“Viaggio a Tokyo” |
A luglio il cinema Massimo propone una retrospettiva dei capolavori restaurati di Ozu Yasujiro. Se Viaggio a Tokyo viene considerato dall’autorevole «Sight & Sound» come il più bel film di sempre dell’intera storia del cinema, non sono certo da meno gli altri cinque film di Ozu Yasujiro, restaurati dalla giapponese Shochiku e distribuiti in Italia da Tucker Film. In questi sei capolavori possiamo riscoprire l’avanguardia, la poesia, la semplicità profonda del realismo di Ozu, dove l’incontro tra modernità e tradizione viene reso con uno stile unico nella storia del cinema.
Viaggio a Tokyo (Tōkyō monogatari)
(Giappone 1953, 136’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
È ancora oggi il più famoso dei film di Ozu, e lo celebra con estese citazioni Wim Wenders in Tokyo-ga. La storia racconta, con sottile amarezza, il viaggio di un’anziana coppia per far visita ai figli sposati nella metropoli.
Ven 1, h. 16.00 – Sab 2, h. 21.00
Fiori di Equinozio (Higanbana)
(Giappone 1958, 120’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Un film che ironizza pacatamente sulla perdita dell’autorità paterna: un padre che si oppone al matrimonio della figlia viene battuto dalle forze coalizzate e diplomatiche del mondo femminile.
Dom 3, h. 16.00 – Mar 5, h. 16.00
Tardo autunno (Akibiyori)
(Giappone 1960, 129’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Film ironico, pieno di nostalgia agrodolce, su tre vecchi amici, ex corteggiatori di una donna ora vedova. Cercano di combinare il matrimonio della figlia di lei, col pensiero che pure la madre si possa risposare.
Dom 10, h. 16.00 – Mar 12, h. 21.00. Prima della proiezione presentazione del volume Ozu Yasujiro. Scritti sul cinema (Donzelli Ed.) alla presenza di Franco Picollo (co-curatore del volume con Hiromi Yagi) e Dario Tomasi
Il gusto del sake (Sanma no aji)
(Giappone 1962, 133’, DCP, col., v.o. sott.it.)
L’ultimo film di Ozu è un’elegia del tempo che scorre e della nostalgia del passato, imperniato ancora sul tema del matrimonio, ma con un accenno sul filo del ricordo agli ambienti studenteschi dei vecchi tempi.
Mar 12, h. 16.00 – Ven 15, h. 21.00
Buon giorno (Ohayo)
(Giappone 1959, 94’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Remake alla lontana del capolavoro muto Sono nato, ma… Deliziosa commedia sullo sciopero del silenzio di due fratellini che vogliono che la famiglia compri un televisore, che al tempo stesso è una divertita riflessione sul linguaggio: di cosa parliamo quando parliamo?
Sab 16, h. 18.15 – Lun 18, h. 20.30
Tarda primavera (Banshun)
(Giappone 1949, 110’, DCP, b/n, v.o. sott. it.)
Il film più personale di Ozu. Storia di un vecchio professore e di sua figlia che non vuole sposarsi per non lasciar solo il padre, rimasto vedovo (lui si sacrificherà per spingerla al matrimonio). Una descrizione potente e insieme lieve dell’inevitabile mutevolezza delle cose umane.
Sab 16, h. 21.00 – Mar 19, h. 16.15