Terra Madre, a Rivoli proiezione del film “The Scene of Crime”

In occasione dell’edizione 2016 di Terra Madre – Salone del Gusto, il più importante evento internazionale dedicato alla cultura del cibo, il Museo, con il contributo degli Amici Sostenitori del Castello di Rivoli in collaborazione con Slow Food – Terra Madre organizza una giornata dedicata al rapporto tra arte contemporanea e cibo.

Venerdì 23 settembre, alle ore 11.00, al Teatro Carignano l’artista indiano Amar Kanwar, autore di un lavoro omaggio ai contadini del riso nello stato di Odisha, in India, dialoga con Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli. L’artista, che ha esposto nei principali musei internazionali, è stato invitato per ben tre volte a documenta di Kassel. Le sue opere, realizzate utilizzando installazioni multimediali, indagano i rapporti e i conflitti che il potere genera nel paesaggio, nell’ambiente e nei rapporti sociali.
La conversazione verterà sull’opera dell’artista e sul ruolo dell’arte contemporanea di fronte alle grandi trasformazioni geopolitiche che influiscono sulla vita dell’uomo.

Alle ore 17.00, nel Teatro del Castello di Rivoli, verrà proiettato il film dell’artista The Scene of Crime, 2011, parte centrale dell’imponente installazione intitolata The Sovereign Forest, 2012 che, come una mappatura visiva del territorio di Odisha, mostra il paesaggio prima della sua imminente conversione ad area industriale. La proiezione sarà seguita da un evento gastronomico creato dallo chef Davide Scabin.

Amar Kanwar (Nuova Delhi, 1964) realizza film e installazioni multimediali che indagano – con linguaggio poetico – le inquietudini e le contraddizioni generate dalle trasformazioni geopolitiche che interessi e potere determinano sull’ambiente e sul paesaggio, mutando l’atteggiamento ecologico, politico e sociale dell’uomo. Due fatti storici che scossero l’India hanno portato Kanwar verso un approccio attivista radicale: il 31 ottobre 1984, il Primo Ministro indiano Indira Gandhi viene assassinato per mano di due guardie del corpo Sikh, mentre il 3 dicembre dello stesso anno una nube di gas tossico fuoriesce dagli stabilimenti della Union Carbide, a Bhopal. L’incidente causò più di mille vittime, l’avvelenamento di oltre centomila persone e l’irreversibile inquinamento del territorio. Questi avvenimenti hanno indotto l’artista a riflettere sul presente nei suoi molteplici aspetti: osservarne i processi sociali, preservare la conoscenza, il senso di responsabilità e la relazione tra memoria ed esperienza. Tra i maggiori artisti contemporanei indiani, Kanwar ha sviluppato un vocabolario formale fluido che si avvale di display installativi, di un impianto narrativo composito e di una temporalità dilatata, capaci di restituire le differenti forme del presente.

Tra le personali dedicate all’artista ricordiamo quella alla Renaissance Society a Chicago (2003), la Whitechapel Gallery a Londra (2007), lo Stedelijk Museum ad Amsterdam (2008), la Haus der Kunst a Monaco (2008), il Fotomuseum Winterthur in Svizzera (2012) e l’Art Institute di Chicago. Kanwar ha partecipato a Documenta 11, 12, e 13 (2002, 2007 e 2012), alla Biennial Jogja XI in Indonesia (2011–12), all’11th Sharjah Biennial (2013), alla Kochi-Muziris Biennale (2012–13), alla 6° Biennale di Mosca (2015) e a numerose mostre collettive tra cui Being Singular Plural, presso il Solomon R. Guggenheim Museum, a New York (2012). E’ stato inoltre insignito di numerosi premi tra i quali il Golden Conch al Mumbai International Film Festival (1998), il Golden Spire Award al San Francisco International Film Festival (1999), e il Jury Award al Film South Asia in Nepal (2001). Vive e lavora a Nuova Delhi.