Giovedì 13 luglio ore 20,45 in via Cesare Battisti 4b è in programma la proiezione di ART CLASS. A filmed performance (2020, 49’ v.o.st. it) della filmmaker e attivista Andrea Luka Zimmerman.
Art Class è una riflessione autobiografica e performativa sulla tensione tra arte e classe: che cosa significa fare arte quando si appartiene alla working class? Quali rapporti di potere determinano che cosa è “arte” e che cosa non lo è? Chi stabilisce la linea di demarcazione tra chi è dentro e chi è fuori il mondo dell’arte?
Zimmerman è stata ospite dell’Unione in pandemia per una proiezione con dibattito del suo documentario dedicato alla gentrification a Londra Estate, a reverie organizzata in collaborazione con Il Piccolo cinema. Ora giunge a Torino per presentare il suo film più recente e incontrare il pubblico.
Il dialogo con la regista sarà condotto da Silvia Nugara (CPS, GRILITS) e Rebecca Arturo (traduttrice e autrice dei sottotitoli del film). Organizza GRILITS-Gruppo di ricerca su lavoro, industria, tecnologia e scienze umanistiche (Dipartimento Studi Umanistici dell’Università di Torino) nell’ambito del programma di iniziative di Terza Missione La guerra del lavoro: conflitti, violenze, utopie. Ingresso libero senza prenotazione.
SPECIALE ANDREA LUKA ZIMMERMAN
Come nasce e si modifica l’immaginario attraverso nessi come potere-memoria, umano-animale, margine-centro? In Art Class, la regista ripercorre attraverso dialoghi, confessioni e inserti performativi, alcune tappe della propria vita e filmografia.
Taskafa. Stories of the street (Turchia, 2013, 66′). Accompagnata dalla voce di John Berger che legge pagine tratte dal suo King, l’opera riunisce testimonianze di vari abitanti di Istanbul sulla convivenza con una popolazione canina sempre più emarginata e maltrattata dal governo della città e da un turismo predatorio. Una riflessione sulla memoria e sul senso di appartenenza a uno spazio-tempo vulnerabile.
Estate, a Reverie (Gran Bretagna 2015, 83′). Per sette anni, la regista filma la vita dei suoi vicini in un grande caseggiato popolare londinese in via di demolizione intrecciandola con le immagini di un progetto d’arte di comunità avviato da lei stessa come ultima forma di resistenza. Ne risulta il ritratto poetico e dolente di vite che non vogliono farsi cancellare da rappresentazioni mediatiche e politiche urbane discriminanti.
Erase and forget (Gran Bretagna, 2017, 88′). James “Bo” Gritz è stato tra i militari più decorati nella guerra del Vietnam, responsabile a suo avviso di circa 400 morti. A lui si sono ispirati i creatori di personaggi come John Rambo, il colonnello Kurtz di Apocalypse Now e “Hannibal” Smith di A-Team. Dal ritratto di un uomo “larger than life” emerge quello di un paese in cui la finzione governa la realtà.