I cinema di Torino in cui vedere “Diego Maradona”

Dopo l’esordio all’ultimo festival di Cannes arriva nelle sale torinesi “Diego Maradona” di Asif Kapadia, documentario realizzato con interviste esclusive a Diego Maradona e immagini tratte dal suo archivio personale di oltre 500 ore di filmati mai visti prima, il film narra la storia di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi.

Kapadia nel 2016 con “Amy”, il documentario su Amy Winehouse, si è aggiudicato il Premio Oscar® per il miglior documentario. “Diego Maradona sarà distribuito nei cinema solo il 23, 24, 25 settembre (non tutti i cinema lo terranno per tutti e tre i giorni, verificate…) da Nexo Digital e Leone Film Group. Biglietto a 12 euro (10 euro i ridotti).

Il documentario a Torino sarà in programmazione nei cinema Ambrosio (20.00), Eliseo (16.00 e 21.00), Massaua Cityplex (20.10), Monterosa (21.00), The Space Parco Dora (21.00) e UCI Cinemas Torino Lingotto (18.00 e 21.00).

LA TRAMA

La storia di un ragazzino povero e senza istruzione cresciuto in una baraccopoli: la sua sorprendente eccellenza lo fa diventare una stella assoluta, elargendogli ricchezze incalcolabili, fama mondiale e status degno di una divinità. Tuttavia, gli mancano gli strumenti per gestire una celebrità simile. Ogni trionfo della sua vita sembra avere un esito disastroso – anche se di solito finisce per uscirne vincitore perché, come fa notare Kapadia: “È così sveglio e scaltro. Non importa quante volte fallisce, si rialza sempre e va avanti. Com’è possibile che una persona con le sue origini passi tutto quello che ha passato lui senza risentirne?”. Anche se Maradona subisce una serie di sconfitte, continua a combattere. “È un vero lottatore” prosegue Kapadia “e la sua è una storia che morivo dalla voglia di raccontare”. Diego Maradona è un’icona, un eroe latino, un uomo di cui moltissimi suoi compatrioti sono terribilmente orgogliosi. Affronta giganti europei, rovesciando potenze come la Juventus, il Milan e l’Inter con la sua eccellenza sportiva. A Napoli diventa simile a un semidio. “Eppure in qualche modo non riesce mai ad integrarsi del tutto”, dice Kapadia. “Ha tanta rabbia che si porta dentro e tutti i suoi problemi e le sue difficoltà derivano, credo, dal suo non essere preparato alla celebrità”.

Agli inizi degli anni Ottanta, non avendo mai vinto lo scudetto, la Società Sportiva Calcio Napoli viveva un periodo particolarmente difficile, vantando però una tifoseria senza eguali per passione e dimensioni. Poi, il 5 luglio 1984, Maradona arrivò al Napoli con un ingaggio record e per sette anni scatenò l’inferno. Il genio assoluto del calcio mondiale e la città più imprevedibile d’Europa si dimostrarono un connubio perfetto: Diego Maradona era stato benedetto sul campo e trattato come un Dio fuori di esso. Il carismatico argentino trascinò infatti il Napoli al suo primo scudetto. Era il 1987 e quello fu un evento epocale. Ma c’era un prezzo da pagare perché, finché fece miracoli in campo, a Diego fu concessa ogni cosa, ma quando la magia svanì, divenne prigioniero della sua stessa città. Forse perché, come spiega il preparatore atletico di Diego, Fernando Signorini, Diego non ha nulla a che fare con Maradona ma Maradona trascina Diego ovunque lui vada.