Collateral 102: il racconto della giornata a cura di STC

A cura del collettivo STC

Si è tenuta mercoledì 18 dicembre la terza edizione del Collateral 102. Si tratta di una rassegna di cortometraggi e lungometraggi indipendenti in preparazione dell’attesissimo Torino Underground Cinefest.

Uno dei temi più presenti a questa rassegna è stato quello della sessualità e in una breve carrellata andremo a esplorare gli esempi più significativi da questo punto di vista. La rassegna coinvolgeva cinema indipendente da svariati paesi delle diverse aree del globo. Il primo slot si apriva con Stand up, pellicola finlandese che vede un uomo in crisi davanti alla possibilità di diventare padre. Il modello indie si sente meno in Sportday, cortometraggio cinese che segue l’aprirsi di una ragazza alla sessualità, per la prima volta, con i pericoli e le paure a essa connessi.

Vagamente erotiche sono le immagini di The girl, di produzione belga, che su una dolce colonna sonora immaginifica accompagnano lo spettatore in una passeggiata notturna. Meno incentrato sulla sessualità è Till the end of the world. Il primo, olandese, è la storia di una bambina e del suo amore incondizionato verso il padre.

Marga bien – Damnatio è un micrometraggio sperimentale italiano ambientato in una villa diroccata, dove donne dai nudi corpi dipinti sono riprese sotto lo stretto battito di una musica incessante. Italiano è anche Malotempo, storia di un criminale ai domiciliari che sta scontando la sua pena in casa con i genitori, fino a poter ricominciare tutto da capo.

Dovendo scegliere un vincitore puramente estetico di questa edizione del Collateral 102, il premio andrebbe probabilmente a La mala fe, cortometraggio spagnolo in bianco e nero, dalle inquadrature ricercate, su una famiglia in vacanza sulla Costa Brava. Interessante è il lavoro armeno Tombe’, in cui, a causa di una caduta accidentale, una cuoca si ritrova a condividere la notte con una prostituta.

Hong Kong ci stupisce con un cortometraggio sorprendentemente attuale, ambientato durante le sommosse che hanno sconvolto la città nel 2014. Una sola inquadratura, fino alla fine. Con The umbrella, è impossibile non pensare ai movimenti che stanno attraversando la città proprio in questi mesi. The happiest couple alive, americano, segue la giornata di una coppia problematica cogliendone un grezzo tranche de vie.

Quanto a sceneggiatura e regia, il cortometraggio più intenso in questa edizione è Partenze, di produzione italiana, che in nove minuti mette in mostra tutto l’amore di un uomo per sua moglie, in un modo denso, forte. Partenze colpisce dritto al cuore. Sempre italiano, Scaramucce, su una citazione di Carlo Levi gioca la scoperta del carnevale di Tricarico, dove gli abitanti si vestono da tori e mucche colorati per rievocare la transumanza.

Ancora due cortometraggi si seguono prima del break. Sono entrambi di animazione e il primo, Trap, ha per paese di produzione la Nuova Zelanda. In questo particolare cartone animato, una ragazza combatte per il senso di appartenenza. Il secondo si intitola Milkoffee ed è ambientato in una tavola calda nel mezzo del deserto. Italiano ma registrato in lingua inglese, Milkoffee cerca di rappresentare visivamente frustrazione e follia interiore.

Il secondo slot è coperto da Cronofobia, lungometraggio svizzero, in cui un misterioso uomo solitario e una giovane vedova si affrontano psicologicamente. Gli episodi più iconici del terzo slot sono stati invece The sound of unexpected death, di produzione danese, in cui sei scenari apparentemente innocui sono legati dal suono di una sparatoria lontana, e Uomo. Quest’ultimo, italiano, in venti minuti mette al vaglio l’intenso rapporto tra una madre e suo figlio, nella delicata transizione tra infanzia e adolescenza.