario, ha partecipato a numerosi festival internazionali tra cui il Sundance, Tribeca, Sheffield, Human Rights Watch e AFI.
“Non sapevo che sarei andato a farmi sparare”. A proposito dei rischi collegati con le riprese di un tale soggetto, il regista Matthew Heineman è filosofico: “Sentivo il profondo dovere e obbligo di registrare quello che stavo vedendo, di registrare l’oscuro mondo dei vigilantes, la zona grigia che emerge quando i cittadini si assumono il diritto di farsi giustizia da sé, e cosa succede quando le armi prendono il potere. Non volevo commentarlo da fuori. Volevo esserci dentro, proprio nel mezzo”.