“L’Italia in Somalia, un film ritrovato” al Polo del 900

Un bell’appuntamento mercoledì 11 dicembre alle 17.30 alla sala conferenze del Polo del 900 (corso Valdocco 4a, ingresso libero): l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza presenta l’evento “L’Italia in Somalia, un film ritrovato” con il film “La società agricola italo somala” di Carlo Pedrini (1928-1929). Intervengono Luca Ciabarri (Università statale di Milano), Suad Omar (attivista per i diritti umani), Daniela Ricci (Università di Paris-Nanterre) e Paola Olivetti,  direttore ANCR. Modera Cecilia Pennacini (Università di Torino).

Nel 1920 viene fondata a Mogadiscio da Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi la Società agricola Italo somala (SAIS), che sarà attiva fino al 1933 con lo scopo di valorizzare una parte della Regione dello Scidle, situata sull’Uebi Scebeli, trasformando le esistenti coltivazioni in colture a grande rendimento. L’effettivo intento è quello di far emergere le ricchezze latenti di quelle terre soprattutto per dirottarle verso la madre patria. Carlo Pedrini, fotografo e cineoperatore, che si era trasferito a Mogadiscio nel 1926 autore di molti reportage cinematografici sulla Somalia, realizza nel 1928-29 il documentario che descrive dettagliatamente la vita e l’attività della SAIS.

La proiezione del documentario, ritrovato e restaurato dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, è “l’occasione, a partire dal caso Somalia, per aprire una riflessione sul colonialismo italiano, con tutte le derive di guerra, violenza, sfruttamento e rapina che lo accompagnano. E’ una riflessione che vorremo poi continuare, ampliandola e approfondendola anche con riferimenti ai suoi riflessi diretti e indiretti nel presente. Ripercorrere le origini, la storia dell’espansione coloniale dell’Italia, quello che ha lasciato nelle popolazioni locali e nella memoria dei colonialisti ci sembra necessario in questa nostra temperie storica, in cui grandi sconvolgimenti e incerte prospettive ci chiedono di interrogarci su quello che è stato il nostro passato, sulle ambigue rimozioni, sulle lunghe permanenze sotto traccia dei suoi retaggi. Senza fare i conti con il detto e il non detto di più di settant’anni di storia (e cultura) coloniale il presente e il futuro possono continuare a poggiare su fragili e superficiali assunti e ciò non vale certamente solo per quel razzismo che dal colonialismo trae chiare origini per sprofondare poi l’Italia nei crimini delle leggi razziali fasciste e che ricompare rumorosamente nei nostri anni“.

GLI OSPITI

Cecilia Pennacini insegna Etnologia dell’Africa, Antropologia dei media e Antropologia Visiva presso l’Università degli Studi di Torino. Ha lavorato a lungo per la Rai, realizzando programmi televisivi e documentari etnografici. Dal 1988 conduce ricerche etnologiche in Africa centro-orientale: Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Tanzania, Uganda. Dal 2004 dirige la Missione Etnologica Italiana in Africa Equatoriale del Ministero degli Affari Esteri. È autrice di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche e di due volumi: Kubandwa. La possessione spiritica nell’Africa dei Grandi Laghi, Torino 2013 e Filmare le culture. Un’introduzione all’antropologia visiva, Roma 2005.

Paola Olivetti dirige dal 1990 l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. Ha collaborato alla realizzazione di diversi film documentari, in particolare firmando le regie di Le barricate di Parma (1983), Guerra sul lago (1985) e Bahio, festa di una valle occitana (1987). Ha diretto diverse produzioni video dell’Ancr Eppur si muove, Italia repubblicana, Storie di lotte e deportazione. Ha partecipato a numerose campagne di raccolta di videointerviste su temi storici: Guerra di Spagna, Resistenza, Antifascismo, Movimento operaio, Amici di Piero Gobetti, e altre. Ha diretto con Gianni Rondolino l’annale Il nuovo spettatore e la collana dei Quaderni. Ha pubblicato numerosi saggi ed interventi di cinema e storia e, insieme a Gianni Rondolino e Umberto Mosca, un volume dedicato a Paolo Gobetti (Torino, 1999). Negli ultimi anni ha coordinato la produzione dei dvd e multimedia realizzati dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza: Il dolore dei poeti (2006); 600.000 NO (2008); Fabbriche e Resistenza a Torino (2011), I giorni di Torino- 18 aprile 6 maggio 1945. L’ultimo lavoro è stata la progettazione e produzione del film Libere (2017).

Luca Ciabarri è docente di Antropologia culturale presso l’Università degli Studi di Milano. Nell’ambito degli studi di cultura materiale conduce ricerche sugli immaginari dell’emigrazione e dello sviluppo in Somalia e sugli scambi a lunga distanza tra Corno d’Africa, Medio Oriente e Oceano Indiano. Ha curato I rifugiati e l’Europa (2016), Antropologia culturale (con S. Allovio e G. Mangiameli, 2018) e Cultura materiale (2018). Ha pubblicato vari saggi su riviste nazionali e internazionali tra cui I Rifugiati e l’Europa. Tra crisi internazionali e corridoi d’accesso (2015) e (con Barbara Pinelli) Dopo l’approdo. Un racconto per immagini e parole sui richiedenti asilo in Italia(nuova ediz 2017). È cofondatore e membro del Comitato Scientifico di “Escapes. Laboratorio di Studi critici sulle migrazioni forzate”.

Suad Omar, nata a Mogadiscio, vive e lavora a Torino dal 1989 e dal 1993 collabora con diverse associazioni ed enti pubblici nel campo della educazione alla interculturalità con minori e adulti. Militante associativa per i diritti delle donne immigrate è tra le socie fondatrici dell’Associazione AlmaMater di Torino, che dal ’94 gestisce il Centro Interculturale di donne migranti e native. Fa parte della compagnia teatrale Almateatro come attrice e formatrice teatrale. Dal 2006 rappresenta per l’Italia la vasta comunità di intellettuali somali emigrati in occidente a causa della guerra civile (diaspora somala) impegnata nella promozione della riconciliazione e della pace in Somalia, la Somali Women Agenda, un vero e proprio programma politico promosso dalle donne, che designa priorità, strategie ed azioni su tutti i settori rilevanti del governo della Somalia.

Daniela Ricci insegna cinema all’Università Sorbonne Nouvelle Paris 3. Ha lavorato per diversi anni in progetti di cooperazione internazionale in Africa e in America Latina con varie ONG, nonché con le Nazioni Unite. Svolge ricerche su film contemporanei sull’Africa e sulle sue diaspore, tra Francia, Italia e Stati Uniti. Ha diretto varie opere collettive sulla questione dell’identità e delle rappresentazioni ed è autrice di numerosi articoli su questo argomento, nonché del libro Cinémas des diasporas noires: estetica della ricostruzione (L’Harmattan, 2016). Dal 2006 organizza a Savona il festival “Uno sguardo all’Africa”. Ha diretto il documentario Imaginaires en exil. Cinq cinéastes d’Afrique se racontent (2013).

L’ARCHIVIO NAZIONALE CINEMATOGRAFICO DELLA RESISTENZA

L’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, con sede a Torino e fondato nel 1970 da Paolo Gobetti e Franco Antonicelli, raccoglie e conserva le pellicole cinematografiche girate durante la Resistenza, il fascismo e il nazismo, la deportazione in Italia e in Europa, la lotta contro il fascismo in Europa; raccoglie le testimonianze filmate di protagonisti del ‘900, in particolare relativi alla memoria degli anni fra le due guerre mondiali, della guerra e della lotta partigiana, del secondo dopoguerra e delle lotte operaie; analizza e studia l’evoluzione del mezzo cinematografico come fonte documentaria e aspetto caratterizzante della storia contemporanea; organizza iniziative didattiche a vari livelli, come il concorso Filmare la storia; realizza e produce film documentari e programmi video, curandone la diffusione con incontri, rassegne cinematografiche e attività editoriali. Negli anni la cineteca ha subito un importante trattamento di restauro delle pellicole e dei video ed è quasi integralmente digitalizzata e consultabile nella sede dell’Archivio. Presidente è dal 2003 Bruno Gambarotta, direttore Paola Olivetti. L’ Archivio nazionale cinematografico della Resistenza è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli) riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il Miur (L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri con la rete degli Istituti associati ha ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, accreditamento portato a conformità della Direttiva 170/2016 con approvazione del 01.12.2016 della richiesta n. 872 ed è incluso nell’elenco degli Enti accreditati).