Claudio Lattanzi: “Michele Soavi, autore schivo e talentuoso”

Tra gli ospiti del Tohorror Film Fest edizione 2019 anche Claudio Lattanzi, regista del documentario “Aquarius Visionarius” dedicato al cinema di Michele Soavi. Un documentario nato da una lunga conoscenza: “Io e Michele ci conosciamo da anni, dal set di “Phenomena“. Ho lavorato con lui anche nei suoi film per il cinema, fino a “La setta”: per anni poi non ci siamo sentiti, solo qualche telefonata in amicizia. La sua carriera televisiva non l’ho seguita affatto, ma volevo fortemente fare un documentario sul suo cinema. Lui è un personaggio criptico, come autore, più di una volta mi sono proposto: ma mi ha sempre detto di no…“.

Poi, mentre Soavi stava girando la prima stagione di “Rocco Schiavone“, un nuovo tentativo. “Sì, l’ho risentito per un libro sui grandi incontri con i registi della mia vita, e da lì ha finalmente accettato. Mi ha anche aiutato molto, affidandomi un sacco di cassette di dietro le quinte, mettendomi in contatto con una produzione interessata… Ma dopo anni che provavo a convincerlo! Fare un documentario su Michele non è facile, dopo aver tanto insistito per un attimo ho tremato all’idea di farlo davvero… È molto schivo, non frequenta i festival e non ama troppo parlare di sé“.

Aquarius Visionarius” analizza tutta la carriera di Soavi: “Mi sono dovuto guardare tutto, le cose che conoscevo bene perché avevo lavorato con lui e tutte le produzioni televisive. Penso realmente che Soavi – anche se è un po’ bloccato nelle produzioni tv – sia uno degli autori più complessi e poliedrici del nostro cinema. Dallo splatter agli horror più originali, a fiction poliziesche e religiose, storiche e thriller: tutto quel che ha fatto si può riconoscere perché ha un “marchio Soavi” che lo rende unico. Il suo stile è il filo conduttore della sua carriera, ha anticipato tutto ciò che oggi va per la maggiore. Non capisco perché non abbia il giusto successo che si meriterebbe. Stiamo parlando di un regista che Terry Gilliam ha voluto più volte con sé sul set per aiutarlo nelle riprese, e che – come racconta nel mio documentario – ha avuto l’occasione di dirigere Dal tramonto all’alba scritto da Quentin Tarantino!“.