“L’età giovane” di Jean-Pierre e Luc Dardenne

Senza sconti, senza fronzoli, senza redenzione. I fratelli Dardenne girano con “L’età giovane” il loro ritratto di un adolescente musulmano, Ahmed, tredicenne che nel giro di poche settimane passa dall’essere un ragazzino come tanti a diventare un integralista irredimibile, mal consigliato da un imam privo di scrupoli e insensibile ai tentativi di stargli accanto di insegnanti, familiari, educatori, amici.

Il Corano gli vieta di avere un rapporto da pari con l’insegnante (donna) che lo ha aiutato a superare la dislessia, tutti coloro che non seguono alla (sua) lettera gli insegnamenti del Profeta non sono degni di parlare con lui, né di interferire in alcun modo con la sua vita.

Quando il suo credo lo trasforma in persona violenta e pericolosa, viene rinchiuso in un centro che dovrebbe – con la terapia dolce, un discretamente rigido controllo e il contatto con gli animali – aiutarlo a capire dove ha sbagliato. Ma prima di tutto Ahmed dovrà convincersi di aver commesso errori, e non è minimamente scontato che ciò accada.

I registi belgi – premiati a Cannes con questo film per la miglior regia – riprendono lo stile dei loro primi capolavori (su tutti, “Rosetta“), imbracciando la macchina da presa e provando a seguire da vicin(issim)o il loro protagonista, cercando così di risolvere – in primis per loro stessi – l’incomprensibilità di un tale comportamento. Ma se con Rosetta la camera “attaccata” alla sua schiena creava un legame, seppur confuso, con Ahmed questo non accade: l’evidente lontananza dei suoi autori dalle scelte del ragazzo è insuperabile.

Controverso e spiacevolmente importante.

LA SCHEDA

Diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne
Nazionalità: Belgio
Anno: 2019
Durata: 84’
Genere: Drammatico
Cast: Idir Ben Addi e Olivier Bonnaud

Sinossi. In Belgio, ai giorni nostri, il destino del giovane Ahmed, 13 anni, combattuto tra gli ideali di purezza professati dal suo imam e i richiami della vita.