Fuori concorso al TFF40 anche “La generazione perduta”

Fuori Concorso al 40° Torino Film Festival “La generazione perduta” di Marco Turco (Vite in sospeso, 1998 – Mostra d’Arte cinematografica di Venezia; La Straniera, 2006 – Torino Film Festival  e BIF&ST; Questo è un uomo, 2020 docu-fiction Rai), scritto insieme a Wu Ming2 e Vania Del Borgo e prodotto da Francesco Virga per MIR cinematografica e Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Cinema e AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico).

Anteprima al Torino Film Festival in programma mercoledì 30 alle 21 e sabato 3 dicembre alle 15, sempre al Romano

Al centro di un racconto collettivo c’è la vita di Carlo Rivolta, giornalista di La Repubblica fin dal primo numero e autore di memorabili inchieste sull’eroina che – tra il ’74 e il ’75, in un periodo di grandi cambiamenti e speranze per un’intera generazione – si diffonde rapidamente in Italia e trova impreparate le famiglie, i medici e gli stessi ragazzi che non sono in grado di affrontarne la dipendenza. Carlo indaga il fenomeno da cronista, arrivando a testare su di sé la droga, con esiti devastanti.

“Questa è la storia di una generazione, una sinfonia corale accompagnata dalla voce di un solista. – spiega Marco Turco – Attraverso le parole e lo sguardo di Rivolta, viviamo in diretta lo spirito dei tempi, le enormi speranze e le amare delusioni di una generazione devastata dalleroina.”

Ma quelli sono anche gli anni della lotta armata. Militante dei movimenti del ’68, quando nel 1978 viene rapito Aldo Moro, Carlo si dichiara favorevole alla trattativa, in contrasto con il suo stesso giornale e con i suoi ex compagni, che lo bollano come traditore del popolo minacciandolo di morte.
Attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, (i colleghi e amici Enrico Deaglio e Luca Del Re, lo zio  Rinaldo Chidichimo,  la compagna storica Emanuela Forti  e i suoi due figli che lui ha cresciuto come un padre) la figura di Carlo emerge con tutte le contraddizioni ma anche con la sua coerenza nella ricerca della verità fino alla fine, quando la crisi personale lo porterà all’autodistruzione e poi alla morte a soli 32 anni.

La vicenda di Carlo e della generazione perduta viene messa in scena grazie a un inedito e ricco materiale di Archivio Rai e AAMOD. La voce di Carlo, che esce da un vecchio registratore Geloso è affidata all’attore Claudio Santamaria che legge brani dei suoi articoli.

Così la vicenda personale di Carlo Rivolta in questo intenso docufilm prodotto da Francesco Virga, diviene la personificazione emblematica di un mondo che mutava inesorabilmente travolgendo le attese e le speranze di una generazione che aveva creduto nel cambiamento e si ritrova a contare i propri morti.