CINEPAL, racconti dalla Palestina in Cavallerizza

Progetto Palestina e Assemblea Cavallerizza 14:45 hanno organizzato una rassegna in programma negli spazi occupati di via Verdi 9: CINEPAL – Racconti dalla Palestina.

Dopo il primo appuntamento con “Arna’s Children” di J.M.Khamis e D.Danniel, il secondo è in programma mercoledì 4 maggio con “INCH’ALLAH” di Anaïs Barbeau-Lavalette, Canada, 2012.
In Cisgiordania, in una clinica improvvisata all’interno di un campo profughi palestinese, lavora Chloe, una giovane ostetrica del Quebec che, sotto la supervisione del medico di origine francese Michael, si occupa delle donne in gravidanza. Tra i posti di blocco e il muro che delimita i confini tra israeliani e palestinesi, il percorso di Chloe si incontra con quello della guerra e di coloro che la portano o ne portano i segni, come Rand – una giovane paziente con cui stringe amicizia -, i suoi fratelli Faisal – il maggiore della famiglia, un resistente che si innamora di lei – e Safi – il più piccolo dei tre che sogna di oltrepassare i confini e lasciarsi il conflitto alle spalle – e il giovane soldato Ava, suo vicino di casa. Questi incontri la porteranno a far cadere ogni sua certezza e avventurarsi in un territorio molto più grande di lei.


Terzo appuntamento l’11 maggio con “ROSHMIA” di Salim Abu Jabal, Israele, 2014.
Una coppia di anziani resiste alle forze di occupazione israeliane per poter mantenere il loro stile di vita a Roshmia, l’ultima valle naturale ad Haifa. Yousef e Amna hanno vissuto in una baracca in quella che sembra essere una vita di serenità sino a quando le autorità locali approvano la confisca dei terreni per la costruzione di una nuova strada con conseguente demolizione della baracca e cacciata degli abitanti. Un amico della coppia cerca di ottenere un risarcimento da parte del comune, ma la baracca è la casa di Yousef, che si ostina a mantenere; continua a vivere la sua vita
come sempre, ma i negoziati continuano e la tensione cresce, anche nel rapporto tra Yousef e Amna.

Ancora in data da definirsi gli altri film in programma:
“TO SHOOT AN ELEPHANT”, di Alberto Arce, Mohammad Rujailah, Spagna, 2009
Film documentario girato nella Striscia di Gaza durante l’operazione “piombo fuso”, l’intervento militare israeliano nella striscia di Gaza. Un gruppo di volontari internazionali, membri del ISM – International Solidarity Movement, tra cui Vittorio Arrigoni, ne sono stati testimoni.

“WE CANNOT GO THERE NOW, MY DEAR”, Carol Mansour (42 min), Libano, 2014
La Nakba del ’48 li ha costretti alla fuga verso la Siria e mentre la crisi siriana si intensifica, i profughi palestinesi a fianco dei siriani sono stati colpiti ancora una volta dalla guerra. La loro storia, tuttavia, è più complessa. Fuggendo dalla Siria e cercando rifugio in Libano stanno diventando una categoria speciale di rifugiati: sono profughi due volte.
I palestinesi non sono proprio i benvenuti in Libano. Come rifugiati, i loro documenti di viaggio non vengono riconosciuti. Come palestinesi, questa è la seconda volta che perdono tutto e si ritrovano ancora una volta senza casa e senza stato.
Questo film documentario racconta parte della storia di quei profughi. Una storia dove i ricordi si riaccendono tra un esodo e l’altro, una storia in cui sono note le cause e conseguenze, ma non se ne conosce la fine. Una storia in cui vite sono continuamente ricostruite e rimesse in gioco in attesa del ritorno.

“TO MY MOTHER” di Ahmad Al Bazz – Yaser Jodallah, Palestina, 2014, (corto)
Vincitore del premio per registi emergenti all’ Al Ard Doc Film Festival 2016, in quanto “riesce con semplicità ed emozione a raccontare attraverso una storia personale la storia di un popolo, comunicando un messaggio pieno di umanità nel segno del rifiuto dell’occupazione e appellandosi all’unità dei palestinesi. Per usare le parole dell’autore e protagonista: “Noi non ci faremo distruggere dal dolore”.

“THE LIVING OF THE PIGEONS” di Baha’ Abu Shanab, Palestina, 2014, (corto)
Vincitore del premio Miglior Documentario all’ Ard Doc Film Festival 2016

“SHUJAYYA” di Mohammed al- Mughann, (corto) 
Dalla Polonia rientrato a casa a Gaza dai familiari per vedere i disastri della guerra, il regista rivede le immagini dell’anno precedente. Solo un anno prima c’erano le case, i giardini, ora non ci sono più quelle case, ma solo macerie. Molti amici sono scomparsi, uccisi dai militari israeliani, mentre altri sono rimasti mutilati, come Wael, che ha perso una gamba e così come lui il suo bambino.