“Amore, furti e altri guai” |
Tanti film in programma ad aprile al cineteatro Baretti.
Questo fine settimana, per PORTOFRANCO, sabato 2 aprile alle ore 18 è in programma MARINA di Stijn Coninx [Belgio • 2013 • 110′].
Sud Italia, 1948. Rocco ha dieci anni quando il padre, Salvatore, decide di emigrare in Belgio per lavorare in una miniera di carbone. L’ambiente grigio della zona mineraria, i gelidi inverni, una lingua e una cultura straniera rendono, però, la nuova vita di Rocco più difficile del previsto. Contro il volere del padre, il ragazzo cerca una via di fuga nella musica e nell’amore. Rocco seguirà il cuore e la passione per realizzare il suo sogno, diventare un musicista. Il film è ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata, noto per aver composto la canzone “Marina”.
Per il fine settimana, in esclusiva a Torino (sabato 2 aprile, ore 21 – domenica 3 aprile alle ore 18 e 21) arriva AMORE, FURTI E ALTRI GUAI di Muayad Alayan [Palestina • 2015 • 93′]. In lingua originale con sottotitoli.
Mousa è un giovane palestinese che vive in un campo profughi e preferisce rubare piuttosto che dedicarsi al lavoro di muratore. Vorrebbe anche rifarsi un’esistenza all’estero senza dimenticare la madre di sua figlia, sposata a un ricco uomo d’affari. Ma un giorno ruba un’auto a dir poco scottante e le cose prendono una piega completamente diversa.
Molto interessante quest’opera prima del regista palestinese Muayad Alayan, che ha studiato cinema negli Stati Uniti e realizzato sino ad oggi corti e documentari, e anche importante perché la produzione di film palestinesi è quasi inesistente. Alayan è riuscito a confezionare una pellicola che si mantiene in equilibrio tra commedia e dramma, tra una storia personale e la Storia con la S maiuscola, che in questo casa riguarda il problema degli scambi di prigionieri tra stato israeliano e palestinese. Il protagonista, un Sami Metwasi ben calibrato nel passare dallo stupore alla disperazione, dalla speranza alla rassegnazione, è infatti un piccolo uomo schiacciato nell’ingranaggio del conflitto israelo-palestinese. Qualsiasi decisione possa prendere, dopo aver scoperto l’oggetto di questo scambio nel bagagliaio della Passat rubata, rischia comunque di avere sempre qualcuno contro. Ma nonostante il pericolo incombente, la situazione che precipita sino a coinvolgere la sua amante e il passato di perdente, Mousa troverà modo di riscattarsi affrontando l’esperienza da uomo.
Alayan ha scelto di girare in un bellissimo bianco e nero che mette in maggior risalto i contrasti della vicenda e le contraddizioni di Mousa. Il suo è un film sincero, realista e ben condotto, il tono leggero della narrazione sfuma il peso dei momenti più intensi. Un esordio da registrare positivamente.
Questo film ha partecipato, nella sezione Panorama, al Festival di Berlino 2015
Ha vinto inoltre il premio per il miglior lungometraggio all’AFF (Arab Film Festival) di San Francisco 2015.
Prossima settimana, per PORTOFRANCO, martedì 5 aprile, ore 21 (con replica sabato 9 aprile alle ore 18) c’è IL COLORE DELL’OCEANO (Die Farbe des Ozeans) di Maggie Peren [Germania • 2011 • 91′]. Versione originale in tedesco con sottotitoli. In collaborazione con il Goethe-Institut di Torino.
Una giovane tedesca si gode le vacanze sulle Isole Canarie. Il naufragio di un barcone di profughi sulle spiaggie di questo paradiso turistico la porta a conoscere uno dei sopravvissuti e il comandante della polizia di frontiera. Ne scaturisce una serie di eventi che sollevano inquietanti domande su un dramma che attraversa l’Europa.
E in ultimo una fantastica anticipazione: sabato 16 aprile 2016, ore 21, alla presenza del regista (in replica domenica 17 aprile 2016, ore 18 e 21) è in programma ALFREDO BINI, Ospite inatteso un film di Simone Isola, Nastro d’argento 2016 per il miglior documentario sul cinema.
Nella produzione cinematografica italiana il nome di Alfredo Bini occupa un posto non trascurabile, sebbene la sua attività più conosciuta e apprezzata sia circoscritta agli anni ’60. Bini inizia la propria attività proprio nel 1960, fondando la casa di produzione Arco Film e realizzando Il bell’Antonio di Mauro Bolognini, tratto dall’omonimo romanzo di Vitaliano Brancati. Sin da questo primo lavoro emerge la personalità ribelle del produttore, sordo persino ai richiami del Ministro dello Spettacolo Alberto Folchi che tenta di dissuaderlo dall’affrontare un argomento rischioso come quello dell’impotenza maschile. Ma il nome di Alfredo Bini è noto soprattutto per la lunga e intensa collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che fa esordire nel 1960 con Accattone e del quale produce tutti i film sino a Edipo re del 1967. Bini difende le sue opera pubblicando nel 1969 un saggio dall’emblematico titolo “Appunti per chi ha il dovere civile, professionale e politico di difendere il cinema italiano”. La parabola umana e professionale di Bini segue le sorti del cinema italiano. Gli ultimi anni sono vissuti nella solitudine e nell’amarezza. Questa è la storia di uno dei nostri produttori più coraggiosi e liberi.