Dopo il successo di Nessuno ci può giudicare, il documentario-rivelazione del Torino Film Festival 2016, apprezzato da stampa e pubblico in un lungo tour cinematografico, Steve Della Casa e Chiara Ronchini tornano in sodalizio per raccontare uno spaccato storico del Paese in un intreccio di memoria popolare e colta, di archivio e cinema.
E tornano al Torino Film Festival, edizione 36, in Festa Mobile – Fuori concorso, con Bulli e pupe – Storia sentimentale degli anni cinquanta, prodotto da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Titanus, il racconto del Paese dalle macerie del secondo dopoguerra all’alba del 1960 e del boom. Un momento folgorante, un pugno di anni in cui l’Italia si scoprì viva, libera, e diventò quella che ancora oggi viviamo. Un Paese che divenne moderno in un tempo molto – a volte troppo – rapido.
La ricostruzione, la nascita delle ‘grandi città’, la speculazione edilizia, la migrazione interna e all’estero, la ricerca di lavoro e di casa, i sogni, il cinema e la sua illusione, la scoperta del tempo libero, la rabbia, la protesta, l’alienazione, una nuova affettività e un nuovo dibattito sessuale… Sono pezzi dell’Italia che il film ci mostra, il laboratorio di un Paese mentre rinasce. A farcelo vedere, immagini rare e splendide di quel pozzo di scoperte che è l’Archivio storico Luce, e di altri importanti fondi; alcuni film celeberrimi, o meno ricordati, di Risi, Germi, Castellani, Corbucci, Zurlini e altri. E le voci di intellettuali che quel lampo di tempo fermarono impietosamente, e felicemente: Parise, Bianciardi, Ortese, Flaiano, Pasolini, Calvino… A raccontare una storia che sappiamo e conosciamo, ma con un fluire che ce la fa sentire e vedere come nuova. Come se parlasse ancora tanto, e tanto precisamente, di noi.
SINOSSI. Un viaggio dentro l’Italia dal secondo dopoguerra fino all’alba del ‘60, quando i ragazzi che avevano vissuto impotenti gli orrori del conflitto iniziavano a progettare un futuro nuovo, pieno di speranze ma anche denso di contraddizioni, che puntualmente esploderanno in seguito.
Tra balli e canzoni, tra tradizioni secolari e mutamenti repentini, il film del paese che comincia a diventare quello che ancora oggi conosciamo, con le sue imprese straordinarie e i suoi peccati originari.
Un paese che in un pugno di anni visse un cambiamento come non viveva da secoli, in un racconto intessuto di magiche immagini di archivio e di alcuni film simbolo, contrappuntate con le analisi che gli intellettuali più lucidi già proponevano mentre tutto questo avveniva.