Venerdì 11 novembre inizia la parte cinematografica di Evisioni

“Ciudadel”

Dopo un inizio teatrale la scorsa settimana, si inaugura venerdì 11 la parte cinematografica di “eVisioni 2016”, a cura del Dipartimento di Giurisprudenza, del progetto Cittadinanze del Campus Luigi Einaudi e in collaborazione con il Museo della memoria carceraria di Saluzzo (CN).

La quarta edizione della rassegna torna, nel parlare di diritti, a contaminare il linguaggio cinematografico con quello teatrale, riprendendo l’esperienza della prima edizione del 2013. Il tema è quello dei diritti dei cittadini visti nella particolare prospettiva delle persone recluse. Una prospettiva che è “da dentro” in due sensi. Per un verso, si allude alla prospettiva di coloro che stanno dietro le sbarre, i quali quei diritti hanno negato ad altri ed oggi spesso vedono negati a se stessi come reclusi. Per altro verso, si fa riferimento al fatto che solo gli ultimi nella scala sociale (e di queste persone è in gran parte composta la popolazione reclusa) possono constatare sulla propria carne il “dentro” dei diritti, ovvero se essi si sono realmente trasformati in diritto vivente. Perché non si ricorda mai abbastanza che i diritti o sono per tutti, o non sono per nessuno.

La rassegna prosegue fino al 24 novembre 2016.

Il calendario

Venerdì 11 novembre 2016 – ore 17
Aula magna, Campus Luigi Einaudi
Film documentario DUSTUR (Costituzione) di Marco Santarelli – 2015
Ne discutono con il regista: Paolo Di Motoli (Università di Padova), Giorgio Leggieri
(direttore della Casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo), coordina Claudio Sarzotti (Università di Torino).
Nella biblioteca del carcere Dozza di Bologna, insegnanti e volontari hanno organizzato un corso scolastico sulla Costituzione italiana in dialogo con le primavere arabe e le tradizioni islamiche. I partecipanti sono prevalentemente detenuti musulmani: alcuni di loro sono giovanissimi e al primo reato, altri hanno alle spalle molti anni di carcere. A tenere le fila del corso c’è Ignazio, un volontario religioso che ha vissuto per molti anni in Medio Oriente. Durante gli incontri, Ignazio non è solo. Al suo fianco c’è un giovane mediatore culturale musulmano: Yassine. A lui spetta il compito di tradurre in italiano (e in un arabo comprensibile da tutti) i diversi dialetti parlati dai detenuti e mediare le posizione più estreme. Per ogni incontro-lezione è presente un ospite esterno. Mentre nella biblioteca del carcere, incontro dopo incontro, ospite dopo ospite si discute e si affrontano i principi e i valori che hanno animato la nascita della Costituzione, fuori, Samad, un giovane ex detenuto marocchino, vive l’attesa di un fine pena che tarda ad arrivare. Samad è alle prese con gli “inverni e le primavere” della libertà e una vita da ricostruire dentro nuove regole. Sarà l’ultimo ospite del corso, che tornerà dentro per partecipare alla discussione e alla scrittura di un dustur ideale (tradotto in italiano Dustur significa costituzione). Samad conosce bene molti dei detenuti che partecipano al corso e la vita dentro il carcere bolognese. E’ qui che ha trascorso quattro lunghi anni della sua vita.

Giovedì 17 novembre 2016 – ore 17
Aula magna, Campus Luigi Einaudi
Premiazione concorso LAVORI in CORTO – sezione I diritti visti da dentro
Con la presenza del regista premiato e di esponenti della giuria del polo universitario della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Nell’occasione verrà anche presentato alla presenza del regista il documentario di Manuel Coser “Amunì – dal laboratorio al palcoscenico” (backstage dell’omonimo spettacolo teatrale della compagnia teatrale Voci erranti della Casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo), coordinano Claudio Sarzotti e Franco Prina.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema e l’Associazione Riccardo Braghin presentano la quinta edizione del bando del concorso cinematografico nazionale LAVORI IN CORTO 2016, rivolto a giovani registi interessati al tema della libertà e del carcere. L’obiettivo di LAVORI IN CORTO 2016 è accendere la riflessione, attraverso le immagini in movimento, sui diritti e le condizioni di vita in carcere raccontando storie ed esperienze di segregazione, inclusione e reclusione sociale. Il bandodi LAVORI IN CORTO – concorso cinematografico nazionale per cortometraggi e documentari, rivolto ad autori under 35 residenti sul territorio nazionale, curato e coordinato da Valentina D’Amelio – è aperto fino al 30 settembre. Il progetto del concorso continua, giunto alla sua quinta edizione, a svolgere la sua mission: la volontà di sensibilizzare e porre l’attenzione su temi di rilevanza sociale attraverso le immagini e le storie dei lavori in concorso. Oltre il muro è il sottotitolo scelto per questa edizione: in un mondo di frontiere sempre più invalicabili, di barriere sempre più alte che dividono il dentro dal fuori, LAVORI IN CORTO sceglie di interrogarsi sul vero significato della libertà, uno dei diritti fondamentali dell’individuo, invitando i giovani filmakers a ragionare su un tema di ampio afflato, confrontabile con altri momenti storici e contesti sociali, non solo nazionali. eVisioni 2016, in collaborazione con il Polo Universitario della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, ha formato una sezione speciale del premio intitolato appunto I diritti visti da dentro la cui giuria è composta dagli studenti reclusi dei Dipartimenti di Culture, Politica e Società e di Giurisprudenza. Il premio verrà assegnato al documentario che avrà saputo descrivere con maggior efficacia e capacità di rappresentazione della vita reclusa il concetto di libertà visto attraverso le sbarre di un istituto penitenziario.

Giovedì 24 novembre 2016 – ore 17
Aula magna, Campus Luigi Einaudi
CIUDADELA CITADEL – documentario di Diego Moncada – 2011
Presentazione del libro di Francesca Cerbini La casa di sapone. Etnografia del carcere boliviano di San Pedro, Mimesis, 2016.
Ne discutono con l’Autrice: Roberto Beneduce (Università di Torino), Amedeo Cottino (Università di Torino), coordina Claudio Sarzotti (Università di Torino).
Scrittura e immagini, un libro e un documentario sulla realtà “sconvolgente” del carcere maschile di La Paz in Bolivia. Attraverso una tecnica di ripresa che simula lo sguardo del detenuto, il documentario descrive la vita all’interno di un centro di detenzione che non corrisponde per nulla alle icone tradizionali del carcere del mondo occidentale. La ricerca etnografica sul campo, invece, consente di sondare il mondo dei reclusi, vera e propria città nella città. Mogli e figli dei detenuti vivono insieme ai prigionieri, le celle si affittano come appartamenti privati, ristoranti interni si aprono per arrotondare il bilancio e sfuggire alla routine del cibo carcerario. Nonostante l’emarginazione fisica, il sovraffollamento e il pregiudizio che aleggia al di sopra dei detenuti e delle loro famiglie, si costituisce una comunità che si regge su relazioni inconsuete per un’istituzione totale e che consente di incrementare la resilienza dei reclusi alle difficili condizioni detentive.
“Un mondo di mondi”, come scrive Ivo Quaranta nella prefazione del libro, nel quale la cultura tradizionale delle comunità locali boliviane, dalle quali provengono la maggior parte dei reclusi, reinterpreta la realtà detentiva rendendola a loro comprensibile e per ciò stesso meno dolorosa.