“Istria 1945-1948. Immagini a confronto” per il Giorno del Ricordo

Mercoledì 7 febbraio, ore 20,30, al cinema Massimo, il Museo Nazionale del Cinema ospita un programma di documentari sull’esodo dall’Istria, promosso da: Comitato Provinciale di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Archivio Nazionale Cinema Impresa, Fondazione Vera Nocentini.

Il programma è organizzato in occasione delle manifestazioni legate al Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano – damata, che vide non meno di 250.000 persone appartenenti alla comunità italiana lasciare la propria terra dopo il passaggio della Venezia – Giulia alla Jugoslavia sancito, il 10 febbraio 1947, dal Trattato di Pace di Parigi.

Dopo aver mostrato gli anni scorsi i film a soggetto realizzati in Italia sul tema dell’esodo (da Cuori senza frontiere di Luigi Zampa a La città dolente di Mario Bonnard con sceneggiatura di Federico Fellini) e i cinegiornali italiani dell’epoca, quest’anno verranno presentate alcune rarità provenienti da archivi italiani e internazionali, che consentiranno, sotto una prospettiva differente, di riflettere sulle complessità che hanno contrassegnato il territorio istriano. 

Dalle cineteche di Zagabria e di Belgrado provengono due film di propaganda – presentati per la prima volta – realizzati nell’immediato dopoguerra, per dimostrare l’appartenenza storica dell’Istria alla cultura slovena e croata. Istra Hrvatska (Istria croata) di  Gustav Gavrin e Branko Marjanovic nel 1945, a guerra appena finita, denuncia i crimini commessi dai nazifascisti contro la popolazione civile, soffermandosi sulla strage di Lipa, dove i tedeschi uccisero per rappresaglia 269 persone. Pur rivendicando l’appartenenza della regione alla cultura slovena e croata, il film insiste sulla “fratellanza italo-slava” da costruire tra italiani e croati nell’Istria annessa alla Jugoslavia come “comune patria socialista”, di cui dovrà far parte anche  Trieste,  occupata – “liberata” secondo la visione proposta dalla pellicola – dalle truppe di Tito. Diretto l’anno successivo da Rados Novakovic, Juliska Krajina (Regione Giulia) cerca le ragioni storiche per fondare le rivendicazioni territoriali jugoslave di tutta la Venezia Giulia, Trieste e Gorizia comprese, fino al fiume Isonzo. Nel 1946, Trieste e Pola sono assegnate alla “zona A”, sotto amministrazione alleata, e il documentario filma le manifestazioni a favore Tito, ricorda le persecuzioni subite dalla popolazione slovena e croata durante il fascismo, e auspica l’annessione definitiva alla Jugoslavia.

Campane a morto in Istria, proveniente dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, girato nel 1948 con i fondi del Piano Marshall e la collaborazione dell’United States Information Service,  vuole informare (in un’epoca precedente la televisione) il vasto pubblico del cinema sull’uccisione di militari e civili, in larga parte italiani, avvenuta nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945 nelle foibe, cavità che si aprono nelle terre carsiche sprofondando anche per parecchie centinaia di metri. Di grande impatto emotivo le immagini del recupero di resti umani, effettuato dai vigili del fuoco e da volontari, a rischio della loro stessa vita.

Il programma, si completa con due corti inediti prestati dalla Cineteca Nazionale: La costa dell’Istria da Trieste a Portorose (1924, 10′, muto, b’n.): film “turistico”, realizzato pochi anni dopo la fine della Grande Guerra che porta all’unificazione dell’Istria con l’Italia, per far conoscere al grande pubblico le “terre redente”; e Addio Pola di Alberto Picconi, originale “spot pubblicitario” dello spartito di una canzone messo in vendita per  raccogliere fondi a favore dei profughi giuliano -dalmati.

La serata sarà introdotta da interventi di: Antonio Vatta, Comitato Provinciale di Torino dell’ Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; Sergio Toffetti, Centro Sperimentale di Cinematografia – Piemonte; Enrico Miletto, Fondazione Vera Nocentini.

Hanno collaborato alla realizzazione del programma: Centro Sperimentale di Cinematografia/Cineteca Nazionale, Roma; Hrvatski Filmski Arhiv, Zagreb;  Jugoslovenska Kinoteka, Beograd.