Il cinema (piemontese) che vedremo

Aspettiamo, e vedremo cose belle: si è tenuta nell’ambito di Torino Film Industry la presentazione dei progetti sostenuti dal Piemonte Film Tv Development Fund di Film Commission Torino Piemonte. Sei progetti di sicuro interesse, alcuni dei quali molto promettenti.

Il fondo è stato avviato nel 2019 da Film Commission Torino Piemonte per sostenere le imprese di produzione indipendenti con sede in Piemonte nello sviluppo di lungometraggi e serie tv di finzione.

Il primo progetto a essere presentato è stato “Montaigne” di Luca Ferri (Effendemfilm), un autore – lo descrivono i suoi produttori, “severo e radicale”. Un film dedicato alla montagna ma anche a Michel de Montaigne, “unico filosofo che credo possa essere utile per leggere il contemporaneo”, ha spiegato Ferri. “Con questo film mi metto in discussione, in modo anche autolesionistico, alla ricerca di un pubblico più ampio”. La storia vede una coppia italiana, negli anni ’70, in fuga attraverso le Alpi, che trova rifugio in un bivacco abitato da uno scrittore che scopriremo essere una sorta di rappresentazione di Montaigne. “La prima parte sarà molto cinematografica, poi nel bivacco il dialogo sarà impostato in modo più teatrale: la terza parte vedrà il protagonista costretto a nascondersi al mondo, e lo gireremo come un radiodramma”. La coppia sarà interpretata da Antonio Rezza e Flavia Mastrella, per il terzo ruolo si  sta “dialogando con Denis Lavant”.

Subito dopo due progetti diversissimi che prendono ispirazione dalla stessa terra: “Umberto B.” di Francesco Amato (Eie Film), un film post-ideologico dedicato alla figura di Umberto Bossi, scritto da Enrico Audenino e Zelia Zbogar. “Sarà un film su tre livelli – hanno spiegato – il primo in un teatro di posa in cui si stanno cercando attori per un ipotetico film su Bossi; un secondo di interviste a collaboratori ed esperti del vero leader della Lega; il terzo con filmati di repertorio”. Bossi è un “cialtrone evoluto, che ha sempre cercato il successo in tanti campi prima di scendere in politica”.

Brianza” di Simone Catania (Indyca) è invece un’opera seconda, ideata sul set dell’esordio di Catania, “Drive me home”. Sarà una commedia nera ispirata da un vero fatto di cronaca, l’omicidio brutale di un socio in affari da parte di un uomo ‘qualunque’, sommerso dai debiti ma insospettabile, con seguente taglio della testa della vittima (posta poi nel forno della pizzeria in cui i due si trovavano…). “Una notizia tragica, ma quando l’ho letta ho riso”, ha ammesso il regista. “In quella pizzeria andavo spesso da bambino: la Brianza è la ‘pancia’ del nostro paese, raccontarla ci farà capire molto di ciò che è successo all’Italia”. Alla sceneggiatura collaborerà anche Ugo Chiti.

L’uomo che ha fermato il tempo” di Paolo Casalis e Stefano Scarafia (La Sarraz Pictures) sarà un film sportivo, la vita di Marco Olmo, campione del mondo di ultrarail, piemontese più noto all’estero che in Italia, già protagonista nel 2009 di un documentario della coppia, “Il corridore”. Sarà girato nel 2021 e sarà una “storia di riscatto umano attraverso lo sport”, con riprese di gare estreme, pericolose e spettacolari.

Una serie tv sarà invece “Fuochi d’artificio” (Matrioska): ispirata dal libro omonimo di Andrea Bouchard, racconterà le vicende di una giovane ragazza che decide insieme ad alcuni coetanei di appoggiare la Resistenza, seguendo l’esempio del fratello più grande. Una storia di fantasia ambientata nella “Storia”, l’ultimo anno e mezzo circa di seconda Guerra Mondiale: una serie pensata per famiglie e ragazzi, probabilmente diretta da Letizia Lamartire.

Ultimo, in ordine di presentazione, è stato “Rispet” di Cecilia Bozza Wolf (Stefilm International). Il “rispet” è un codice non scritto ma severissimo con cui è regolata la vita in Alto Adige, che rifugge ogni diversità e costringe la gente a omologazione e sottomissione. Il film punta a “eliminare per sempre questa abitudine”, ha detto la regista, nata e cresciuta in quei luoghi e con quelle regole.