A Nuclear Journey: cinema e parole sull’atomo di guerra e di pace

Give Peace A Screen, Cinemambiente, Seeyousound, Centro Studi Sereno Regis presentano “A Nuclear Journey: cinema e parole sull’atomo di guerra e di pace” in sala Poli, via Garibaldi 13,  nei giorni venerdì 23 e sabato 24 maggio 2025, con la collaborazione di: Associazione Museo Nazionale del Cinema, Pro Natura Torino, Osservatorio dei cittadini sul nucleare, Vision of Sustainability, Volerelaluna.

Give Peace A Screen continua la sua marcia di avvicinamento alla terza edizione del festival con un altro evento OFF dedicato all’energia nucleare. Per l’occasione nasce la collaborazione con due festival storici del panorama torinese, Cinemambiente e See You Sound. Tre festival uniti per parlare di energia nucleare in una due giorni di parole e di immagini.

Programma

Il convegno | Energia nucleare: il bisogno e il non detto (prima giornata)

Venerdì 23 maggio | h 14.00

14.00 Accoglienza e introduzione

14.30 Presentazione degli ospiti, dei film e dei Pannelli

Dalla crescita infinita ai vincoli dei limiti

  • Relazioni critiche tra economia ed ecologia, Marino Ruzzenenti, storico dell’età contemporanea, in particolare di temi ambientali, collabora con la Fondazione «Luigi Micheletti» di Brescia.
  • Sufficienza energetica ed equità, Osman Arrobbio, sociologo dell’ambiente e dell’energia, ricercatore presso l’Università di Parma”.

Energia e sicurezza

  • Energia e sicurezza tra tecnocrazia e democrazia: la questione del nucleare, Marco Deriu, sociologo, docente di Comunicazione ambientale presso l’Università di Parma.

17.30 – 18.00 Dibattito

I film

h 18.30

Into eternity: a film for the future di Michael Madsen, Danimarca, Svezia, Finlandia, 2010, 75’

Costruire un luogo che resti intatto centomila anni. Questa è infatti l’aspettativa di vita del primo deposito permanente di scorie radioattive, costruito in Finlandia, 5 km sottoterra. Ma come avvisare del pericolo eventuali visitatori da un futuro remoto? Quali linguaggi potrebbero essere compresi, quali istruzioni rispettate? Una grande sfida comunicativa: parlare a chi ci sarà tra centomila anni. E farsi capire, per scongiurare un disastro radiattivo.

h 20.30

A Body in Fukushima di Eiko Otake, Giappone, 2022, 110’

Il film è stato realizzato a partire da decine di migliaia di fotografie, scattate da William Johnston, che ritraggono Eiko Otake nei paesaggi surreali e irradiati di Fukushima, in Giappone, dopo la fusione nucleare. Un film meditativo, suggestivo, denso di emozioni.

Sabato 24 maggio

Il convegno | Energia nucleare: il bisogno e il non detto (seconda giornata)

h 9.30

Un’energia ‘speciale’

  • Gaia irradiata e irradiante. Uno sguardo globale, Giuseppe Barbiero, ricercatore in Ecologia, docente di Biologia e di Ecopsicologia e direttore del GREEN LEAF dell’Università della Valle d’Aosta.
  • Le scorie radioattive, dove nasconderle?, Gian Piero Godio, già tecnico del CNEN di Saluggia, referente dell’Osservatorio sul Nucleare.
  • L’ecopacifismo femminista e il nucleare. (videocall), Bruna Bianchi, Dipartimento di Studi storici, Università di Venezia

12.20 – 13.00 Dibattito

h 14.30

Implicazioni sanitarie, sociali, politiche  

  • Rapsodie fuori stagione. L’imbroglio nucleare fra sicurezza, deterrenza e tassonomia, Enzo Ferrara, presidente del Centro Studi Sereno Regis, ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) di Torino

15.10 – 15,40 Dibattito, con contributo da remoto di Marco Deriu

Il nucleare ‘sostenibile’

  • Troppa energia fa male…, Angelo Tartaglia, professore emerito di Fisica presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino.
  • Energia, diritti umani, diritti della Terra, Mario Agostinelli, chimico-fisico, è stato ricercatore all’ENEA,  presidente dell’Associazione Laudato si’

17.30 18.00 Dibattito e Conclusioni

Coordina Angela Dogliotti, vicepresidente del Centro Studi Sereno Regis

I film

h 18.30

Le Polygone, un secret d’État di Cédric Picaud, Francia, 2023, 53’

Nel 1957, la Francia creò segretamente un Poligono per testare i sistemi di detonazione delle bombe nucleari. I lavoratori locali lo costruirono, lo mantennero, lo misero in sicurezza e rimasero in silenzio, subendone gli effetti. Dieci anni dopo la chiusura del Poligono, si vuole sapere quanto il Poligono abbia inquinato l’ambiente e avvelenato le menti.

The Atomic Bowl: football at Ground Zero & The Forgotten Bomb di Greg Mitchell, Usa,  2024, 54’

Un nuovo documentario del pluripremiato scrittore e regista sull’inquietante e a lungo dimenticata partita di calcio a stelle e strisce nel 1946 a Nagasaki, dove 80.000 civili erano morti solo poche settimane prima.

h 20.30

Espana contra el atomo di Sergio Cabezudo e Raul De Isidro, Spagna, 2020, 12’

Nel 1970, una fuga radioattiva nell’ex Junta de Energía Nuclear contaminò il fiume Manzanares e i dintorni della città di Madrid. Cinquant’anni dopo, i residenti e i lavoratori del centro lottano contro qualcosa di più terribile e dannoso delle conseguenze delle radiazioni: l’indifferenza di un’intera società.

Taiwaste di Patrik Thomas, Germania – Taiwan, 2022, 25’

Alla fine degli anni ’70, il governo taiwanese decise di stoccare parte delle scorie nucleari sull’Isola delle Orchidee, 65 km al largo della costa sudorientale di Taiwan, dove viveva il popolo Yami, da secoli una tribù isolata. Ingannato dal governo, il capo tribù firmò un contratto per la costruzione di un “conservificio di pesce”, che si rivelò essere un sito di stoccaggio di scorie nucleari. Dopo oltre 30 anni di proteste da parte degli Yami, il governo approva una nuova decisione per risolvere il problema dell’Isola delle Orchidee con una nuova strategia di stoccaggio decentralizzato. Il film accompagna due impiegati governativi nella loro lotta quotidiana per ridistribuire le scorie nucleari a tutti i cittadini taiwanesi.

Rock contro il nucleare 1983 / 24 min. / col. Regia, sceneggiatura, fotografia, sonoro, montaggio: BLOOD VIDEO. Musica: AA.VV.

Alla fine di maggio del 1983 redattori della fanzine Blood, militanti di Lotta Continua per il Comunismo e studenti del Collettivo Politico di Architettura occupano la Facoltà di Architettura di Torino per organizzare una tre giorni antinucleare di musica, autogestione e politica. Un gruppo di cineasti esordienti gira in quell’occasione un piccolo, imperfetto film da cui nasceranno nel decennio successivo tante cose in città e non solo… Nel collettivo di autoproduzioni Blood Video operarono tra il 1983 e il 1984: Marco Bonvino, Mimmo Calopresti, Pè Calopresti, Steve Della Casa, Pier Milanese, Claudio Paletto, Fred Rotella, Eros Temponi, Enrico Verra.