Al TFF37 una personale dedicata a Teona Strugar Mitevska

Si chiama “L’autrice esiste, il suo nome è Teona” la personale dedicata a Teona Strugar Mitevska organizzata dal Torino Film Festival 37.

Una ragazzona con un’improbabile pelliccetta si butta nelle acque gelide di un fiume per recuperare a nuoto la croce gettata in acqua dal Pope durante una cerimonia religiosa. Chi recupera la croce avrà un intero anno fortunato. La ragazza riemerge stringendo il trofeo. Peccato che la rituale gara fosse destinata solo ai maschi del paese, che quasi tutta l’opinione pubblica locale insorga contro la vincitrice “eretica” e che la stessa (disoccupata, nonostante la sua intelligenza e una laurea in storia) rifiuti ostinatamente di restituire la croce. È sua e le porterà un anno di fortuna (e una lunga notte di minacce e insulti nonostante la protezione della polizia). La storia di God Exists, Her Name is Petrunija è stata una di quelle che hanno colpito l’ultima Berlinale, dove il film è stato presentato in concorso: per la sua energia, il tono provocatorio e insieme surreale con il quale affronta la questione femminile, gli ostacoli, le discriminazioni, le tradizioni contro le quali le donne sono destinate a scontrarsi ancora oggi, anche nel cuore dell’Europa.

Il film – la cui prima proiezione al TFF è in programma domenica 24 alle 19.45 al Massimo – uscirà nelle sale distribuito da Teodora il prossimo 12 dicembre.

In Macedonia, dove vive e lavora la sua autrice, Teona Strugar Mitevska, una delle figure più promettenti e vitali del panorama autoriale contemporaneo, nata a Skopje, laureata in cinema alla Tisch School of Arts di New York, sceneggiatrice e produttrice dei suoi film, insieme alla sorella Labina e al fratello Vuk, con i quali ha fondato la compagnia di produzione Sisters and Brother Mitevski. God Exists, Her Name is Petrunija è il più recente dei suoi cinque lungometraggi, che il Torino Film Festival presenta (tutti in anteprima italiana) nella personale che dedica alla giovane autrice. Sono storie che prendono spunto dalla sua terra, dalle contraddizioni e dalle insofferenze dei giovani che la abitano, ma che in realtà riflettono bene il malessere, i sogni, le delusioni del mondo contemporaneo: dalla famiglia macedone annichilita di How I Killed a Saint, alle tre sorelle diverse e sognanti di I Am from Titov Veles, dalle due madri tormentate e minacciate di The Woman Who Brushed Off Her Tears agli adolescenti che buttano via le loro vite alla periferia di Skopje in When the Day Had No Name, i suoi personaggi, naturali, veri, quotidiani, riescono sempre a trasformarsi anche in simboli, della nostra insoddisfazione, delle nostre aspirazioni e della ricerca, spesso vana, di vie di fuga. Andare in città, partire per l’estero, tornare a casa, sfidare la morte o, come fa Petrunija, opporsi con un’improvvisa ispirazione creativa alla stupidità di una norma non scritta e ai pregiudizi del mondo. Lo stile di Teona Strugar Mitevska è scintillante e intenso, usa i colori come pennellate psicologiche, sa passare da dialoghi e situazioni da commedia corale alla secchezza di un cinema quasi verità, da momenti di straziante malinconia a squarci secchi e angoscianti di un’indifferente noia quotidiana. Coniuga uno sguardo lucido sulla povertà e il caos delle città e degli ambienti con tocchi di realismo magico. Non dimentica mai, sullo sfondo, le condizioni, le imposizioni, le assurdità delle convenzioni sociali, politiche e culturali. E, anche se spesso il cuore dei suoi racconti è quello femminile, sa scavare a fondo anche nelle psicologie e nelle insicurezze maschili, soprattutto ma non solo quelle degli adolescenti. Ci affascina, ci fa sorridere, ci fa pensare, con una coerenza e un’immediatezza da autentica narratrice.