Difficile pensare che un documentario dedicato a un dottore bolognese possa interessare al di fuori di quel contesto cittadino. Ancor più arduo immaginare che un lavoro incentrato su studi citologici e oncologici, risultati di laboratorio e complesse ricerche sulle cavie, possa diventare una narrazione coinvolgente, appassionante e – a tratti – anche divertente.
Questo piccolo miracolo è invece ciò che hanno fatto, invece, Alessandro Rossi e Michele Mellara con il loro “Vivere, che rischio“, omaggio alla carriera e al talento di Cesare Maltoni, fondatore dell’Istituto Ramazzini e ricercatore sul cancro di fama mondiale, morto nel lontano 2001.
La “sua” voce narra, notevoli immagini di repertorio illustrano, originali animazioni e trovate sceniche rendono la visione (circa 90 i minuti di durata, non pochi) una piacevola scoperta: a chi dobbiamo dire grazie se oggi la prevenzione dei tumori ha fatto enormi passi avanti? E chi ha scoperto la pericolosità del benzene, dell’amianto e non solo?
Impossibile determinare un numero di vite salvate dalle intuizioni e dalle ricerche di Maltoni, doveroso omaggiarlo e meraviglioso farlo con un lavoro così riuscito.
Da vedere e far vedere.
LA SCHEDA
Diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi
Nazionalità: Italia
Anno: 2019
Durata: 83’
Genere: Documentario
Cast: Luigi Dadina, Fiorella Belpoggi, Morando Soffritti
Sinossi. «Facciamo venire il mondo a Bologna! Ma non per i tortellini, per la ricerca sul cancro!» Tra narrazione e interviste, questo insolito documentario ricostruisce la vita dell’oncologo bolognese Cesare Maltoni, fondatore dell’Istituto Ramazzini e ricercatore sul cancro di fama mondiale. Dalle intuizioni sulle sostanze industriali cancerogene all’impegno costante per promuovere l’importanza della prevenzione, Vivere che rischio ripercorre la carriera di un uomo brillante e determinato, che non ha mai esitato a battersi per quello in cui credeva, salvando così tantissime vite.
(Recensione precedentemente pubblicata su Cinemaitaliano.info)