Cinemambiente 27: la sezione MADE IN ITALY

Per la sezione non competitiva del Festival Cinemambiente dedicata alla produzione documentaria italiana, viene quest’anno istituito un riconoscimento speciale in memoria di Gaetano Capizzi, a ricordare l’impulso e lo stimolo che il Festival, sotto la guida del suo fondatore e storico direttore, ha saputo dare, negli scorsi decenni, al cinema nazionale a tema ambientale. Nell’edizione 2024, Made in Italy propone 22 titoli, selezionati all’interno della produzione più recente, che si conferma vivace e prolifica.

I film proposti si distinguono, in genere, per la loro capacità di raccontare il territorio, la sua poesia, ma anche la sua precarietà, spesso denunciando la criticità di realtà insostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Tra questi, c’è Bangarang (giovedì 6 giugno, ore 21:30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Giulio Mastromauro, che racconta che cosa significa oggi essere bambini a Taranto e crescere in una città che da sessant’anni ospita la più grande acciaieria in Europa ed è teatro di uno dei più gravi disastri sanitari e ambientali della storia del vecchio Continente. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Until the End of the World (mercoledì 5 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Francesco De Augustinis, è un viaggio ai confini del mondo – dall’Italia alla Grecia, dalla Spagna al Senegal fino alla Patagonia cilena – diretto a indagare il settore alimentare che cresce più rapidamente al mondo: l’allevamento intensivo di pesci. Il film fa luce su un’industria che realizza profitti sempre più grandi e appare promettente sotto il profilo della sicurezza alimentare, ma che solleva problemi altrettanto grandi in relazione alla sostenibilit‡ ambientale, alla sopravvivenza delle comunità locali e alla sofferenza animale. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Il film sarà inoltre proiettato al Cinema Elios di Carmagnola venerdì 7 giugno, alle ore 21.00.

Per rimanere sul tema, spostando l’attenzione dall’acqua alla terra, la sezione propone Food for Profit (venerdì 7 giugno, ore 16:00, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi, il coraggioso film campione di incassi che ha mostrato al grande pubblico gli orrori e le ricadute ambientali e sociali dell’industria della carne in Europa. La fabbrica della carne (giovedì 6 giugno, ore 18:00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Teresa Paoli, prodotto da Presadiretta di Rai3, fa un passo ulteriore. Attraverso un viaggio che parte dagli allevamenti intensivi italiani, dove gli animali sono ridotti a meri ingranaggi dell’industria alimentare, il film arriva, infatti, fino a Singapore per analizzare luci e ombre della produzione di carne in vitro. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista e l’autrice Paola Vecchia. Si torna in Italia con Un paese ci vuole. Zavattini, Luzzara e il Po (domenica 9 giugno, ore 17:00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Francesco Conversano e Nene Grignaffini. Viaggio scandito da un reading dei versi dedicati da Zavattini a Luzzara, il suo paese natale immortalato dalle fotografie di Paul Strand, il film sottolinea l’importanza di riscoprire il valore del senso di comunità e di appartenenza a un territorio, che, come quello lungo le rive del fiume Po, oggi va preservato soprattutto dagli effetti dell’emergenza ambientale. La proiezione sarà seguita da un incontro con Francesco Conversano, regista.

Tra le regioni italiane più drammaticamente colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento, la Sicilia è protagonista di diversi film della sezione. Igor D’India, videomaker e documentarista specializzato in outdoor e avventura, con l’aiuto di Sea Shepherd e degli scienziati del CNR, è andato alla ricerca delle discariche invisibili, quelle dei rifiuti depositati sul fondo del mare. In Abyss Clean Up (sabato 8 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Soldati), il regista ci mostra il risultato sconvolgente delle sue indagini, attraverso riprese girate nel corso di un’esplorazione dei canyon sottomarini dello Stretto di Messina in cui sono stati impiegati sia subacquei, sia robot filoguidati (ROV) capaci di scendere fino a 600 metri di profondità. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Con La ricomparsa delle lucciole (domenica 9 giugno, ore 19:00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Cristiano Giamporcaro, ci si addentra invece nell’entroterra siciliano, in un paesaggio rurale ancora relativamente risparmiato dal devastante passaggio dell’uomo e delle sue necessità di sviluppo, esplorando, attraverso gli occhi di un bambino e di un anziano, luoghi e realt‡ in cui il tempo sembra essersi fermato. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

Anche Quello che resta (domenica 9 giugno, ore 19:00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Gianfranco Piazza, immerge lo spettatore nel cuore della Sicilia, tra le montagne delle Madonie, in un territorio scarnificato e spopolato in cui un giovane pastore cerca il suo posto nel mondo, i telescopi elettronici scrutano il cielo a caccia di asteroidi e i grifoni vengono riportati nel loro habitat di un tempo. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Con Toxicily (mercoledÏ 5 giugno, ore 21:30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Francois-Xavier Destors, realizzato insieme all’autore Alfonso Pinto, ci si sposta invece in un territorio sacrificato sull’altare del progresso, nell’area a nord di Siracusa in cui uno dei più grandi poli petrolchimici d’Europa avvelena da settant’anni ambiente e persone. Il film dà voce a chi sopravvive, a chi si rassegna e a chi resiste in mezzo a quello che oggi è definito come uno dei più grandi, e sottaciuti, disastri ambientali
italiani. La proiezione sarà seguita da un incontro con l’autore Alfonso Pinto. Come quando perché (sabato 8 giugno, ore 21:30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Marco Morandi, ci riporta al maggio del 2023, all’indomani della catastrofica alluvione che ha sconvolto la vita degli abitanti della Romagna. Dalle reazioni di chi ha perso tutto, documentate dalle immagini catturate con i cellulari mescolate alle riprese del regista, emerge la testimonianza di una tragedia colta nella sua dimensione più intima, che va oltre la narrazione mediatica. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

Da tempo Alberto Ruffino si dedica a una ricerca registica basata sul montaggio di materiali e immagini d’archivio, di cui è frutto anche il suo ultimo lavoro, ArmandoCeste2024 (venerdì 7 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Soldati). Concepito come un trittico in split screen, il documentario ripropone i materiali girati e montati tra il 1996 e il 2008 dal regista Armando Ceste ed è, insieme, un omaggio al regista torinese e un’occasione per riflettere sul modo in cui scelte politiche e cambiamenti socio-culturali – come la confisca dei beni e dei terreni alla mafia, la crisi della FIAT, le lotte e le proteste dal basso – siano in grado di modificare e trasformare il territorio. La proiezione, organizzata in collaborazione con Archivissima – Il Festival e La Notte degli Archivi, sarà seguita da un incontro con il regista. Presentato in anteprima al Festival, Il ricercatore. Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 (venerdì 7 giugno, ore 21:00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Paolo Casalis, è la storia vera di Gianluca Grimalda, ricercatore universitario in Germania, primo lavoratore al mondo licenziato per essersi rifiutato di prendere l’aereo per motivi ambientali. Il film, girato in parte dallo stesso protagonista sotto la guida a distanza del regista, racconta l’avventura di Grimalda in Papua Nuova Guinea, luogo della sua ricerca, raggiunto in 45 giorni di viaggio via terra, fino all’epilogo che ha fatto scalpore sui media di tutto il mondo: l’intimazione del suo istituto di tornare entro cinque giorni (cioè, implicitamente, di prendere un aereo) e il conseguente rifiuto, atto di disobbedienza civile in nome dell’ambiente che è costato al ricercatore il posto e la carriera. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e il protagonista.

Mr. Beau (giovedì 6 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Claudia Tosi, è la storia di un legame speciale, quello tra l’autrice e il suo amato golden retriever, e, allo stesso tempo, una coinvolgente riflessione sui rapporti tra umani e non umani. Quando Beau si ammala, infatti, Claudia intraprende un complesso percorso – tra ricerche etologiche, avventure nella natura, sessioni di coaching – per capire meglio la loro relazione e se i bisogni animali possano essere davvero soddisfatti nel mondo umano. La proiezione sar‡ seguita da un incontro con la regista. Alcuni film, realizzati nel formato breve, vengono presentati in sequenza nella stessa giornata (mercoledÏ 5 giugno, dalle ore 17:30, Cinema Massimo – Sala Soldati). Las memorias perdidas de los arboles, di Antonio La Camera, vincitore della 38ma Settimana Internazionale della Critica, Ë un corto sperimentale, realizzato durante un workshop del regista Apichatpong Weerasethakul (Palma d’oro a Cannes), ed è ambientato nel cuore della foresta amazzonica peruviana, dove due alberi si “risvegliano” nella notte e intraprendono un viaggio spirituale alla scoperta di un passato in cui erano bambini e fratelli. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Ci riporta in Italia, in Campania, Mefite, documentario diretto da Beatrice Surano e girato nel cuore dell’Irpinia, nella suggestiva e ventosa Valle d’Ansanto, che richiama l’attenzione sulla complessa relazione tra uomo e natura sottolineando l’emblematico contrasto tra lo spopolamento della regione e la presenza invasiva delle pale eoliche, alimentata dalla speculazione. La proiezione sar‡ seguita da un incontro con la regista.

Choices & Changes di Miriam Muraca, è una serie di dieci cortometraggi animati, di cui il Festival propone i cinque a tema ecologico, che raccontano piccole grandi storie di scelte e cambiamenti nell’epoca di crisi ambientale globale, facendo nascere domande più che imporre risposte. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista. Realizzato dallo studio torinese Mu Film, il cortometraggio L’ultima ape, di Andrea Deaglio e Monica Torasso, prodotto dalla società Barricalla, che gestisce il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, utilizza
l’animazione per sensibilizzare gli spettatori su alcune delle più importanti urgenze ambientali. Tra queste, la tutela delle api, che, oltre a essere fondamentali per la sopravvivenza umana, costituiscono uno straordinario indicatore biologico della qualità ambientale. Altri film, sempre accorpati in un unico programma di proiezioni (venerdì 7 giugno, ore 17:00, Cinema Massimo – Sala Soldati), danno rilievo ai progetti in favore dell’ambiente che si moltiplicano sul territorio nazionale. Il cortometraggio Ascoltando la corrente è stato realizzato da un gruppo di giovani della Città Metropolitana di Torino nell’ambito del progetto “CIAK! Sì, parteciPO”, ideato da Elena Comino e Laura Dominici del Politecnico di Torino con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo. Il film è il risultato di quattro mesi di laboratori e di incontri nei quali i giovani si sono interrogati sull’importanza del Po e della tutela dell’ecosistema fluviale in ambito urbano.

Cambiamenti in quota, di Alessandro Beltrame, racconta i tre progetti attivi dal Nord al Sud Italia con cui il CAI – Club Alpino Italiano – in collaborazione con enti, aziende sanitarie, associazioni – promuove la montagnaterapia, ovvero la frequentazione della montagna a scopo riabilitativo-terapeutico, per affrontare disagi mentali, dipendenze, disabilità fisiche e cognitive e malattie specifiche. Energie in Movimento. Gagliano Aterno, paese futuro, di Beatrice Corti, nasce dalla collaborazione e dal contributo di Fondazione Cariplo e l’associazione Chiamale
Storie, con il supporto e il coordinamento scientifico di Filippo Barbera, sociologo dell’economia, e l’associazione MIM – Montagne In Movimento. Protagonista del cortometraggio è Gagliano Aterno, un comune italiano con 250 abitanti, situato nella provincia dell’Aquila, in Abruzzo, e appartenente alla comunità montana Sirentina. Il paese è stato uno dei pionieri nell’avviare un processo di costruzione di una Comunità Energetica, che si è rivelata in grado di invertire la tendenza locale allo spopolamento e al declino economico. L’invasione della plastica nei mari, che sta creando nuovi ecosistemi, è al centro del film SeaPaCS – Participatory Citizen Science against Marine Pollution, di Federico Fornaro e Giuseppe Lupinacci. Il cortometraggio racconta le difficoltà, le scoperte e i risultati del progetto europeo SeaPaCS, realizzato ad Anzio, che ha coinvolto cooperative di pescatori, migranti, studenti, associazioni, sub, artisti, imprenditori e amministrazione locale in un processo partecipativo della cittadinanza guidato da scienziati sociali e della natura. Un esempio positivo di tutela degli ecosistemi marini arriva da The Good Story, di Francesco Cabras e Alberto Molinari, che presenta gli straordinari risultati ottenuti a Fossa di Pomo, una delle aree più sovrasfruttate del Mediterraneo, attraverso l’istituzione della prima Fisheries Restricted Area (FRA) dell’Adriatico, che in pochi anni è riuscita a restituire un futuro a specie ittiche sull’orlo del collasso. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i ragazzi partecipanti al progetto CIAK! Sì, parteciPO, registi di Ascoltando la corrente, con i responsabili del CAI – Club Alpino Italiano dei progetti di montagnaterapia per Cambiamenti in quota, con Beatrice Corti, regista di Energie in Movimento. Gagliano Aterno, paese futuro, con i ricercatori del progetto SeaPaCS per SeaPaCS – Participatory Citizen Science against Marine Pollution, con Alberto Molinari, regista di The Good Story.