“Aspromonte – La terra degli ultimi” di Mimmo Calopresti

Negli anni ’50 vivere ad Africo, in Aspromonte, è come vivere nel 1800. Un paese isolato e arretrato, arroccato tra i monti e senza una diretta via di comunicazione con la “Marina”: si vive di lavoro dei campi e pochi mezzi, si pensa all’oggi e al subito, non si ha il tempo di immaginare un domani (figuriamoci un futuro più lontano e migliore).

In questo mondo e in questa realtà Mimmo Calopresti immagina il suo “Aspromonte – La terra degli ultimi“, ispirato da un romanzo di Pietro Criaco e dai ricordi di famiglia suoi e del produttore Fulvio Lucisano (che ha voluto arricchire la sceneggiatura di memorie personali).

L’arrivo dal nord di una maestra che vive il suo mestiere come una missione prova a cambiare le cose, istruendo i bambini e facendo loro scoprire il mondo. Mentre gli uomini del paese (ma alla bisogna anche donne, anziani e bambini si uniscono al progetto) provano a costruirsi da soli una strada che li colleghi alla civiltà favorendo l’arrivo, in caso di necessità, di un medico.

Le autorità, lo Stato sono una chimera lontano in queste terre, aspettarli può voler dire, letteralmente, morire. Ma aprire la mente ai giovani e favorire i trasporti può anche, inevitabilmente, portare lontano da quel paese-prigione: nessuna scelta è senza conseguenze.

Calopresti assembla un bel cast e lo immerge in un’atmosfera sospesa, favorita dalla bella ricostruzione d’epoca e dalla fiducia in valori e memorie che sanno coinvolgere. Un piccolo grande film, capace di emozionare e stupire.

LA SCHEDA

Diretto da Mimmo Calopresti
Nazionalità: Italia
Anno: 2019
Durata: 83′
Genere: Drammatico
Cast: Marcello Fonte, Valeria Bruni Tedeschi, Sergio Rubini, Francesco Colella, Marco Leonardi, Elisabetta Gregoraci

Sinossi. Ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell’Aspromonte calabrese, alla fine degli anni ’50, una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe, decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l’opera. Giulia, la nuova maestra elementare, viene dal Nord, e vuole insegnare l’italiano “se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere”. Ma per il brigante Don Totò, quello che detta la vera legge, Africo non può diventare davvero un paese ‘italiano’… Via dall’Aspromonte è un western atipico sulla fine di un mondo e sul sogno di cambiare il corso degli eventi grazie alla voglia di riscatto di un popolo.