Dopo tante celebrazioni, arrivano i film: il 20 gennaio 1920 nasceva a Rimini Federico Fellini, il regista italiano che più di tutti ha portato nel mondo il suo sguardo visionario fortemente riconoscibile, costruendo un immaginario che ha saputo raccontare la storia di una generazione.
Dopo la proiezione di Lo sceicco bianco restaurato, l’omaggio del cinema Massimo prosegue con la prima parte di un omaggio ai suoi film, dedicata al periodo iniziale, quello del bianco e nero, delle inedite soluzioni espressive, con le suggestioni oniriche e autobiografiche che avrebbero contribuito a dare forma al suo universo. La retrospettiva verrà completata nel corso del 2020.
IL PROGRAMMA
Sabato 1, h. 16.00 – Mercoledì 5, h. 16.00
I vitelloni (Italia/Francia 1953, 108’, DCP, b/n)
“Vitelloni” vengono chiamati, nelle città di provincia, quei giovani di buona famiglia che passano la loro giornata nell’ozio, tra il caffé, il biliardo, gli amori inutili e i progetti vani. Tali sono, nella loro piccola città, cinque amici: Fausto, Moraldo, Alberto, Leopoldo e Riccardo. Fausto amoreggia con Sandra, sorella di Moraldo, e quando la giovane resta incinta, sono costretti a sposarsi. Ma Fausto resta sempre lo stesso “vitellone”, amante dell’ozio, delle avventure, dei passatempi. Leone d’argento a Venezia.
Sabato 1, h. 18.15 – Lunedì 10, h. 16.00
La strada (Italia 1954, 108’, HD, b/n)
Gelsomina, donna-bambina semplice, viene venduta dalla madre, in un paesino ai bordi dell’Adriatico, al brutale Zampanò, un forzuto da fiera che batte l’Italia centrale a bordo di un sidecar trasformato in roulotte, Gelsomina gli farà da partner nelle sue rozze esibizioni di piazza. Il suo calvario è rallegrato dall’incontro con un altro saltimbanco, il Matto, un simpatico funambolo che cammina sulla corda. Ma Zampanò è irritato dagli scherzi del Matto.
Sabato 1, h. 20.30 – Venerdì 7, h. 18.30
Il bidone (Italia/Francia 1955, 105’, HD, b/n)
Augusto Rocca, insieme con Roberto e Picasso, compie l’ennesima truffa ai danni di due contadine. Diviso il bottino, Picasso porta il denaro alla moglie Iris, che ne ignora la provenienza, mentre Augusto e Roberto vanno a far baldoria. Augusto, che da molto tempo ha abbandonato la famiglia, per aiutare la figlia compie una della solite truffe ma, portato a termine il colpo, dice di non aver avuto il coraggio di andare fino in fondo.
Domenica 2, h. 16.00 – Sabato 15, h. 20.00
La dolce vita (Italia/Francia 1960, 180’, DCP, b/n)
Marcello è un aspirante scrittore che lavora per un giornale scandalistico, stazionando ogni sera di fronte ai locali di via Vittorio Veneto in cerca di qualche pettegolezzo sui personaggi del mondo dello spettacolo, di ricchi borghesi o di nobili in cerca di eccessi. Nonostante conviva con una donna molto gelosa e depressa, Marcello frequenta donne di ogni tipo e di ogni ambiente. Nel giorno in cui arriva a Roma un’importante attrice svedese, Marcello accompagna la delegazione in un locale all’aperto tra le rovine romane e poi scappa con la donna per le vie del centro di Roma.
Domenica 2, h. 20.00 – Venerdì 7, h. 16.00
8 1/2 (Italia/Francia 1963, 138’, DCP, b/n)
Guido è un regista quarantenne un po’ stanco, come le sue relazioni: il rapporto con la moglie, col produttore, con gli amici, persino con l’amante. Anche l’ispirazione si è fatta sottile, le idee sono rare e astratte, la pigrizia avanza. Ha fatto costruire un’immensa impalcatura che forse servirà per un film. Per fortuna la sua fantasia può correre liberamente nel passato, nell’adolescenza, ai tempi della scuola e delle prime sensazioni. I timori, i misteri, le curiosità, le prime eccitanti trasgressioni. Così, gli episodi reali e quelli della memoria si alternano in una vetrina di caratteri.
Lunedì 3, h. 18.00 – Domenica 9, h. 20.30
Le notti di Cabiria (Italia/Francia 1957, 112’, HD, b/n)
Cabiria esercita la professione nell’area della passeggiata archeologica. Derubata e gettata in un fiume dal fidanzato Giorgio, viene salvata da dei ragazzi. Momentaneamente disillusa nei confronti dell’amore, affronta le colleghe con un misto di arroganza e ingenuità. Una sera, lasciata la zona abituale, si avventura in via Veneto e viene agganciata da un divo del cinema in crisi di coppia. Ma presto tornerà alla solita vita, sperando in un miracolo che sembra improbabile.
Sabato 8, h. 16.00 – Martedì 11, h. 16.00
Amarcord (Italia/Francia 1973, 127’, DCP, col.)
Amarcord in dialetto romagnolo vuol dire “mi ricordo”, e il regista ricorda la sua infanzia negli anni Trenta. Passano dunque i miti, i valori, il quotidiano di quel tempo: le parate fasciste, la scuola (con l’insegnante prosperosa che stuzzica i primi pensieri), la ragazza “che va con tutti”, la prostituta sentimentale, la visita dell’emiro dalle cento mogli, lo zio perdigiorno che si fa mantenere, la Mille Miglia, il papà antifascista che si fa riempire d’olio di ricino, il paese intero che in mare, sotto la luna, attende il passaggio del transatlantico Rex.