FacceEmozioni in mostra, un’esposizione ad ampio raggio (cinema compreso)

Come anticipato nei giorni scorsi, da oggi lunedì 15 luglio è allestita al Museo Nazionale del Cinema la mostra #FacceEmozioni 1500-2020: dalla Fisiognomica agli Emoji, il racconto degli ultimi cinque secoli di storia della fisiognomica (così la spiega Wikipedia: disciplina pseudoscientifica che “pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto“).

Il Museo del Cinema di Torino è l’unico al mondo ad avere una propria collezione dedicata alla fisiognomica, da cui parte l’idea di questa mostra, e la possiede dagli inizi della sua storia.

La collezione dedicata alla fisiognomica da Maria Adriana Prolo (che nel 1953 Maria Adriana Prolo acquista il primo volume della collezione: un’opera di Johann Caspar Lavater) – spiega Donata Pesenti, co-curatrice dell’esposizione insieme a Simone Arcagni – sembra quasi definire il carattere del suo museo del cinema, fondato con l’obiettivo di salvaguardare ciò che restava dell’epoca del muto (in origine legato alla produzione torinese), ma che in un batter d’occhio ingloba la storia del cinema nel suo complesso, tutto quello che vi sta intorno“.

Un’esposizione tra le meno “cinematografiche” del MNC, sicuramente, ma che è legata alla settima arte anche da un aspetto fondante del cinema: il primo piano, cui è dedicato un montaggio di immagini che da Gli ultimi giorni di Pompei (1908) a Lulù – Il vaso di Pandora (1928) permette di cogliere il passaggio dal corpo a figura intera al volto in primo piano.

La ‘sezione’ cinematografica di #FacceEmozioni 1500-2020 comprende anche la collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Animazione di Torino, che collabora alla mostra con l’esposizione di sei fra i suoi migliori progetti di character animation prodotti come saggi di diploma, econ il coinvolgimento degli allievi per la creazione delle clip animate “Fisiognomica da Le Brun aEmoji”; e con DAMS e CRAD – Centro Ricerche Attore e Divismo, che hanno contribuito alla sezione cinema e teatro e alla progettazione dell’installazione sonora presente nell’allestimento.

Chiudiamo con la bella sigla della mostra, realizzata dall’animatore torinese Donato Sansone: