Daniele Luchetti: “Confidenza, il mio cinema e Torino”

Domenica 21 aprile alle 18,15 al cinema Romano il regista Daniele Luchetti presenta al pubblico torinese in anteprima “Confidenza”, il suo ultimo lavoro, tratto da un romanzo di Domenico Starnone e interpretato da Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini e Isabella Ferrari.
“Confidenza” è stato girato per una settimana, nell’ottobre 2022, anche a Torino con il sostegno della Film Commission, tra Palazzo Carignano e a Palazzo Saluzzo Paesana per ricreare il Palazzo del Quirinale; ma anche in Galleria Umberto I e al Caffè Platti di corso Vittorio Emanuele II. 

Da “L’amica geniale” al prossimo “Prima di noi” e ora “Confidenza”: Luchetti, sempre più spesso le capita di girare a Torino, come mai? 

«Torino è una città sbalorditiva per il cinema, accogliente e piena di ambientazioni, ormai ci siamo abituati a considerarla partner creativa, arriva sempre il momento in cui ci diciamo: cosa possiamo fare a Torino? Per una serie l’ho trasformata anche in Buenos Aires! Stavolta dovevamo girare al Quirinale, ci hanno detto di no e sono stati loro stessi a consigliarci di venire a Torino». 

Per la terza volta porta al cinema un romanzo di Domenico Starnone, dopo “La scuola” e “Lacci”: cosa trova nei suoi libri di interessante? 

«Provo un sentimento di fratellanza quando leggo un suo libro, sento come se avesse rubato non dalla mia vita ma da mie vite ipotetiche. Qui c’era un meccanismo molto forte di tensione da thriller, c’è una sete di arrivare in fondo per sapere come va a finire che mi sembrava rara, chi legge è ingabbiato nella curiosità e ha desiderio e ansia, è il racconto di un uomo che spreca la sua vita. L’amore e la paura sono una grande benzina per i film, per me, quando poi gli amori sono mescolati con il perturbante è perfetto. Anche le storie con grandi buchi neri al centro mi piacciono, amo dare fiducia allo spettatore».

I due attori principali del film sono Elio Germano e Federica Rosellini.

«Elio ormai lo do quasi per scontato, è la quarta volta che lavoro con lui e spero ce ne saranno molte altre, è una sorta di fratello per me. Federica l’ho scelta invece dopo un lungo casting: avevo bisogno di un’attrice con forte autorevolezza naturale, che non si sentisse subordinata allo sguardo maschile ma che fosse anzi lei ad avere uno sguardo giudicante. Lei è stata magnifica in un personaggio inconsueto per il cinema italiano, che spesso vede le donne solo in funzione del maschio: lei è selvaggia e indipendente. Tra l’altro mentre giravamo lei faceva “Amleto” al Piccolo di Milano, 6 ore di spettacolo con lei al centro del palco nel ruolo di Amleto: finiva, faceva lo zaino e di notte veniva a girare con noi fino all’alba, per poi tornare a teatro!».

Spicca il nome di Thom Yorke, cantante dei Radiohead, come autore della colonna sonora.

«Ha letto il copione, diceva di non avere tempo ma poi lo ha trovato perché evidentemente gli interessava, ha notato come ci fosse un centro magnetico sbagliato in ogni scena, lo trovava straniante. Il film per me ti deve spostare in zone imprevedibili, a volte con il girato (era la stessa richiesta che facevo ai singoli attori, c’è un sottotesto sbilenco che deve creare un senso inquietudine) e a volte con la musica, magari – come qui – con una scena d’amore commentata da una musica di panico apocalittico».