Registe (a Torino): Mariam Reza Beigi

Nuova puntata di Registe (a Torino): ospite Mariam Reza Beigi.

Come ti sei avvicinata al mondo del cinema?

Sono venuta a Torino cinque anni fa per studiare, ci sono poi rimasta per lavoro. Ho 23 anni, ma a lungo prima sono stata tentata dal teatro, ho fatto anche dei musical in Calabria, a casa mia, ai tempi della scuola. Volevo fare l’attrice ma grazie a dio mi è passata, non ho talento in quel campo.
Ho studiato cinema al DAMS e ho iniziato con alcuni compagni di corso a creare troupe improvvisate per testarmi sul campo, ho capito cosa fosse la regia ed è cresciuta in me la voglia di fare questo, questa è la mia strada. Ho iniziato così a lavorare il più possibile, cercando persone che volessero lavorare insieme a me su diversi progetti.

Da lì le cose hanno iniziato a farsi più serie.

Insieme ad alcuni di loro abbiamo fondato Cadmea Films, un nome – da Cadmo, dalla letteratura greca – che vuole essere il simbolo di qualcosa che si sta costruendo, la “prima pietra”…
Ora abbiamo una collaborazione con Universal Music per diversi progetti. Il primo, che dovrebbe uscire a settembre su Prime Video (sempre che il coronavirus non complichi le cose…) è un documentario dal titolo “Come il mare”. Non posso dire molto, per il momento, ma è un lavoro sulla musica più underground, che vuol essere diverso dai soliti… Racconta l’ultimo giorno di tour di un cantante, io sono la regista e Lorenzo Scarafia ha curato la fotografia.
La proposta Universal si allineava perfettamente con quanto volevamo fare, quindi ci siamo buttati! Questo è il mio lavoro d’esordio da regista, sono molto contenta.

Altri progetti in cantiere?

Sì, c’è un altro progetto su cui stiamo lavorando. È una docu-serie, sempre musicale, dedicata alla musica trap. La proposta è arrivata ancora da Universal, non ci stiamo però concentrando sui cantanti ma sui producer italiani, figure che non vengono mai analizzate ma che sono fondamentali, in fondo sono loro che creano la musica, da loro nasce tutto. Abbiamo realizzato già tre puntate, ora abbiamo avuto uno stop produttivo, come tutti, ma ci sono già trattative avviate per la distribuzione.

Sei anche tra i partecipanti alla nuova edizione di Torino Factory.

Sì, con il progetto “Questi ricordi d’autunno” co-diretto con Lorenzo Scarafia (visibile qui, NdI). Questa cosa di Torino Factory è successa un po’ così, nel mezzo di tante cose, mi mancava il live action perché in questo periodo mi sto concentrando sui documentari.
Ho pensato di partecipare senza grandi pretese, ci permetteva di creare qualcosa e per me è stato bello tornare alla fiction. Per il futuro non mi precludo niente, non voglio costruirmi muri con cui limitarmi.
L’anno prossimo andrò alla London Film School per un master in fashion directing, che si distacca un po’ dal cinema ma mi permetterà di specializzarmi e di unire la mia passione per l’estetica e la videoarte.