«Torino, oltre al binomio città-fabbrica, è legata al cinema soprattutto per alcune figure uniche che grazie alla loro progettualità hanno pensato, costruito e lavorato a questa immagine». Con queste parole esordisce Vittorio Sclaverani, presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema e curatore di questo numero sesto di Turin dedicato alla settima arte in città (7 €).
Il cinema, dunque, come vocazione che attraversa un ampio periodo storico dallo svilupparsi dei primi operatori Lumière alle case di produzione del cinema muto, dai grandi produttori del secondo dopoguerra che qui hanno mosso i primi passi a Dario Argento, dall’Archivio Nazionale del Cinema della Resistenza al Movie Club e all’Associazione Cinema Giovani, per arrivare alle esperienze di oggi della Film Commission Torino Piemonte e ai vari Festival cittadini con la loro inclinazione verso il cinema di qualità. E naturalmente, come filo conduttore di tutte queste epoche, Maria Adriana Prolo, l’instancabile animatrice del Museo Nazionale del Cinema la cui associazione fu fondata esattamente 60 anni fa, mentre il museo vero e proprio fu inaugurato a Palazzo Chiablese nel 1958 e trasferito alla Mole Antonelliana nel 2000.
Oltre agli articoli che raccontano queste e altre avventure, l’introduzione al tema del cinema è affidata al brio di Lorenzo Ventavoli intervistato sui cambiamenti sociali che il cinema ha vissuto a Torino e che lui ha conosciuto sin dalla più tenera età grazie al lavoro di suo padre e successivamente al proprio.
Gli altri articoli
Oltre alla sezione monografica dedicata al cinema, una serie di altri articoli compongono la rivista. Dalla storia dei tram e dei tramways, al lavoro dei conciatori di pelli, passando per una curiosa graphic novel che racconta la visita di Wolfgang Amadeus Mozart a Torino. Con ampio spazio alle immagini dell’Esposizione Italiana del 1884 pubblicate nelle straordinarie 40 dispense illustrate che la casa editrice Sonzogno di Milano editò per l’occasione.