“Vi racconto la storia di Timor Est”

Luigi Acquisto è co-regista, insieme a Bety Reis, dell’intenso “A guerra da Beatriz“, inserito nello Spazio Lusofono della rassegna Agenda Brasil Torino 2019.

Nato a Torino ma emigrato giovanissimo con la famiglia a Melbourne, il regista ha accompagnato in città il suo film (in programmazione domenica 6 ottobre alle 18 al cinema Massimo). Lo abbiamo intervistato.

Il suo è il primo film girato a Timor Est: come è nato il progetto? Quali sono state le principali difficoltà affrontate?

Ho iniziato ad andare a Timor nel 1999, da quando iniziò il percorso per diventare indipendente. Gli indonesiani avevano lasciato la parte est dell’isola, ma era tutto distrutto. Avevo molto interesse a scoprire quale fosse la versione timorese delle brutalità subite dagli indonesiani nel corso della loro dominazione, avevo sempre ascoltato i racconti di altri.
È nata l’idea di fare un documentario, “East Timor: Birth of a Nation – Rosa’s Story“, uscito nel 2002 per la televisione australiana come serie in due parti. Nel 2008 ho realizzato un altro documentario seguendo Rosa, una delle protagoniste del primo (“Rosa’s Journey“), che stava cercando faticosamente di riunire la propria famiglia in una fase di grave crisi politica e di processi agli anni dominati dall’Indonesia.
Nel 2009 ho lavorato come coordinatore di produzione a “Balibo“, produzione australiana che racconta la storia di alcuni giornalisti uccisi a Timor Est nel 1975: grazie a tutti questi lavori la mia conoscenza del Paese è cresciuta molto, ho conosciuto molti giovani attori talentuosi, volevo fare altri progetti in quel luogo.
Partendo dalla storia di Martin Guerre è nata l’idea di “Beatriz’s War“, inserendola nella tradizione locale. La storia è cresciuta in molte direzioni, ammetto che produttivamente è stato semplice mettere insieme il tutto perché le autorità locali ci hanno aiutato, la popolazione voleva che si facesse un film a Timor.
Diversa la questione finanziaria, qui le difficoltà ci sono state: le finanze inizialmente sono arrivate dall’Australia, ma abbiamo messo insieme varie idee (come il crowdfunding) perché non volevamo che risultasse essere una produzione australiana! Alla fine ce l’abbiamo fatta, il film è il primo della storia prodotto a Timor Est.

“Beatriz’s War” ha avuto da subito un grande impatto culturale e sociale.

Pensa che quando abbiamo fatto il film non c’erano cinema nell’isola, solo una sala di un’associazione culturale con un piccolo schermo. Ma quando “Beatriz’s War” è uscito le cose sono cambiate, è stato aperto un multiplex e il tour nelle varie zone del Paese ha fatto sì che altre sale venissero aperte. Gran parte della popolazione locale lo ha visto, al cinema e poi nelle sue proiezioni televisive: è stato molto importante, mi sento di dirlo, per la nascita di un sentimento nazionale.
È la più piccola produzione cinematografica al mondo quella timorese, ma questo film ha girato il mondo, vinto molti premi in India e ora si appresta alla sua anteprima europea, a Torino.

La sua protagonista, Irim Tolentino, è anche la co-sceneggiatrice.

Ci siamo conosciuti nel 2008, quando lei ha lavorato a “Balibo“, film diretto da Robert Connolly. Avevo diversi compiti su quel set, e anche se i ruoli principali sono stati assegnati ad attori australiani c’erano anche alcuni locali coinvolti.
Ho capito subito che Irim aveva molto talento, lei è anche autrice con la sua compagnia teatrale ed è stato spontaneo pensare di scrivere insieme il film (che è diretto con la timorese Bety Reis, NdI). Abbiamo iniziato il lavoro nel 2009, il film è stato pronto solo nel 2012: ma il lungo tempo è dovuto alle problematiche economiche di cui abbiamo parlato prima, il lavoro con Irim è stato rapido e fruttuoso.

Ora su cosa sta lavorando?

Ho molti progetti al momento, ma in particolare uno che è ancora una storia legata a Timor Est.
Saranno sei episodi da un’ora per una serie televisiva: parleremo dalla storia di Timor fin dalla seconda guerra mondiale, raccontando la militarizzazione dell’isola da parte australiana. Abbiamo completato la prima stesura della sceneggiatura e ora stiamo lavorando alla seconda.