Fiorenzo Alfieri e il Festival Cinema Giovani

Mentre insieme a Fabrizio Dividi scrivevamo “Diego Novelli e il cinema” abbiamo raccolto anche le parole di Fiorenzo Alfieri, scomparso oggi, sulla nascita del Festival Cinema Giovani. Le riportiamo qui sotto, il nostro personale omaggio.

IL FESTIVAL CINEMA GIOVANI

«L’idea alla base dei mandati da sindaco di Diego Novelli, di cui sono stato Assessore – ricorda Fiorenzo Alfieri – era quella di riaggregare la città, investire sulle coscienze e non solo nelle traversine del tram. Non c’era nulla a Torino prima, né per la cultura né tanto meno per le politiche giovanili di cui ero assessore (insieme alle deleghe allo sport, al tempo libero e quindi al turismo, altra parola decisamente sconosciuta se non malvista ai tempi)».

«Per formazione ed esperienza personale ho sempre avuto chiara la storia di Barcellona, che come altre città ex-industriali (ad esempio Lione) hanno saputo reinventarsi, puntando proprio sulla cultura. In Comune per quell’aspetto l’Assessore era Giorgio Balmas, persona stimatissima ma che non amava affatto l’idea di organizzare eventi e attirare pubblico, la cultura per lui era altro: per questo motivo la nascita di quello che oggi è il Torino Film Festival passò dal mio ufficio e non dal suo».

Ai tempi, molto più di quanto non sia oggi, il cinema era una “cosa da giovani”. «Nel cercare di offrire a potenziali turisti un motivo in più per venire a Torino ero alla ricerca di idee per eventi da organizzare. Avevo l’assessorato ai giovani e al turismo, è stato facile mettere insieme queste parole e creare quello che si chiamò Festival Internazionale Cinema Giovani. C’era stata la positiva e sorprendente iniziativa curata dall’allora Assessore regionale Giovanni Ferrero, “Ombre Elettriche”, dedicata alla storia del cinema cinese e curata da un giovane Marco Müller: l’evento al Romano ebbe un grande successo e mi fece capire che il cinema poteva funzionare. Identificammo in Ansano Giannarelli, regista romano particolarmente interessato alla funzione sociale del cinema, la persona giusta – anche per la sua amicizia con Silvia Ormezzano, che collaborava con me – per guidare quella nuova impresa».

«Decisi in seguito che sarebbe stato giusto offrire lo stesso ruolo, in co-direzione, anche a Gianni Rondolino, docente di cinema e storico “formatore” di operatori del settore che ancora oggi in città e non solo portano avanti con successo eventi e iniziative di primo livello. So che girano leggende per cui sarebbe stato Rondolino ad avere l’idea e proporre il festival al Comune, ma posso assicurare che non fu così… Novelli mi appoggiò da subito nell’idea di creare questo festival, creammo un’associazione ad hoc guidata da Gianni Vattimo e a settembre del 1982 la prima edizione di svolse».

La seconda edizione non si svolse nel 1983, ma soltanto l’anno seguente. «All’inizio del mese di marzo di quell’anno, pochi giorni dopo i tragici fatti dello Statuto, ci fu una crisi di governo che fece cadere la giunta. Erano proprio i giorni in cui l’associazione avrebbe dovuto iniziare a investire per ospiti e pellicole, nessuno se la sentì di garantire che sarebbero arrivati i fondi, non si sapeva il futuro che avrebbe avuto la Sala Rossa. Nel 1984 tutto tornò normale, il festival si svolse con una grande novità, la direzione unica affidata a Gianni Rondolino dopo la rinuncia di Giannarelli. Il resto è storia».