Fino al 31 maggio da Recontemporary la mostra “Nuclear Voyage”

Fino al 31 maggio da Recontemporary la mostra “Nuclear Voyage” di Armin Linke, un viaggio distopico in un mondo sospeso tra realtà e immaginazione, dove il legame tra tecnologia e progresso appare ormai incrinato. Attraverso la documentazione di centrali nucleari inattive, siti di scorie e infrastrutture parzialmente abbandonate, Linke riflette sulla dimensione immobile e silente di questi luoghi, rivelando un paesaggio tecnologico in stato di “coma eterno”.

Osservati in lunghi piani sequenza durante i controlli di sicurezza e radioattività, i pochi operatori ancora presenti in questi ambienti appaiono in netto contrasto con l’immaginario eroico e futuristico che, in passato, accompagnava la fede nel progresso scientifico e nella tecnologia.

Realizzato e trasmesso in tecnologia 3D, il video si presenta anche come una riflessione critica sull’attuale fascinazione per la visione immersiva, riprendendo la promessa ottocentesca della stereoscopia, quando la fotografia ambiva a ricreare la tridimensionalità dello spazio. La sua attuale rinascita, secondo Linke, rappresenta una curiosa combinazione tra l’entusiasmo per il futuro e una sottile vena di malinconia.
In questa prospettiva, la scelta di presentare l’opera in 3D, accessibile solo a pochi spettatori alla volta, si inserisce in una riflessione più ampia sull’obsolescenza delle tecnologie e sulle contraddizioni dell’esperienza visiva contemporanea, mettendo in discussione i paradigmi tradizionali della fruizione artistica.

Nuclear Voyage si propone così come una meditazione visiva e concettuale su un’epoca storica – quella tra gli anni ’80 e ’90 – in cui l’entusiasmo per le missioni spaziali, l’energia atomica e l’innovazione tecnologica alimentava visioni di un futuro radioso, mai pienamente realizzato. Il risultato è un paesaggio carico di sospensione, silenzio e disillusione, in cui il tempo sembra essersi fermato.

Per Linke, l’immagine in movimento non rappresenta un punto d’arrivo, ma un dispositivo per indagare le relazioni tra etica, responsabilità e memoria collettiva. Il suo lavoro scava nelle intersezioni tra pratiche artistiche e strutture socio-politiche, invitando lo spettatore a interrogarsi sul destino delle utopie moderne e sulla fragilità delle nostre visioni di futuro.

Edizione speciale realizzata da e per la collezione Videoart at Midnight EditionsLa mostra è realizzata con il Patrocinio della Città di Torino.

Il fotografo e filmmaker Armin Linke (nato a Milano 1966), lavora a un archivio a crescita progressiva sulle diverse attività umane e i nuovi paesaggi naturali e artificiali, rappresentando situazioni in cui i confini tra finzione e realtà si fanno sempre più esili fino a diventare invisibili. La sua pratica interroga la fruizione e la distribuzione delle immagini e l’interazione con il contesto produttivo ed espositivo. Armin Linke è stato Research Affiliate al MIT Visual Arts Program di Cambridge, MA e docente presso presso il dipartimento di Arti Visive dell’Università IUAV di Venezia e la Staatliche Hochschule für Gestaltung Karlsruhe. Il suo film Alpi sulla percezione del paesaggio alpino contemporaneo è stato premiato alla IX Biennale di Architettura di Venezia.

Orari di visita: dal mercoledì al sabato, dalle 15.30 alle 19.30.