“Le rose blu” mercoledì 8 giugno per L’Altro Quartiere

Mercoledì 8 giugno alle ore 21,15 presso la Casa di Quartiere Vallette (Piazza Eugenio Montale 8, Torino) nuovo appuntamento della rassegna L’Altro Quartiere: verrà proiettato il film Le rose blu di Anna Gasco, Emanuela Piovano e Tiziana Pellerano (Italia 1990, 80′) che oltre alla partecipazione delle detenute del carcere Lorusso Cutugno di Torino vide la collaborazione straordinaria degli attori pasoliniani Laura Betti e Ninetto Davoli.
Il film sarà introdotto da Valentina D’Amelio (AMNC), Susanna Ronconi e Liviana Tosi (Associazione Sapereplurale), Domenico Minervini (Direttore della Casa circondariale Lorusso e Cutugno), Valeria Bruni (Politecnico di Torino) e Cecilia Blengino (Università degli Studi di Torino, Progetto “Spazi violenti”).

L’appuntamento sarà l’occasione per ricordare la tragedia del 3 giugno 1989. Ventisette anni fa un incendio uccise undici donne nell’allora nuovo carcere di Torino. Erano Ivana, Rosa, Paola,  Lauretta, Lidia, Morsula, Ediita, Beatrice, Radica (Vesna), detenute, e Rosetta e Maria Grazia, agenti. Non si è trattato solo di destino e di caso: sono morte per inefficienza, perché 300 materassi infiammabili erano stati accatastati sotto le finestre del braccio femminile, perché i soccorsi hanno tardato, perché non esisteva un piano antincendio, e il tentativo di aprire decine di celle era affidato a due sole agenti, che con loro hanno così trovato la morte.
È stata la più grande tragedia, in termini di vite umane distrutte, del carcere del dopo riforma del 1975. Già allora, un gruppo di donne  allora detenute, con il sostegno di molte e molti, prima tra tutti dell’Avvocato Bianca Guidetti Serra, si  attivò per la verità, perché le cose potessero cambiare e la sicurezza e i diritti di chi è detenuto/a fossero garantiti, prima tra tutti quello alla incolumità e alla vita. Oggi, a molti anni da quella tragedia, nelle nostre carceri sono ancora molte le carenze che portano al mancato rispetto dei diritti di chi è recluso/a, e il passato può ancora insegnare molto. È necessario ricordare, con gesti, parole, azioni, è necessario lasciare un segno affinché la memoria di questo dramma resti viva: per ricordare chi non c’è più, e per ricordare e ricordarci sempre che i diritti di chi è rinchiuso/a  per espiare una pena vanno presidiati e difesi. Susanna Ronconi e Liviana Tosi (Associazione Sapereplurale).

Per maggiori informazioni: www.sapereplurale.net