Davide Catinari e Madaski presentano “The Missing Boys” al cinema Massimo

Dopo essere stato selezionato e aver riscosso ampio successo in numerosi festival internazionali (tra cui il New York Independent Cinema Awards dove l’opera si è aggiudicata il Best documentary feature), la calorosa accoglienza a Bologna a Visioni Italiane e le première di Roma, Cagliari e Sassari, il film di Davide Catinari The Missing Boys inizia il suo percorso di proiezioni nelle sale italiane.

La seconda tappa sarà Torino, con la proiezione di giovedì 20 febbraio ore 20:30 presso il Cinema Massimo (via G.Verdi, 18) alla presenza del regista e di Madaski degli Africa Unite.

Davide Catinari è responsabile del progetto Dorian Gray, band con cui ha inciso sette album oltre a centinaia di concerti tra Italia e l’estero ed è anche ideatore del progetto “Sound and Vision”, format performativo di musica e immagini legato al mondo del fumetto (ha collaborato anche con la rivista Linus, in passato). L’opera di Catinari è un racconto per immagini sulla genesi di una scena musicale indipendente, concepito come un viaggio circolare in bilico tra due linee temporali, la narrazione del passato e la memoria di un presente aumentato, quella del “ragazzo scomparso” imprigionato dentro un’eterna gioventù. Il periodo preso in esame nel film è compreso tra il 1979 e il 1989, una decade seminale legata a un trapasso generazionale indelebile, come un viaggio immaginario “dalle formiche alle nuvole”, un filo invisibile sospeso tra quei ragazzi e il loro grande sogno.

Come ci tiene a sottolineare lo stesso Catinari, “The Missing Boys” è un film nato dall’esigenza di raccontare l’emergere e l’affermarsi di una scena musicale dimenticata, come gran parte del movimento giovanile che più di quarant’anni fa si diffuse nelle aree metropolitane così come in provincia. È una storia di band, sconosciute o quasi, che dalla Sardegna, soprattutto da Cagliari e Sassari, interrompono il beato isolamento di un’isola solo in apparenza distante da quella rivoluzione che si accese ovunque fossero presenti un palco e una presa di corrente. La genesi di un percorso – continua Catinari – iniziato col punk e velocemente trasformatosi in un affresco magmatico dove ricerca, sperimentazione, eversioni uditive e schegge di oscurità plasmano una scena multiforme, in equilibrio tra affinità e divergenze con tutto ciò che la circonda e, proprio per questo, unica nel suo genere.