“Richard Jewell” di Clint Eastwood

Dalle mie parti quando il governo dice che qualcuno è colpevole, di solito è innocente. È diverso qui?“: si potrebbe riassumere con questa frase, pronunciata dalla segretaria dell’avvocato Watson Bryant, il fine ultimo di “Richard Jewell“, diretto da Clint Eastwood ed evidente atto d’accusa verso i processi sommari di media e istituzioni, volutamente ciechi (per sensazionalismo, voglia di prevalere sulla concorrenza o necessità di dimostrare qualcosa) se le proprie azioni travolgano o meno persone innocenti.

Il 27 luglio 1996, durante le Olimpiadi di Atlanta, durante un concerto al Centennial Olympic Park una bomba rudimentale esplose uccidendo una persona (una seconda morirà per infarto) e ferendone 111. L’uomo che si accorse di uno zaino sospetto e permise un inizio di evacuazione che salvò molte vite, la guardia di sicurezza Richard Jewell, venne prima osannato come eroe e poi esposto da media ed FBI come potenziale terrorista (unico sospettato e per settimane perseguitato come tale). La verità venne fuori solo 6 anni dopo, con l’arresto e la confessione del vero responsabile.

Nessun fronzolo registico o di forma (a parte forse il montaggio alternato tra la corsa verso l’oro di Michael Johnson e la passeggiata “scagionatrice” di Bryant), come Eastwood ci ha abituato, ma grande ritmo e una narrazione che tiene avvinti, pur conoscendo già i fatti, per 129 “brevissimi” minuti. Nessuna enfasi, la forza della verità e la convinzione nelle proprie idee bastano da sole.

Come sempre solo applausi per Sam Rockwell e Kathy Bates, sorprendente la performance di Paul Walter Hauser (già visto in “Tonya” e “BlacKKKlansman”) nel ruolo del protagonista: grande somiglianza fisica con il vero Jewell, morto nel 2007, ma resta il dubbio che se fosse stato vivo il regista avrebbe tentato lo stesso esperimento (far recitare ai veri “eroi per caso” che racconta la propria parte nel film) già provato nel precedente “Ore 15:17 – Attacco al treno”.

Curioso l’utilizzo che Eastwood fa dei materiali d’archivio: le immagini che scorrono sulle tv durante il film sono spesso vere (il giornalista Tom Brokaw, l’intervista a Jewell come “eroe”, le scene olimpiche…), mentre sono ricostruite e interpretate dagli attori alcune scene-simbolo (ma anche la prima intervista a Bryant). Il film è co-prodotto (anche) da Leonardo DiCaprio e Jonah Hill.

LA SCHEDA

Diretto da Clint Eastwood
Nazionalità: USA
Anno: 2019
Durata: 129′
Genere: Drammatico
Cast: Olivia Wilde, Sam Rockwell, Paul Walter Hauser, Jon Hamm, Kathy Bates

Sinossi. “C’è una bomba al Centennial Park. Avete solo trenta minuti di tempo”. Il mondo viene così a conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’FBI, diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al crollo della sua vita. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per scagionare il suo cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse persone che cercano di distruggerlo.