“Central Airport THF” apre l’11° Psicologia Film Festival

Riparte la stagione, la numero 11, del PFF – Psicologia Film Festival, che apre quest’anno con un evento organizzato all’interno del Festival delle Migrazioni. Appuntamento mercoledì 25 settembre dalle ore 19.30 al Polo del 900 con la proiezione del documentario “Central Airport THF” di Karim Ainouz (2018). Ingresso libero.

LA TRAMA

L’aeroporto Tempelhof di Berlino è il più grande edificio storico d’Europa. Divenne sia un simbolo dell’autocelebrazione nazionalsocialista sia uno di libertà durante il ponte aereo del 1948/49. Dall’autunno 2015 diversi hangar hanno fornito un rifugio temporaneo per i rifugiati. Come le altre 2000 persone che sono fuggite dalla loro patria, Ibrahim dalla Siria e Qutaiba dall’Iraq sognano di poter ricominciare.

Pieni di speranza, lavorano con traduttori, medici, insegnanti di lingua e agenti per prepararsi alla vita nella loro nuova “casa” tedesca. La mancanza di spazio privato e le barriere amministrative sono alcune delle sfide che devono affrontare mentre, nella vicina area ricreativa di Tempelhofer Feld, i berlinesi e i turisti cercano di sfuggire alla loro routine quotidiana. Caos e armonia: due mondi molto diversi in un unico luogo.

L’opera è stata girata nel vecchio aeroporto berlinese di Tempelhof, un tempo l’orgoglio di Hitler, oggi un parco divertimenti con pista ciclabile, sport su rotelle all’ultimo grido e pattinaggio dove i berlinesi vengono a giocare che ci sia il sole o che nevichi, mentre nel capannone accanto, diviso da mura sottili che isolano una scacchiera di camerette provvisorie, alcuni rifugiati in attesa del permesso di soggiorno trascorrono le loro giornate.

Traendo pienamente vantaggio dalla scenografia monumentale in cui si trova questa porta d’accesso all’Europa che risuona di un mosaico linguistico d’altrove (l’arabo, il russo…), la fotografia sottolinea a volte l’immensità di questa incredibile no man’s land, a volte la paradossale ristrettezza di questo luogo utilizzato per circoscrivere i corpi umani che lo popolano (i suoi abitanti di passaggio devono passare dal metal detector per uscire, non per entrare).

Il documentario Central Airport THF capta con un’eleganza indicibile qualcosa di indescrivibile se non con questa fotografia senza eguali e questo design sonoro eccezionale, una sorta d’immensità del reale, una breccia dove si incrociano fugacità e continuità, un frammento d’Europa avvincente in cui il tempo e lo spazio si dilatano e si restringono contemporaneamente.