“State a casa” di Roan Johnson

Articolo di Carlo Griseri

Lo ricorderemo così, il “periodo” Covid? Ci ha imbruttito così tanto o eravamo brutti già prima? Ci si può fidare – non tanto delle altre persone – quantomeno di noi stessi? C’è un’amarezza immensa che fuoriesce dalla visione di “State a casa“, ritorno al cinema del regista Roan Johnson dopo qualche anno di assenza (e molta tv, soprattutto con “I delitti del Barlume”).

Se l’impostazione base pare riconoscibile, con un gruppo di giovani chiamati in circostanze straordinarie a confrontarsi, rivelarsi e conoscersi meglio (già vista sia ne “I primi della lista” sia in “Fino a qui tutto bene” e un po’ anche in “Piuma”), lo sviluppo è tutto nuovo. E sorprendente, perché questi quattro coinquilini fiaccati dalla crisi economica e bloccati dalla pandemia in una casa che si dimostra troppo stretta per una convivenza forzata, sono lontani parenti dei giovani dei film precedenti, sempre capaci di trovare il bello della vita, nonostante tutto.

O forse sono sempre loro – siamo sempre noi – che a furia di dichiararsi “resilienti” a ogni situazione si sono trovati senza accorgesene mutati, peggiorati, incattiviti. Pronti a sfruttare una irregolare (convinti di aiutarla), ad approfittarsi di un cadavere – nel caso – e a rimpallarsi colpe e responsabilità senza alcun rimorso di fatto. La morte (temuta, vicina, vista, toccata) è intorno a noi, è troppo tardi per scansarsi: “stare a casa” è l’unica soluzione possibile, uscire appare inutile.

Se produttivamente una storia come quella di “State a casa” è l’ideale da affrontare in periodi di ristrettezze come questi (ancor più che economici, per il numero di persone da coinvolgere sul set e per il cast ridotto), forse come pubblico non siamo ancora pronti a vederci sbattuto in faccia in cosa ci siamo trasformati. Il timore che non sia uno specchio “deformante” quello che ci si trova di fronte è troppo grande.

LA SCHEDA

Diretto da Roan Johnson
Nazionalità: Italia
Anno: 2021
Durata: 110′
Genere: Noir
Con Dario Aita, Giordana Faggiano, Tommaso Ragno, Lorenzo Frediani, Martina Sammarco, Fabio Traversa, Natalia Lungu, Leonardo Maddalena

Sinossi. Amanda ha diciassette anni e un passato difficile. Per affrontare il mondo ha creato un’amica immaginaria, esuberante e politicamente scorretta, che la guida nella più difficile delle sfide – crescere e impadronirsi della propria vita. La sua è una storia di coraggio e determinazione, avventurosa e romantica, feroce eppure buffa. Il film è tratto da “I wonder when you’ll miss me”, il secondo libro di Amanda Davis, scrittrice americana prematuramente scomparsa. Un road movie attraverso confini fisici e mentali, in fuga dal passato e in cerca di un futuro ancora possibile.

(precedentemente pubblicato su Cinemaitaliano.info)