Densa di appuntamenti, la giornata al festival Cinemambiente si apre nel pomeriggio (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) con due titoli della sezione Made in Italy.
Stracci, di Tommaso Santi, mette in luce come a volte siano le tradizioni più antiche a suggerire pratiche coerenti con le attuali esigenze di sostenibilità. È quanto succede a Prato, dove da decine e decine di anni gli indumenti di lana usati vengono raccolti e differenziati per poi riutilizzare il filato per la produzione di nuovi capi di alta qualità: un esempio virtuoso di economia circolare e di sostenibilità dell’industria tessile, a cui si contrappone, però, il sempre più serio problema ambientale provocato dal consumismo “usa e getta” del fast fashion. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Uno dei fiori più noti al mondo, nelle sue connessioni profonde con il resto della natura, è protagonista di Orchids, dei torinesi Vincenzo Guarnieri e Umberto Costamagna. La vita delle orchidee selvatiche, che dipende dalla relazione con i funghi microscopici del suolo, con gli insetti impollinatori e con gli esseri umani, diventa nel cortometraggio un modello di come vengono assicurati l’equilibrio e la salute del Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
Ancora nel secondo pomeriggio, il cartellone propone il secondo film in gara nel Concorso documentari, lo statunitense Hot Money (ore 18.00, Cinema Massimo – Sala Cabiria), diretto dalla regista Susan Kucera, che ha un inatteso protagonista nell’ex comandante supremo delle forze alleate in Europa della NATO Wesley Clark. Il generale al comando dell’Operazione Allied Force durante la guerra nel Kosovo e il figlio, Wes Clark Jr., attivista e ambientalista, guidano lo spettatore in un viaggio nell’attuale sistema finanziario, sempre più interconnesso ed esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Interventi di esperti del mondo accademico ed economico, assieme all’attore Jeff Bridges (anche produttore esecutivo del film) e a ironici cartoon esplicativi, illustrano i rischi insiti nella perdita di valore di asset fondamentali conseguenti alle crescenti emergenze ambientali, la reazione a catena che potrebbe derivarne, determinando una crisi ben peggiore di quella del 2008, nonché le possibili strategie in grado di evitare una nuova catastrofe. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista, il protagonista Wes Clark Jr. (online) e Silvana Dalmazzone, docente di Economia dell’Ambiente e delle Risorse naturali all’Università di Torino.
Non solo cinema. Sempre nel pomeriggio, alle 18, si inaugura nel Cortile del Rettorato la mostra con cui il concorso Environmental Photographer of the Year (EPOTY) fa tappa a Torino (fino al 31 agosto) grazie a un’iniziativa realizzata dal Festival in collaborazione con l’Università di Torino nell’ambito del cartellone di eventi culturali di UniVerso – Osservatorio permanente sulla contemporaneità. L’esposizione comprende 27 opere selezionate tra le finaliste delle ultime due edizioni del Premio che, nato nel 2007 in Gran Bretagna, aperto ad amatori e a professionisti di tutto il mondo, è oggi uno dei maggiori punti di riferimento della fotografia ambientale internazionale. Organizzato da CIWEM – Chartered Institution of Water and Environmental Management, WaterBear e Nikon Europe, il concorso intende promuovere la comprensione delle cause e delle conseguenze delle emergenze ambientali globali e l’individuazione di possibili soluzioni innovative per contrastare i problemi che ne derivano. La mostra allestita a Torino presenta in dieci grandi teli una selezione di altrettanti scatti che restituiscono in modo spettacolare e particolarmente significativo il pensiero-guida del Premio. Accanto a questi, una serie di pannelli presenta ulteriori diciassette scatti selezionati tra le opere finaliste del Concorso che meglio interpretano l’urgenza degli altrettanti obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il Premio Epoty, infatti, sostiene i 17 goals delle Nazioni Unite riconoscendo che la natura complessa della connessione tra sviluppo, riduzione della povertà, uguaglianza, sicurezza e azione per il clima richiede uno sforzo senza precedenti da parte di tutti i settori della società per affrontare le emergenze della nostra epoca.
Verso sera, alle ore 19, un altro doppio appuntamento (Cinema Massimo – Sala Soldati) con la sezione Made in Italy. I ribelli del cibo, di Paolo Casalis, racconta quattro storie di altrettanti piccoli produttori di cibo, sospesi tra obiettivi minimi – la sopravvivenza economica – e ambizioni altissime: cambiare il mondo dell’alimentazione, nominato dalla grande distribuzione e da nutrimenti di bassa qualità. Il microcosmo coeso dell’Alto Adige, dove tradizione e innovazione procedono di pari passo, fa da sfondo alle loro esperienze e a tematiche tanto attuali quanto globali. La proiezione sarà seguita dall’incontro “Food Wave: Catch the Future”, a cui intervengono, dopo i saluti di Michela Favaro, vicesindaca della Città di Torino, Emanuela Vita, project manager di Food Wave, Maria Bottiglieri, dell’Ufficio Cooperazione internazionale e pace della Città di Torino, Giosuè De Salvo, di Mani Tese ONG. Sono inoltre previsti interventi delle dieci associazioni giovanili torinesi selezionate dal bando Food Wave. A seguire, un cortometraggio di animazione, il surreale Graziano e la giraffa, di Fabio Orlando e Tommaso Zerbi, in cui un uomo affamato di salsicce compra un fornetto a microonde che lo trascinerà in un mondo allo stato selvaggio. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
In serata, un appuntamento immancabile del Festival: quello tradizionale con “Il Punto di Luca Mercalli” (ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), che quest’anno illustrerà lo stato di salute del Pianeta incrociandolo con la cronaca più attuale e analizzando le conseguenze ambientali della guerra. Il report stilato dal noto meteorologo si soffermerà soprattutto sui riflessi del conflitto russo-ucraino nelle politiche ambientali internazionali e sui rallentamenti – se non le brusche inversioni di tendenza – da esso imposti agli appena avviati processi di transizione ecologica, che avrebbero bisogno di pace e sono invece oggi penalizzati dal distoglimento di fondi e risorse a favore di una generale corsa al riarmo.
A seguire, un titolo della sezione internazionale non competitiva Panorama, la coproduzione tedesco-danese Into the Ice, di Lars Henrik Ostenfeld, cronaca sensazionale di una spedizione nell’isola considerata “il termometro della Terra”, la Groenlandia, dove il regista segue le ricerche di tre glaciologi di fama mondiale. Il loro obiettivo è misurare sul campo, con discese mozzafiato nelle cavità ghiacciate fino a 180 metri di profondità, a quale velocità si stanno realmente sciogliendo i ghiacci artici, per comprendere meglio quali saranno le conseguenze dei cambiamenti climatici nel nostro prossimo futuro. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista.
Sempre in serata, ancora un doppio appuntamento con Made in Italy (ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati). Giuseppe Morandi, impiegato comunale, negli anni ’60 ha fotografato e filmato (con una cinepresa 8mm) gli ultimi riti dei paisan, i braccianti e i salariati agricoli della Bassa Padana, a Piadena in provincia di Cremona. Quelle immagini tornano ora a rivivere in Paisan, ciao, di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, un film sulla memoria, l’appartenenza di classe, i diritti dei lavoratori, ma anche una riflessione sulla fragilità della terra. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Francesco Conversano. È il diario per immagini di un viaggio in canoa lungo il Volturno Zio Riz (ore 22.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), della regista e fotografa Raffaela Mariniello, che accompagna lo spettatore dall’originaria armonia naturale dell’oasi protetta sempre più giù, lungo il fiume, fino alla foce nella città di Castel Volturno, nel caos urbano. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.