A Miasino si svolgono le ultime riprese piemontesi della prima stagione di “Una finestra vista lago“, nuova fiction destinata alla prima serata di Rai 1 che porta per la prima volta sullo schermo i romanzi di grande successo di Andrea Vitali. Dopo otto settimane di lavoro, tra Orta San Giulio e Miasino (ma si vedrà anche il lago di Como, luogo d’origine di Vitali, grazie all’imbarcadero di Cernobbio), la troupe si sposterà poi a Roma.
Protagonista della saga è un giovane maresciallo dei carabinieri, Ernesto Maccadò, che all’inizio degli anni Trenta riceve il suo primo incarico come comandante di una stazione proprio a Bellamo. Vi arriva dalla natia Calabria con l’amatissima moglie, Maristella, e una valigia piena di sogni e di dubbi, su sé stesso e sulla sua capacità di adattamento a un paese in cui, scoprirà presto, non sarà facile farsi accettare.
“Il progetto – spiega Marco Pontecorvo, regista e co-produttore insieme a Elysia – è nato da un incontro con Andrea Vitali e la Alexandra Cinematografica, che ha acquisito i diritti dei suoi libri, belli e divertenti: leggendo la sceneggiatura, supervisionata anche da Andrea, ho capito di voler riportare sullo schermo quel mondo ironico e un po’ magico del lago, ci stiamo provando. Dovevamo trovare la chiave giusta e speriamo di averla trovata, il riferimento che mi ero dato era stare tra Amelie e Wes Anderson, shakerando un po’ queste ispirazioni portando in immagini quel mondo. Il cast ci sta aiutando, stiamo facendo un bel percorso insieme, ogni personaggio è peculiare. Per me la magia in più è il lago, che deve diventare un personaggio: ci stiamo tentando in tutte le maniere“.
Insieme all’autore, sono stati scelti quattro romanzi per la prima stagione: a ognuno sarà dedicata una serata, due puntate da 50′ alla volta. I romanzi scelti per la trasposizione televisiva sono “Nome d’arte Doris Brilli”, “La signorina Tecla Manzi”, “Certe fortune” e “Un uomo in mutande”. “La collezione è vastissima, c’è un mondo pronto a essere messo in scena“, aggiunge Pontecorvo prima di tornare sul set.
Ad assistere alle riprese sul lago anche i vertici delle varie realtà produttive coinvolte, a cominciare dalla direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati: “Andrà in onda nel 2026, ma aspettiamo la fine delle riprese, la serialità è una cosa complessa. Stiamo cercando di capire la migliore collocazione, il progetto nasce con le migliori intenzioni e con una grande collaborazione sul territorio. La Rai vuole portare prodotti di qualità a tanta gente che non può permettersi altro, lo sento come un dovere“.
Francesco De Blasi di Alexandra Cinematografica aggiunge come sia “la prima serie tv della società, abbiamo avuto bisogno del supporto di Carlo Degli Esposti di Palomar, super esperto in questo campo. E’ un progetto difficile, la Rai è stata coraggiosa. Vitali si è rivelato disponibilissimo da subito, abbiamo iniziato a parlare di tutto questo nel 2018, anche con un produttore giovane e sconosciuto come me“. Accanto a lui Maribel Lopera Sierra di Elysia: “Siamo gli ultimi arrivati, ma la storia è bella e noi vogliamo realizzare progetti così, con uno spirito positivo“.
Carlo Degli Esposti, la mente dietro al successo di Montalbano, aggiunge che “la grande scrittura è una grande responsabilità, abbiamo lavorato a lungo tutti insieme sui testi per fare una trasposizione di livello. Abbiamo anche fatto di tutto per spostarci in Piemonte, a me porta fortuna, da Noi Credevamo a Il Conte di Montecristo e molto altro. La Film Commission è dentro il territorio, non sopra, e questo è il segreto per fare prodotti di qualità. Ho la netta sensazione che non ci fermeremo a quattro puntate…“.
Alla giornata sul set erano presenti, e giustamente orgogliosi, Stefano Falciola (Sindaco di Miasino, cittadina già apparsa di recente anche in “Lubo”) e Diego Dalla Verde (Commissario Prefettizio di Orta San Giulio). Dice Falciola: “Siamo felicissimi di accogliere la produzione, è un tentativo di promuovere il nostro territorio, pensiamo che la sua bellezza e storicità valgano. Abbiamo un Andrea Vitali nel nostro comune, ma non fa lo scrittore… Speriamo che la fiction abbia successo per replicare“.
Già vestiti come li vedremo sul piccolo schermo (alcuni ancora con le mollette nei capelli), appaiono all’incontro con i giornalisti e le autorità anche alcuni membri del cast: il protagonista Antonio Folletto, che interpreta Ernesto Maccadò, Giulia D’Aloia (sua moglie Maristella), Domenico Centamore (Letterio Misfatti), Paola Minaccioni (Suor Anastasia) e Vincenzo Nemolato (Tartina).
Inizia Folletto: “Siamo partiti dai romanzi, una base forte di scrittura aiuta tanto. Marco ogni giorno ci bacchetta (molto) ma con amore, siamo a metà dell’impresa: qui stiamo benissimo, siamo molto coccolati“. Sua moglie sullo schermo aggiunge: “Conoscevo già i romanzi, ma ho approfondito le letture per interpretare Maristella, in un contesto – l’Italia degli anni ’30 – in cui le donne erano relegate a una condizione più domestica, la donna era vista come madre e come moglie. E’ un personaggio pieno di sfaccettature, coraggiosa, sognatice, molto diversa da Maccadò, lui è pratico e pragmatico, lei un po’ persa nel suo mondo dei sogni ma con un’idea concreta della vita di tutti i giorni. C’è la possibilità che il pubblico si affezioni a noi, a questi personaggi contraddittori: siamo pronti a continuare, se andrà bene!“.
Paola Minaccioni è Suor Anastasia: “Un ruolo che faccio con molto amore, è stata l’occasione perfetta per conoscere i romanzi. Una suora cresciuta come un maschio, energica e appassionata, con una sua finta freddezza, che lega i problemi e le relazioni delle persone. Mi sento circondata di bellezza e di amore, il luogo ne aggiunge e sono felice di essere in questo progetto“. Domenico Centamore è Letterio, “un personaggio meraviglioso, con un aspetto umano che mi riconosco, è una semplice e bella persona, mi sento così. Conoscevo l’autore perché li vendevo i suoi libri! Avevo una cartolibreria a Scordia, in provincia di Catania, facevo il libraio, alcuni per questo mi chiamano il cartoattore!“.
Infine Vincenzo Nemolato, in camicia nera come il suo Tartina: “Li conoscevo i libri ma non li avevo letti, sono stato subito colpito dal personaggio, che non è un antagonista classico, sta in una zona grigia tra tragedia e goffaggine. Un ruolo in lombardo (dopo il piemontese del Re Vittorio Emanuele in “M”), è stato uno scoglio tecnico ma poi è diventata per me la cosa meno interessante: è una maschera goffa e tragica dell’autoritarismo, la parte rancorosa di ognuno di noi. La mediocrità è un virus di cui siamo tutti portatori sani, conoscerlo ci aiuterà a tenerlo a bada“.
La Film Commission Torino Piemonte, insieme alla Regione Piemonte e ai fondi FESR, sostiene il progetto e la presenza della presidente Beatrice Borgia e del direttore Paolo Manera lo conferma. “Un meraviglioso regalo di compleanno per i nostri 25 anni, in questo luogo magico“, sottolineano.
L’incontro si conclude è c’è l’occasione di assistere alle riprese di una scena: la città nella finzione si chiama Bellamo, Villa Nigra è diventata la sede dei Carabinieri Reali, la piazza di fronte – piazza Beltrami – si chiama ora per il set piazza dell’Ortica. Ad assistere alle riprese, davanti al monitor e con grande attenzione, c’è anche Andrea Vitali. “Ho capito la profonda differenza tra la scrittura nel cinema e libri, ho imparato qualcosa del lavoro di sceneggiatura. Sono felice di vedere le mie parole prendere vita, mi riconosco anche se per motivi pratici – le cose sono esteticamente molto diverse rispetto agli anni Trenta in cui ambiento i romanzi – non si è potuto girare nella mia Bellano, sul lago di Como, dove vivo. Pontecorvo ha parlato della magia del lago e lo confermo: ci sono nato praticamente sopra e non l’ho mai abbandonato, sono cresciuto con i suoi amori e con le sue suggestioni, ho sempre tentato di raccontarlo con le parole. Credo di aver sempre prestato le mie suggestioni a questo Maresciallo, che arriva dalla Calabria e si trova di fronte tutto ciò“.
L’emozione è grande per lo scrittore, così come la felicità di veder nascere questo progetto: “A furia di sentir dire oggi che sono un grande scrittore alla fine ci credo! Mi fa un certo effetto vedere prendere vita i miei libri, ho fatto un giro anche negli uffici del Maresciallo… Le prime impressioni sono estremamente positive! E poi la simpatia contagiosa che emana Folletto è perfetta per il mio protagonista. E’ stata una gravidanza lunga dal primo incontro a oggi, ma ha fatto bene al progetto, alle sceneggiature: certe cose capitano al momento giusto, fare fretta non fa bene. Su eventuali nuove stagioni che dire, Maccadò è immortale, morirà con me quindi spero di scriverne ancora molti. Il prossimo è quasi pronto, al centro c’è un furto di gioielli a Lugano“.