Dal 13 aprile su RaiPlay le prime due puntate e poi il 15, il 22 e il 25 aprile in prima serata su Rai 1 arriva la serie “Fuochi d’artificio”, diretta da Susanna Nicchiarelli e girata interamente in Valsusa e sulle Alpi piemontesi. Una storia di Resistenza, vista con gli occhi di quattro coraggiosi bambini capitanati dalla dodicenne Marta e pronta per la festa degli ottant’anni dalla Liberazione alla fine della seconda guerra mondiale.
«Il 25 aprile è la festa di tutti, siamo felici di partecipare con il nostro lavoro», confida una orgogliosa Nicchiarelli, che ha completato le sei puntate dopo molti mesi di fatiche. Le riprese si sono svolte nell’estate del 2023, e sono seguite molte settimane per completare il montaggio e la post- produzione delle quasi sei ore di racconto. «Avremmo potuto andare in onda già da qualche mese, ma era troppo importante per noi esserci al 25 aprile».
L’idea nasce dalla lettura del romanzo di Andrea Bouchard (con qualche invenzione come la nonna grande tifosa di calcio, e del Genoa in particolare, interpretata da Carla Signoris) e dalla consapevolezza che non ci fosse un racconto simile pensato per i ragazzi e le ragazze: «Coi nostri figli volevamo sederci sul divano e guardare una storia così, adatta a tutte le età: non c’era, e l’abbiamo fatta. L’ispirazione viene anche da film che ho molto amato come “E.T.” o “I Goonies”, ma anche “L’impero del sole”. Volevo che avesse molti livelli di lettura, si ride e si piange: i giovani vogliono essere presi sul serio, Marta non vuole combattere e sogna un futuro senza armi, la prendono in giro ma io credo che lei abbia ragione».
Il territorio è stato fondamentale: «La Valsusa è stupenda e voglio girarci ogni cosa d’ora in poi! Noi cercavamo una montagna incontaminata, senza impianti di sci per capirci. A Rochemolles sopra Bardonecchia abbiamo fatto base a lungo, e in molti posti lì sopra come la diga. Quello che ci hanno dato quei paesaggi è unico. L’inizio della serie è all’Assietta, e poi Exilles, sia il forte sia il paese. Abbiamo vissuto mesi lì, la popolazione è stata fantastica (la mia gatta è stata anche messa incinta da un gatto locale!). Ma quando abbiamo appeso i drappi nazisti fuori dal forte abbiamo capito che era meglio toglierli presto: quelle riprese le abbiamo fatte alla velocità della luce! Più salivamo sulla montagna, più diventava difficile portare le attrezzature ma cresceva anche la sensazione di essere nei luoghi veri, in cui quelle persone lottavano per un futuro migliore».
La serie arriva ora in tv dopo molti anni di lavoro: il primo fondo dalla Film Commission Torino Piemonte è arrivato nel 2019, per lo sviluppo. «Non sempre il mondo ti permette di diventare quello che vuoi, specie se sei donna», aggiunge Nicchiarelli, già autrice di film importanti come “Cosmonauta”, “Miss Marx” e “Nico, 1988”. «Tutte le mie protagoniste, e anche Marta, sono in cerca di riscatto verso un mondo che dice loro tanti no. A una perché è vecchia, o brutta, o piccola, ma in sostanza perché sono femmine. Loro lottano per avere un loro spazio, le amo anche perché fanno anche dei grandissimi casini! Quando si lotta si lotta, e si fanno anche grandi errori. Sono personaggi imperfetti, contraddittori. C’è qualcosa di me in loro? Certo, uno parla sempre di se stesso in qualche modo, e di certo ho avuto un’adolescenza orrenda».
La protagonista Marta è interpretata dall’esordiente pinerolese Anna Losano, dodicenne ai tempi delle riprese: «Abbiamo fatto una marea di provini, con tanti self tape per una prima scrematura. Appena ho visto Anna ho capito che era lei, però», confida la regista.
La serie è stata girata in sequenza, la crescita anche artistica dei protagonisti, e sua soprattutto, è evidente con il procedere delle puntate: «Ho iniziato questa serie che ero una bambina, quando abbiamo finito le riprese mi sentivo più matura», confida la giovane attrice esordiente. «Nella vita sono molto simile a Marta ma lei è più estroversa di me! Avevo già letto il romanzo di Bouchard che ha ispirato la storia, lo avevo amato molto. Questa serie è bella anche perché fa capire a noi ragazzi che possiamo essere importanti».
Losano oltre a recitare, nella serie canta anche, e suona. «Non ho mai pensato di non farcela, sul set. È un’esperienza che mi ha lasciato tanto, ho capito anche grazie alle persone più esperte con cui ho lavorato che l’unico modo di crescere sia studiare. Ci ho preso gusto, lo ammetto: il cinema mi piace molto».
Articolo di Carlo Griseri